martedì 12 novembre 2013

Verdi e Shakespeare, il successo raddoppia in Avvenire 13 novembre



Verdi e Shakespeare, il successo raddoppia


I

l 2014 in tutto il mondo si celebreranno i 450 dalla nascita di Shakespeare. Stanno terminando le celebrazioni per i 200 anni dalla nascita di Verdi. L’anello di congiunzione è la «trilogia d’autunno» lanciata dal Teatro Alighieri di Ravenna. Le tre opere verdiane direttamente tratte da lavori di Shakespeare («Macbeth», «Otello», «Falstaff») sono presentate tre sere di seguito secondo un unico concetto drammaturgico e musicale. A Ravenna i cicli (con molto pubblico straniero) si concluderanno il 17 novembre, ma il «trittico» si vedrà, o intero o scorporato in singole opere, anche a Ferrara, Lucca, Piacenza e Savona, nonché forse all’estero nell’anno shakespeariano. Ancora una volta, i piccoli «teatri di tradizione» dimostrano maggiore carica innovativa e capacità di valorizzare i giovani e le nuove tecnologie delle paludate fondazioni liriche. Alla base c’è un serrato lavoro di squadra: l’orchestra Cherubini concertata da Nicola Paszkowski, Cristina Mazzavillani Muti (regia ed ideazione scenica),Vincent Longuemare (luci), Ezio Antonelli (scene), Alessandro Lai (costumi), Davide Broccoli e Sara Callumi (visual design), Catherine Pantigny (coreografia), trenta giovani cantanti provenienti da tutto il mondo con un’età mediana sotto i trent’anni, ed il coro del Teatro Municipale di Piacenza diretto da Corrado Cosati. Gli elementi scenici sono piattaforme, gradini e quinte utilizzate in tutte le tre opere. Utilizzando proiezioni video e le luci, si va dall’atmosfera surrealista di «Macbeth», al contrasto tra oscurità e coni di luce in «Otello», ai luoghi verdiani (il giardino della villa Sant’Agata, la casa natale a Busseto) in «Falstaff». L’operazione, al pari di quella che conduce da tre anni La Fenice di Venezia, contraddice chi sostiene che i teatri italiani non possono mettere in scena che un’opera alla volta, e per poche repliche, per la difficoltà dei cambi-scena. Nicola Paszkowski tiene ragionevolmente ben l’equilibrio tra buca e palcoscenico ed i giovani dell’Orchestra Cherubini si fanno onore con tre partiture difficilissime.

Altra smentita a chi sostiene che le orchestre ed i maestri concertatori italiani non possono esibirsi in due o tre opere nell’arco di serate successive.Tra le voci, emergono la coreana Ji Won Yeo, l’argentino Matias e l’ottimo cast nel travolgente «Falstaff»: oltre dieci minuti di applausi.

Giuseppe Pennisi


© RIPRODUZIONE RISERVATA A Ravenna piace la messa in scena di seguito le tre opere tratte dai drammi del Bardo: «Macbeth», «Otello» e «Falstaff»



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Alla c.a. Angela e Alessandro

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