mercoledì 4 dicembre 2013

Il piacere dell’umiltà che può salvare il sistema bancario



Il piacere dell’umiltà che può salvare il sistema bancario in Avvenire 5  dicembre


GIUSEPPE PENNISI
« C
ari signori studenti, soprattutto non fatevi mai illusioni». Con queste pa­role, e con la umiltà che gli era con­sueta e di cui decantava il piacere, si congedava, al termine di due ore di lezione, Isaia Frank, professore di economia internazionale alla Johns Hopkins Uni­versity di Washington. Lo ricordo, sempre vestito sobriamente di scuro, quando, alla fine degli anni Sessanta, era mio docente. Oltre ai suoi titoli ac­cademici era già stato presidente del Comitato dei Consiglieri Economici del Dipartimento di Stato e sarebbe diventato, da presidente della Commis­sione della Casa Bianca per il commercio interna­zionale, il motore dei negoziati sugli scambi degli anni Settanta e Ottanta. Ha insegnato sino all’età di 86 anni quando, nel 2006, se ne è andato.

Perché parlarne nel giorno in cui la Commissione Europa commina al Gotha del sistema bancario (Deutsche Bank, Sociéte Génerale, Rbs, JP Mor­gan, Citigroup e Rp Martin) una maximulta (oltre 1,7 miliardi di euro) per le manipolazioni del Libor e dell’Euribor che avrebbero commesso? Natural­mente, le banche hanno già annunciato ricorso in varie sedi giudiziarie, com’è loro diritto. La vicen­da, quindi, non si chiude oggi. Su quale sarà l’esi­to delle vertenze – da Bruxelles giungono voci che in parallelo con la presentazione di memorie alle magistrature, gli avvocati degli istituti coinvolti stanno cercando di negoziare una riduzione del­l’ammenda – non bisogna farsi illusioni. In parti­colare congetturare che l’unione bancaria euro­pea, se mai verrà in vita, potrà essere un antidoto nei confronti di manipolazioni di indici e di titoli da parte di un oligopolio. Lo diceva già Adam Smith, che (occorre rammentarlo) insegnava etica, non e­conomia: se un gruppo di commercianti si siede al tavolo del pub della piazza del mercato e discu­te a lungo, è più probabile che parli di come met­tersi d’accordo per fissare i prezzi piuttosto che della meteorologia o della bella gioventù.

L’unione bancaria non ha l’obiettivo di impedire truffe europee, ma quello di assicurare regole u­niforme di vigilanza sui sistemi bancari dell’euro­zona, di garanzie sui depositi e di sforzo comune nel caso un istituto debba essere liquidato con dan­no per tutti i suoi correntisti e il risparmio in ge­nerale. Lo spiega a tutto tondo lo studio presenta­to il 2 dicembre da Vitor Constancio alla confe­renza sul futuro dell’unione bancaria svoltasi a Du­blino a cura dell’Institute of International and Eu­ropean Affairs. Il vicepresidente della Commissione Joaquìn Al­munia (non noto per la propria umiltà) ha defini­to «sconvolgente la collusione fra banche che si suppone essere in concorrenza fra di loro». Oc­corre però chiedersi come mai nessuno pare si sia accorto che tra il 1999 e il 2003 (quando questo ti­po di 'letteratura' cessa di apparire) istituti di ran­go abbiamo pubblicato analisi e guide pratiche su come guadagnare con il Libor operando in lande lontane come le Bermuda (una 'guida' è stata sca­ricata 11.000 volte dal web). Almunia parlerà alla conferenza IIEA il 6 dicembre. È bene che si pre­pari con cura, metodo e umiltà.

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