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TRAVIATA/ La Scala: quanto ci "arricchisce" questo Sant'Ambrogio
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venerdì 6 dicembre 2013
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NEWS MILANO
La
sera di Sant’Ambrogio si inaugura come di consueto la nuova stagione del
Teatro alla Scala con la Traviata di Giuseppe Verdi. E' molto
attesa perché è la prima volta che Traviata viene scelta per inaugurare una
stagione scaligera. La ragione è che un’opera solo all’apparenza “facile”, “accattivante”
ed “orecchiabile”, in effetti ci vorrebbero almeno due soprani con differente
vocalità (uno lirico di coloratura nella prima parte ed uno drammatico nella
seconda; lo spartiacque è l’arioso Amami Alfredo al secondo atto), il tenore ha
una cabaletta difficilissima sui suoi ‘bollenti spiriti’ al secondo atto.
Anche
la concertazione non è affatto facile a ragione delle varie tinte che assume
l’orchestra e dell’esigenza di un delicato equilibrio tra palcoscenico e buca.
La
Scala si affida alla bacchetta di Daniele Gattied e ad un cast vocale di
livello: Diana Damrau, Mara Zampieri, Piotr Beczala, Željko Lucic nei ruoli
principali. A 43 anni, con vent’anni di palcoscenico sulle spalle, Diana Damrau
è una delle rare soprano che può affrontare i trabocchetti del ruolo. Si pensi
che al National Theater di Monaco sostiene i quattro ruoli femminili (quattro
vocalità differenti) in Les Contes de Hoffmann’ Hoffenbach. Piotr
Beczalacanto esegue la parte con successo da vari anni anche al Metropolitan. La
nostra Mara Zampieri, un soprano drammatico che con gli anni è passata a ruoli
di mezzo soprano ha il piccolo ruolo di Annina, dopo essere stata protagonista
di molte opere verdiane.
Prima
di andare allo spettacolo (poltrone e prime file dei palchi costano 2400 euro a
biglietto) è utile ricordare quanto ‘vale’ oggi il Teatro alla Scala per Milano
e per l’Italia. Il centro ASK dell’Università Bocconi ha il compito di
effettuare tale valutazione. Lo studio è stato finanziato dalla Fondazione
Banca del Monte di Lombardia. Il lavoro ha analizzato la Scala da due
punti di vista complementari:
-
come istituzione culturale prestigiosa, che svolge una funzione pubblica di
conservazione, valorizzazione ed educazione sul patrimonio
operistico in generale e italiano in particolare e che rappresenta il
nostro Paese nel mondo;
-
come attore economico, in grado di “stare sul mercato” offrendo spettacoli di
qualità apprezzati dal pubblico, ed essere così in grado di
reperire – attraverso la vendita di biglietti, l’attività commerciale e le
sponsorizzazioni – risorse economiche adeguate per finanziare la propria
attività.
Attualmente,
la Scala è la terza realtà produttiva di spettacoli nel nostro Paese ed è il
solo teatro in grado di confrontarsi per dimensioni e volume di attività con
gli omologhi internazionali: la Scala ha avuto un volume di attività nel 2011
di 113,8 milioni di euro e il secondo teatro italiano per dimensione dopo la
Scala, l’Arena di Verona, ha un fatturato della metà. La struttura di ricavo
della Scala è confrontabile con quella dell’Opéra di Parigi e della Royal Opera
House.
A fronte di una progressiva contrazione dei fondi pubblici, la
Scala ha saputo, prima e più degli altri teatri lirici italiani, aumentare
l’incidenza dei ricavi da biglietteria e commerciali, che rappresentano oggi
circa il 40% del suo volume di affari.
Il pubblico del Teatro (di oltre 400.000 persone) è composto
per il 70% circa da residenti a Milano e provincia; un terzo quasi di loro sono
abbonati, a riprova dell’attaccamento del pubblico locale al proprio teatro. La
crescita delle vendite online ha permesso un allargamento del pubblico
internazionale, che rappresenta il 45% dei biglietti venduti online. Negli
ultimi dodici anni è aumentata la varietà dei Paesi di provenienza del pubblico
straniero ed è in particolare cresciuto il pubblico proveniente dalla Russia.
L’analisi dell’impatto economico mostra che la Scala genera, oltre
al fatturato, ricchezza economica pari a circa 2,7 volte rispetto alle risorse
che riceve, risorse che peraltro non sono fornite dallo Stato, dagli enti
pubblici e dai donors privati con finalità di ritorno economico. Questa
ricchezza deriva dagli acquisti di Scala presso i fornitori, in gran parte
localizzati sul territorio milanese, dall’attività economica generata dalla
presenza a Milano degli allievi dell’Accademia e delle orchestre ospitate dal
Teatro, dall’indotto prodotto dal pubblico italiano e straniero. La Scala è per
Milano una risorsa importante, un pezzo di storia e parte del suo orgoglio.
Anche sul fronte dei costi, la Scala è confrontabile con i
principali teatri europei in termini di composizione dei costi; il contributo
dello Stato copre a Milano circa la metà dei costi del personale e a Parigi
quasi il 100%. La Scala un costo totale di 118.482.313; Parigi di
191.640.000 e Londra di 137.013.049. Il grado di copertura del finanziamento
statale dei costi del personale è rispettivamente del 51%, del 98% e del
63%.
E’ interessante notare come in un Paese a tradizionale vocazione
privatistica nel finanziamento alle istituzioni culturali come l’Inghilterra,
in valore assoluto, il contributo statale alla Royal Opera House è superiore di
oltre 1,5 milioni di euro rispetto a quello che ottiene la Scala.
Il fatto che la Scala stia impegnandosi a massimizzare il numero
dei propri interlocutori e ad aumentare la varietà delle proprie fonti di
finanziamento, nella direzione di un maggiore orientamento al mercato, non deve
far dimenticare la vocazione istituzionale e culturale del Teatro. Da questo
punto di vista, il lavoro svolto ha prodotto i seguenti risultati:
- Una analisi condotta sui cartelloni del teatro alla Scala
negli ultimi quattro anni mostra che il teatro è attore di un circuito
internazionale di produzionidi spettacoli che coinvolge teatri anche molto
prestigiosi
- Una ulteriore analisi sui teatri nei quali si sono esibiti i
direttori d’orchestra, i registi e i principali interpreti in cartellone alla
Scala mostra che La Scala è attore chiave di una “geografia internazionale”
dell’Opera.
Questo non significa che la Scala non mantenga un ruolo rilevante
nella rete di relazione con gli altri enti lirici e con i teatri di tradizione
italiani
La rete internazionale di cui la Scala è parte, sostiene scambi di
natura produttiva, culturale, artistica, nella prospettiva di una diplomazia
culturale allargata globale. Testimonianza di questo è la crescente vocazione
globale del Teatro nelle sue tournée. Circa il 50% delle tournée extra europee
è stato organizzato negli ultimi 15 anni,pari a una programmazione del 36% sul
totale delle rappresentazioni messe in scena, all’estero. Negli ultimi 15 anni,
vi è stata un’apertura di Scala prevalentemente verso il continente asiatico,
in primis in Giappone. Negli ultimi tre anni vi è stata una presenza
ripetuta di Scala in America Latina (Argentina 2010, Brasile 2012) e Centrale
(Messico, 2005 e 2008).
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