Tornano le alchimie musicali di Francesco Pennisi
Non mi si dica che sono in conflitto d’interessi. La parentela tra
me e Francesco
Pennisi è abbastanza complicata in quanto nipoti di cugini. La
differenza di età (circa dieci anni) ha reso difficile la frequentazione da
ragazzi, tanto più che io andavo in Sicilia solo per le vacanze. Ci siamo
frequentati solamente dopo il mio rientro in Italia dagli Usa, a 40 anni di
età. Ne parlo perché a 13 anni dalla sua scomparsa, nell’arco di pochi giorni,
le sue alchimie musicali hanno ripreso a risuonare con tutta la loro
delicatezza e raffinatezza in un concerto del Festival di Nuova Consonanza
dedicato alla “Scuola Romana” della seconda metà del Novecento ed in una serata
in gran parte a lui dedicata dall’Associazione Musica d’Oggi dell’Università di
Roma Tor Vergata. Inoltre, la rappresentazione di una delle sue opere teatrali
(Silvia Simplex) sembra sia in programma per l’anno prossimo. Infine, i
premiati al Concorso dell’Unione Europea – ascoltati in settembre a Bucarest –
sono su un solco simile a quello da lui tracciato.
Sin dalla più giovane età manifestò grande interesse verso la
musica; nell’immediato dopoguerra ebbe occasione di assistere ad un concerto
dove Luigi
Dallapiccola presentava suoi nuovi lavori, e diceva che ne
rimase profondamente impressionato. Cominciò a scrivere le primissime
composizioni da autodidatta, influenzato soprattutto da Webern e Debussy. Si
trasferì a Roma all’inizio degli anni cinquanta; si iscrisse alla Facoltà di
lettere ma soprattutto studiò composizione con Robert W. Mann. Rimase comunque
sempre profondamente legato alla sua regione natia, amore di cui rimangono echi
evidenti in molte sue composizioni, spesso ispirate al mito di una Sicilia
classica, antica (Aci, il fiume, Descrizione dell’isola ferdinandea, Eclisse a
Fleri, eccetera). Fu tra i fondatori dell’associazione “Nuova Consonanza”.
Ingegno poliedrico Francesco
Pennisi è stato anche grafico, pittore e poeta, lasciando una
consistente produzione; oltre alle scene per le sue opere Sylvia simplex e
Descrizione dell’Isola Ferdinandea ha pubblicato due libri, Deragliamento) e
Paesaggi di memoria inattendibile nonché le illustrazioni per Giona e il Leviatano
di Giacoma
Limentani.
Partito da posizioni vicine alla Seconda Scuola di Vienna, si
avvicino in seguito numerose alcune correnti della musica del Novecento quali
il serialismo per approdare abbastanza presto (ovvero a metà circa degli Anni
Sessanta) un linguaggio molto personale, dove il timbro diventa il parametro di
primaria importanza. La sua scrittura fu sempre molto raffinata, con
combinazioni armoniche. Il suo esordio compositivo vero e proprio avviene a
Palermo nel 1962, con il brano L’anima
e i prestigi; nel 1970, la sua musica appare per la prima volta
alla Biennale di Venezia dove la sua composizione A Cantata on melancholy è
stata diretta in prima assoluta da Bruno Maderna. Da allora è iniziata una
carriera internazionale che influenzato giovani compositori non solo in Italia
ma anche in Francia, Germania, Benelux e Svizzera (come attesta il recente
premio europeo)
Sylvia Symplex, rappresentata alla Biennale di Venezia, nel 1972 è
la sua prima opera teatrale. Al 1972 risale il suo secondo lavoro teatrale,
Descrizione dell’Isola Ferdinandea, la celebrazione di un evento storico
avvenuto nel primo, ovvero l’emersione, ed il conseguente inabissamento di
un’isola verificatisi tra Sciacca e Pantelleria nel 1831.
Ne L’esequie della luna, rappresentato la prima volta alle Orestiadi
di Gibellina nel 1991, la metafora della caduta della lucna diventa un tema
comune per differenti riflessioni sul tramonto di una civiltà.Tristan (1995)
opera commissionata dalla Biennale di Venezia e dal Teatro Comunale di Bologna
si basa su un testo ermetico (ed avanguardista) del poeta Ezra Pound,
rimasto inedito fino al 1987, mentre Nox
Erat, melologo per voce recitante e orchestra su testi tratti
dall’Eneide, è uno degli ultimissimi lavori di Francesco Pennisi, ed è stato
rappresentato postumo al Teatro Ponchielli di Cremona ed al Maggio Musicale
Fiorentino. Notevole rimane pure la sua produzione di musica da camera, di
musica orchestrale e vocale sino a L’ape iblea su testo di Vincenzo Consolo.
Tra i suoi ultimi lavori La Foresta, Radice, Labrinto,su libretto di Italo Calvino,
rappresentato a Palermo ed a Roma con le scene di Renato Guttuso.
Di questo ricco patrimonio, a Nuova Consonanza , abbiamo ascoltato
Medea Dixit il primo dicembre a Nuova Consonanza e Introduzione a Grecale, The
Garden, Commento a Euro, Acanthis e I Mandolini e le Chitarre il 9 dicembre a
Tor Vergata. Più che celebrazioni vanno considerate come un assaggio per altre
pietanze nel 2014.
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