domenica 10 novembre 2013

Roma capitale della musica contemporanea in Avvenire 10 novembre


Roma nuova capitale della musica contemporanea



DI GIUSEPPE PENNISI

 

C osa spiega la crescita della musica contemporanea a Roma, ormai considerata, con Parigi e Berlino, una delle tre 'capitali europee' del comparto? In questi anni di crisi, a Roma si respira un po’ un’aria simile a quella che negli Anni Venti, gli scrittori Isherwood e Auden tro­vavano a Berlino: un fascino che attira artisti innovativi. Ci sono, però, radici profonde; negli Anni Trenta, il Governo italiano favori­va l’avanguardia musicale (guida­ta da Malipiero, Dallapiccola, Ca­sella), nel dopoguerra fu a Roma che vennero fondati il 'Gruppo 63' di musica contemporanea e la principale associazione europea del settore, Nuova Consonanza, il cui festival 2013 celebra i cin­quanta anni dalla fondazione. C’è, poi, un gran numero di accademie e istituti stranieri (particolarmen­te attivi quelli di Francia, Germa­nia, Olanda, Polonia e Stati Uniti) impegnati nel campo; questi ed altri istituti collaborarono nel fi­nanziare il festival annuale di Nuo­va Consonanza quando venne a mancare la sovvenzione pubblica. Gli Stati Uniti aprono solo una vol­ta l’anno la splendida Villa Aurelia al Gianicolo (quest’anno il 17 no­vembre) per concerti di musica contemporanea, in parallelo in va­rie sale, dalle 16.30 alle 23. Infine, due grandi festival: uno di rile­vanza europea (Romeuropa Festi­val che opera dal 1986 e si esten­de in vari mesi dell’anno) e uno concentrato in due settimane (E­mufest) ma di importanza mon­diale nei settori della musica elet­tronica e dell’elettro-acustica. Si tratta di iniziative, in gran misura, autofinanziate (spesso con spon­sor industriali attenti alle tenden­ze delle nuove generazioni e con biglietti a basso costo per favorire la partecipazione di giovani).

Il rilievo crescente della musica contemporanea a Roma sta indu­cendo istituzioni antiche a modi­ficare la loro programmazione. L’Accademia Nazionale di Santa Cecilia mette in cartellone da qualche anno una sezione 'Con­temporanea' al Parco delle Musi­ca. Quasi la metà dei concerti del­la prestigiosa Istituzione Univer­sitaria dei Concerti, giunta alla 69esima edizione, è destinata a compositori viventi, tra cui un la­voro commissionato a Silvia Co­lasanti. La musica contempora­nea ha grande spazio nel pro­gramma dell’Accademia Filarmo­nica Romana. Grande rilievo al nesso con l’in­novazioni visiva (immagini com­puterizzate sincronizzate alle par­titure). Alla prima mondiale di Stu­di sulla Notte (un notturno di 50 minuti) di Laurent Durupt (che sta lavorando su musica contempo­ranea sacra) nel Grand Salon di Villa Medici, la parte musicale (piano, percussioni, clarinetto) era strettamente integrata con il buio interrotto da lampade a guisa di stalattiti e dall’apertu­ra di finestre e balconi sulla not­te romana. Quali tendenze emergono? Le ca­ratteristiche generali paiono es­senzialmente tre: dodecafonia e serialismo sembrano ormai qual­cosa del passato, mentre l’orien­tamento generale pare in favore del minimalismo; l’elettroacustica e l’elettronica sono funzionali al­la parte strumentale e a quella vo­cale live; grande attenzione al de­scrittivismo. I temi sono numero­si. Il dibattito è aperto.

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La capitale si colloca alla pari di Parigi e Berlino, recuperando una vocazione forte per tutto il ’900 Vitale l’apporto dei centri culturali stranieri

il caso


La città pullula di concerti dedicati alle nuove tendenze Ed anche le istituzioni storiche si adeguano

 




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L’Orchestra Musikfabrik




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