InScena
Ravenna, Shakespeare è sempre
giovane
di Giuseppe Pennisi
Da qualche anno sono i teatri di provincia a guidare l'innovazione. Lo
dimostra la trilogia Shakespeare-Verdi (Macbeth, Otello, Falstaff) che si
replica al Teatro Alighieri di Ravenna fino al 16 novembre e da lì andrà,
integrale o per singole opere, a Piacenza, Ferrara, Savona e Lucca, nonché
all'estero nel 2014, in occasione del 450° anniversario della nascita del
Bardo.

Allestire i tre lavori uno dopo
l'altro darebbe i brividi a sovrintendenti di grandi teatri, ma non a Ravenna.
Il progetto si sostiene grazie a una forte dose di tecnologia, cantanti e
orchestrali giovani e un serrato lavoro di squadra. L'orchestra Cherubini è
concertata da Nicola Paszkowski, Cristina Mazzavillani Muti è responsabile
della regia e dell'ideazione scenica, Vincent Longuemare delle luci ed Ezio
Antonelli delle scene. Vincent Longuemare è il light designer, mentre
Alessandro Lai ha curato i costumi e lo Studio Visual Technology l'elaborazione
delle immagini. I giovani cantanti vengono da tutto il mondo e hanno un'età
media sotto i trent'anni. Il coro del Teatro Municipale di Piacenza è diretto
da Corrado Casati. Su una struttura scenica di base, composta da pedane,
gradini e quinte, si va dal surrealismo di Macbeth al contrasto tra luce e
oscurità di Otello, fino ai luoghi verdiani (il giardino della villa
Sant'Agata, la casa natale a Busseto) in Falstaff. Il tutto grazie alle
proiezioni video, che permettono di migrare con facilità da un ambiente
all'altro. Non tutto è perfetto: nel primo ciclo Paszkowski ha ecceduto in
sonorità nel secondo e terzo atto di Otello, ma i ragazzi dell'Orchestra
Cherubini e i giovani interpreti si sono fatti onore con tre partiture
difficilissime. Un critico viennese in sala ha giudicato Falstaff il migliore
degli ultimi vent'anni. Sicuramente vale un viaggio. (riproduzione riservata)
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