lunedì 2 dicembre 2013

IL DOPPIO ‘GRANDE NEGOZIATO’ DEL 2014 in Formiche mensile



IL DOPPIO ‘GRANDE NEGOZIATO’ DEL 2014
Giuseppe Pennisi
Il 2014 , che sta per iniziare, potrebbe essere quello del doppio ‘grande’ negoziato:a) uno all’interno degli Stati dell’Unione Europea (UE), ed in particolare dell’’eurozona’; b) ed uno attraverso l’Atlantico. Le due trattative sono strettamente intercosse il successo di quella per aggiornare (a vent’anni dalla loro stipula) i trattati sull’unione monetaria europea dipendono in gran misura di quella per dare vita, a cinquant’anni dall’iniziale formulazione, alla Transatlantic Partnership
Un’indicazione si ha nel ‘rapporto semestrale sull’economia internazionale’ di novembre del Tesoro Usa secondo cui il surplus dei conti con l’estero della Germania (7% del Pil) starebbero facendo da freno al resto d’Europa e, quindi, al resto del mondo. Rapporto, alcuni passaggi del quale, hanno avuto un’eco immeritata sulla stampa europea.
E’ utile, a riguardo, rilevare che  critiche analoghe alla politica economica tedesca, ed alla sua enfasi sull’export, si sentono da tempo nella letteratura che può essere definita ‘accademica’. Ad esempio, al Levy Economics Institute (i ‘custodi’, per così dire, della scuola di Hyman Minsky sulle crisi finanziarie ) , due economisti tedeschi di rango, Eckhard Hein e Achim Truger, ambedue dell’università di Berlino, hanno prodotto un’analisi ("Fiscal Policy and Rebalancing in the Euro Area: A Critique of the German Debt Brake from a Post-Keynesian Perspective" Levy Economics Institute No. 776) in cui criticano severamente la politica fisco-moneteria della Repubblica Federal dai tempi del Cancellierato Schödrer e propongono alternative. Rilievi ancora più netti vengono dal servizio studi della banca centrale spagnola: ad esempio, il lavoro ‘Patterns of Convergence and Divergence in the Euro Area’ (CEPR Discussion Paper No DP9685) di Ángel Estrada, Jordi Gali, e David Lopez Salido. Se critiche spagnole e di tedeschi ‘mynskaniani’ non giungono inaspettate, può sorprendere che uno dei ‘padri nobili’ dell’euro, Paul De Grawe, considerato l’inventore dei parametri su debito ed indebitamento con cui da sempre ci si arrovella, ora alla London School of Economics, abbia scelto la Banca Nazionale del Belgio per pubblicare con Yuemei Ji una requisitoria sui difetti dell’unione monetaria (‘The Fragility of Two Monetary Regimes: the European Monetary System and the Eurozone’ National Bank of Belgium Working Paper No. 243) .
In breve, è generalmente condivisa  la necessità di ‘rivisitare’ il Trattato di Maastricht (se del caso tramite un protocollo interpretativo che non richieda una complessa procedura di ratifiche in una fase in cui circa un quarto degli elettori dell’eurozona viene considerato contrario, per una ragione o per l’altra, alla moneta unica). L’Italia sarà alla guida del Consiglio Europeo nel semestre luglio-dicembre 2014 in cui, dopo le elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo, la trattativa vera e propria potrà iniziare od entrare nel vivo.
Una trattativa parallela sulla Transatlantic Partnership non può che facilitare la ‘rivisitazione’ dell’eurozona in quanto comporta non tanto un passo importante verso un’area di libero scambio (ove non un’unione doganale) atlantica ma soprattutto una liberalizzazione dei servizi (altamente protetti in Germania al livello dei singoli Länder e, quindi, elemento delle disfunzioni che portano al forte attivo dei conti con l’estero) ed una drastica modifica di quella politica agricola comune (che assorbe quasi il 90% del bilancio comunitario a beneficio di pochi settori e pochissimi Paesi).
Chi, in nome di questa o quella ‘eccezione’, sta bloccando il negoziato, ha sulle proprie spalle una grave responsabilità.

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