Il piacere
dell’umiltà che può salvare il sistema bancario in Avvenire 5 dicembre
GIUSEPPE PENNISI
« Cari signori studenti, soprattutto non fatevi mai illusioni». Con queste parole, e con la umiltà che gli era consueta e di cui decantava il piacere, si congedava, al termine di due ore di lezione, Isaia Frank, professore di economia internazionale alla Johns Hopkins University di Washington. Lo ricordo, sempre vestito sobriamente di scuro, quando, alla fine degli anni Sessanta, era mio docente. Oltre ai suoi titoli accademici era già stato presidente del Comitato dei Consiglieri Economici del Dipartimento di Stato e sarebbe diventato, da presidente della Commissione della Casa Bianca per il commercio internazionale, il motore dei negoziati sugli scambi degli anni Settanta e Ottanta. Ha insegnato sino all’età di 86 anni quando, nel 2006, se ne è andato.
Perché parlarne nel giorno in cui la Commissione Europa commina al Gotha del sistema bancario (Deutsche Bank, Sociéte Génerale, Rbs, JP Morgan, Citigroup e Rp Martin) una maximulta (oltre 1,7 miliardi di euro) per le manipolazioni del Libor e dell’Euribor che avrebbero commesso? Naturalmente, le banche hanno già annunciato ricorso in varie sedi giudiziarie, com’è loro diritto. La vicenda, quindi, non si chiude oggi. Su quale sarà l’esito delle vertenze – da Bruxelles giungono voci che in parallelo con la presentazione di memorie alle magistrature, gli avvocati degli istituti coinvolti stanno cercando di negoziare una riduzione dell’ammenda – non bisogna farsi illusioni. In particolare congetturare che l’unione bancaria europea, se mai verrà in vita, potrà essere un antidoto nei confronti di manipolazioni di indici e di titoli da parte di un oligopolio. Lo diceva già Adam Smith, che (occorre rammentarlo) insegnava etica, non economia: se un gruppo di commercianti si siede al tavolo del pub della piazza del mercato e discute a lungo, è più probabile che parli di come mettersi d’accordo per fissare i prezzi piuttosto che della meteorologia o della bella gioventù.
L’unione bancaria non ha l’obiettivo di impedire truffe europee, ma quello di assicurare regole uniforme di vigilanza sui sistemi bancari dell’eurozona, di garanzie sui depositi e di sforzo comune nel caso un istituto debba essere liquidato con danno per tutti i suoi correntisti e il risparmio in generale. Lo spiega a tutto tondo lo studio presentato il 2 dicembre da Vitor Constancio alla conferenza sul futuro dell’unione bancaria svoltasi a Dublino a cura dell’Institute of International and European Affairs. Il vicepresidente della Commissione Joaquìn Almunia (non noto per la propria umiltà) ha definito «sconvolgente la collusione fra banche che si suppone essere in concorrenza fra di loro». Occorre però chiedersi come mai nessuno pare si sia accorto che tra il 1999 e il 2003 (quando questo tipo di 'letteratura' cessa di apparire) istituti di rango abbiamo pubblicato analisi e guide pratiche su come guadagnare con il Libor operando in lande lontane come le Bermuda (una 'guida' è stata scaricata 11.000 volte dal web). Almunia parlerà alla conferenza IIEA il 6 dicembre. È bene che si prepari con cura, metodo e umiltà.
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