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mercoledì 11 dicembre 2013
Tornano le alchimie musicali di Francesco Pennisi in Formiche 11 dicembre
Tornano le alchimie musicali di Francesco Pennisi
11 - 12 - 2013
Giuseppe Pennisi
Non mi si dica che sono in conflitto d’interessi. La parentela tra me e
Francesco Pennisi
è abbastanza complicata in quanto nipoti di cugini. La differenza di età (circa dieci anni) ha reso difficile la frequentazione da ragazzi, tanto più che io andavo in Sicilia solo per le vacanze. Ci siamo frequentati solamente dopo il mio rientro in Italia dagli Usa, a 40 anni di età. Ne parlo perché a 13 anni dalla sua scomparsa, nell’arco di pochi giorni, le sue alchimie musicali hanno ripreso a risuonare con tutta la loro delicatezza e raffinatezza in un concerto del Festival di Nuova Consonanza dedicato alla “Scuola Romana” della seconda metà del Novecento ed in una serata in gran parte a lui dedicata dall’Associazione Musica d’Oggi dell’Università di Roma Tor Vergata. Inoltre, la rappresentazione di una delle sue opere teatrali (Silvia Simplex) sembra sia in programma per l’anno prossimo. Infine, i premiati al Concorso dell’Unione Europea – ascoltati in settembre a Bucarest – sono su un solco simile a quello da lui tracciato.
Sin dalla più giovane età manifestò grande interesse verso la musica; nell’immediato dopoguerra ebbe occasione di assistere ad un concerto dove
Luigi Dallapiccola
presentava suoi nuovi lavori, e diceva che ne rimase profondamente impressionato. Cominciò a scrivere le primissime composizioni da autodidatta, influenzato soprattutto da Webern e Debussy. Si trasferì a Roma all’inizio degli anni cinquanta; si iscrisse alla Facoltà di lettere ma soprattutto studiò composizione con
Robert W. Mann
. Rimase comunque sempre profondamente legato alla sua regione natia, amore di cui rimangono echi evidenti in molte sue composizioni, spesso ispirate al mito di una Sicilia classica, antica (Aci, il fiume, Descrizione dell’isola ferdinandea, Eclisse a Fleri, eccetera). Fu tra i fondatori dell’associazione “Nuova Consonanza”. Ingegno poliedrico
Francesco Pennisi
è stato anche grafico, pittore e poeta, lasciando una consistente produzione; oltre alle scene per le sue opere Sylvia simplex e Descrizione dell’Isola Ferdinandea ha pubblicato due libri, Deragliamento) e Paesaggi di memoria inattendibile nonché le illustrazioni per Giona e il Leviatano di
Giacoma Limentani.
Partito da posizioni vicine alla Seconda Scuola di Vienna, si avvicino in seguito numerose alcune correnti della musica del Novecento quali il serialismo per approdare abbastanza presto (ovvero a metà circa degli Anni Sessanta) un linguaggio molto personale, dove il timbro diventa il parametro di primaria importanza. La sua scrittura fu sempre molto raffinata, con combinazioni armoniche. Il suo esordio compositivo vero e proprio avviene a Palermo nel 1962, con il brano
L’anima e i prestigi
; nel 1970, la sua musica appare per la prima volta alla Biennale di Venezia dove la sua composizione A Cantata on melancholy è stata diretta in prima assoluta da Bruno Maderna. Da allora è iniziata una carriera internazionale che influenzato giovani compositori non solo in Italia ma anche in Francia, Germania, Benelux e Svizzera (come attesta il recente premio europeo)
Sylvia Symplex, rappresentata alla Biennale di Venezia, nel 1972 è la sua prima opera teatrale. Al 1972 risale il suo secondo lavoro teatrale, Descrizione dell’Isola Ferdinandea, la celebrazione di un evento storico avvenuto nel primo, ovvero l’emersione, ed il conseguente inabissamento di un’isola verificatisi tra Sciacca e Pantelleria nel 1831.
Ne L’esequie della luna, rappresentato la prima volta alle Orestiadi di Gibellina nel 1991, la metafora della caduta della lucna diventa un tema comune per differenti riflessioni sul tramonto di una civiltà.Tristan (1995) opera commissionata dalla Biennale di Venezia e dal Teatro Comunale di Bologna si basa su un testo ermetico (ed avanguardista) del poeta
Ezra Pound
, rimasto inedito fino al 1987, mentre
Nox Erat
, melologo per voce recitante e orchestra su testi tratti dall’Eneide, è uno degli ultimissimi lavori di
Francesco Pennisi
, ed è stato rappresentato postumo al Teatro Ponchielli di Cremona ed al Maggio Musicale Fiorentino. Notevole rimane pure la sua produzione di musica da camera, di musica orchestrale e vocale sino a L’ape iblea su testo di
Vincenzo Consolo
. Tra i suoi ultimi lavori La Foresta, Radice, Labrinto,su libretto di
Italo Calvino
, rappresentato a Palermo ed a Roma con le scene di
Renato Guttuso.
Di questo ricco patrimonio, a Nuova Consonanza , abbiamo ascoltato Medea Dixit il primo dicembre a Nuova Consonanza e Introduzione a Grecale, The Garden, Commento a Euro, Acanthis e I Mandolini e le Chitarre il 9 dicembre a Tor Vergata. Più che celebrazioni vanno considerate come un assaggio per altre pietanze nel 2014.
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