venerdì 6 dicembre 2013

Ernani, Roma si scorda del dramma intimista in Milano Finanza del 7 dicembre

InScena
Ernani, Roma si scorda del dramma intimista
di Giuseppe Pennisi

Dopo l'incertezza per rischio di sciopero, la stagione del Teatro dell'Opera di Roma è decollata con Ernani di Giuseppe Verdi, in scena fino al 14 dicembre prima di andare a Sydney e San Paolo (i cui teatri co-producono lo spettacolo). Tratta dal dramma di Hugo, l'opera è stata concepita per un teatro relativamente piccolo, ossia La Fenice, da un trentenne con la testa calda per il quale la vicenda è la sfida del giovane Ernani nei confronti di un maturo Don Carlo e di un anziano Don Ruy Gomez de Silva che gli contendono l'amata Elvira.
Sarebbe stata preferibile una regia innovativa rispetto ai tableaux vivent di Hugo de Ana, che sono piaciuti al pubblico romano ma non colgono il nucleo centrale di un dramma essenzialmente intimista. L'opera è molto amata da Riccardo Muti, che ne diresse un'edizione strepitosa nel 1982 alla Scala. Alla baldanza di allora corrispondono oggi concertazione cesellata, attenzione alle voci e tempi dilatati (specialmente nel secondo atto). L'entusiasmo giovanile ritorna nel coro diretto da Roberto Gabbiani, specialmente in Si ridesti il Leon di Castiglia, bissato a grande richiesta. Spiccano i tre protagonisti maschili. Dall'aria di introduzione Mercé, diletti amici si avverte che Francesco Meli ha la vocalità esatta per un ruolo spesso affidato a tenori spinti. Ottimo Luca Salsi (Don Carlo) il cui Oh de' verd'anni miei, intriso di melanconia, ha suscitato lunghi applausi a scena aperta. Di grande livello Ildar Abrazakov nell'impervio ruolo di de Silva. Tatiana Serjan (Elvira) è un grande soprano drammatico ma il ruolo richiede un soprano di maggior agilità. (riproduzione riservata)


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