La grande coalizione economica che può spodestare le larghe intese politiche
15 - 11 - 2013Giuseppe Pennisi
Enrico Letta si considera saldo in sella non solo perché conta sul
giustificato appoggio del Quirinale, che non intende sciogliere le Camere sino
a quando non ci sarà un metodo migliore del “Porcellum” per contare i voti, ma
anche perché, quando l’attuale presidente del Consiglio studiava
all’università, il testo da preparare per l’esame di Teoria delle scelte
pubbliche era il libro di James
Buchanan e Gordon
Tullock, “Il calcolo del consenso”. Fondamenti logici della
democrazia costituzionale pubblicato nel 1962 negli Usa (anche se tradotto in
italiano solo nel 1998).
LA TEORIA E LA REALTA’
Il libro costruisce la “teoria
dell’elettore mediano” – ossia del gruppo di elettori che in
base ad alcune caratteristiche (età, reddito, occupazione) – si addensano nella
“mediana” (da non confondere con la “media” aritmetica) dello scacchiere
elettorale: esprimendo la categoria con il maggior numero di elettori, fanno da
ago della bilancia.
CHI E’ L’ELETTORE MEDIANO ITALIANO
L’elettore mediano italiano è un cinquantenne, in gran misura lavoratore dipendente.
Quindi, il
disegno di Legge di stabilità (e gli emendamenti che il governo si accinge
a presentare) tutelano l’elettore mediano ed al fine di trovare le risorse a
questo scopo colpiscono ancora un volta i pensionati (sconvolgendo l’Ocse per
il numero di riforme previdenziali che dal 1995 si fanno in Italia), fa poco
per i giovani, a cui però promette una kermesse europea a Roma in primavera per
parlare dei loro problemi.
LETTA, L’AMERICA E L’ITALIA
Letta è sempre stato uno studente attento e meticoloso ma forse
non sa che sia Buchanan sia, ancor di più, Tullock hanno posto specifiche ed ipotesi molto
cogenti alla teoria dell’elettore mediano: in estrema sintesi,
vale per una società mobile come quella americana, con famiglie plurime (a
ragione dell’alto numero di divorzi e dei matrimoni tra persone dello stesso
genere ma soprattutto di figli che lasciano il tetto familiare a 17 anni per
andare al college).
LE TEORIE INAPPLICABILI A ROMA
Non vale in un società come la nostra in cui i figli
stanno nel nucleo sino a trent’anni (per le difficoltà lavoro ed alloggio) ed i
nonni e gli zii pensionati contribuiscono all’istruzione (ed alla sussistenza
dei nipoti. Non sono pochi quelli che, dopo anni in appartamento da loro
locato, rientrano in famiglia, specialmente se sono single ed uno dei genitori perde
il lavoro.
COME VIVONO GIOVANI E STUDENTI
Se Letta insegnasse (come faccio dal 2008) in un’università
privata di ispirazione cattolica ed avesse un buon rapporto con gli studenti,
sarebbe a conoscenza di tante vicende in cui, nonostante le borse di studio
fornite dell’ateneo, il giovane deve lasciare gli studi se il nonno muore o per
l’assottigliamento che da anni subisce la pensione “reale” del padre o della
madre di uno dei genitori – soprattutto se l’altro ha perso il lavoro. Letta si
renderebbe conto che infierendo
sui pensionati, colpisce i giovani.
LE IDEE DI BRUNETTA
Lo ha ben compreso Renato
Brunetta (professore di Economia del lavoro), il quale seguendo
l’insegnamento di Bruno
De Finetti e di Mario
Alberto Coppini (due maestri che il resto del mondo ci invidia)
propone una soglia di età (meno di 68) per individuare solamente coloro che
hanno probabilmente tratto vantaggio dal sistema “retributivo” per il calcolo
delle spettanze previdenziali.
LE PICCOLE, FRAGILI E BEN POCO LARGHE INTESE
Si badi bene. Non sta a noi mettere bocca sul merito della contesa
Letta/Giovannini, da un lato e Brunetta, dall’altro. Ci preme, però,
sottolineare le implicazione
politiche. Da un lato, le “intese” stanno diventando sempre più
piccole e sempre più fragili, a ragione delle divisioni interne dei due
maggiori soggetti politici che le compongono (anche se non si arrivasse a
scissioni formali).
LA VERA GRANDE COALIZIONE CHE STA NASCENDO
Da un altro, sta nascendo una “grande coalizione” di pensionati e di giovani
pronti non a “jacqueries”
ma a vere e proprie sommosse e rivoluzioni. Sono appena rientrato da un viaggio
nel Nord d’Italia: “nonni” ex-leghisti e ragazzi (che vent’anni fa leghisti
sarebbe stati) uniscono le forze per preparare una vera e propria rivolta.
Suggerisco di ripensare la strategia “pensionati – giovani”. Su
Formiche.net sono
stati forniti anche dettagli tecnico-operativi. E di rinviare sine die la
kermesse primaverile.
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