OPERA/ I Madrigali della Iuc incantano Roma: il programma
Pubblicazione:
sabato 9 novembre 2013
I Neue Vocalsolisten di Stuttgart
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NEWS Musica
Una panoramica delle principali
stagioni concertistiche romane che si stanno rivolgendo alla musica
contemporanea non sarebbe completa se non si parlasse della IUC (Istituzione
Universitaria dei Concerti) che da sessantanove anni organizza una delle più
prestigiose stagioni di musica da camera italiane, ospitata dall’Università la
Sapienza nella sua storica Aula Magna, una sala da mille posti con una splendida
acustica. Con budget minuto riesce a fare molto ed ha anticipato “Nuova
Consonanza” nel diffondere la musica contemporanea a Roma e fare sì che la
città diventasse, con Berlino e Parigi, una delle tre “capitali europee” del
genere, in termini di ore effettivamente suonate ogni anno.
Il concerto inaugurale è stato
purtroppo annullato in quanto era programmato in una giornata di alta tensione
per le manifestazioni No Tav. Verrà ripreso il 23 novembre ma non riguardava la
contemporaneità: era un viaggio nella musica del Settecento de “I Turchini”
diretti da Antonio Florio. Ho ascoltato con gioia però il concerto del 5
novembre in cui i Neue Vocalsolisten di Stuttgart hanno presentato un programma
di madrigali alternando il Seicento (Carlo Gesualdo da Venosa, Michelangelo
Rossi) con la contemporaneità (Noriko Baba, Francesco Filidei, Salvatore
Sciarrino). I lavori di Baba e Filidei erano in prima esecuzione a Roma; quelli
di Sciarrino sono stati commissionati nel 2007 dal Festival di Salisburgo.
Prima di parlare del concerto,
occorre ricordare che la IUC si rivolge alla città intera ma è attenta in
special modo agli interessi di un pubblico giovane e vivace come quello degli
studenti universitari. Il programma ha i suoi pilastri nei grandi autori classici,
ma vengono esplorati anche epoche e autori meno frequentati e uno spazio
particolare è dato ai compositori contemporanei e ai giovani interpreti. Ad
esempio, si ascolterà una novità assoluta, commissionata da IUC e Fondazione
Pirelli a Silvia Colasanti, la giovane compositrice romana affermatasi come una
delle personalità più interessanti della nuova musica: è “Capriccio a due”,
scritto per Accardo e Laura Gorna, che ne saranno gli interpreti insieme
all’Orchestra da Camera Italiana, fondata da Accardo stesso. Un pianista
assolutamente fuori dall’ordinario è Uri Caine, un grande del jazz che ha
rivisitato anche monumenti della musica classica, come le Variazioni Goldberg
di Bach, e che rielabora le sue vastissime conoscenze musicali con uno stile
decisamente creativo. Sarà lui, insieme al batterista olandese Han Bennink, a
chiudere la stagione il 27 maggio con un concerto intitolato “Sonic Boom”, come
il loro recente cd. È la prima volta che suonano insieme a Roma.
Non solo famosi pianisti ma anche
big di altri strumenti. È uno dei più grandi chitarristi attuali, forse il più
grande, Manuel Barrueco, virtuoso del suo strumento, ma ammirato ancora di più
per lo stile e la capacità di comunicare, che potremo apprezzare il 25 marzo in
un programma che spazia dal Settecento di Bach e Scarlatti ai colori spagnoli
di Albéniz e Turina.
Inoltre, Il Brodsky Quartet – noto
anche per aver collaborato con celebrità del mondo pop e rock, come Björk,
Elvis Costello e Paul McCartney - è stato tra i primi a scoprire i Quartetti di
Šostakovi negli anni Ottanta, quando in occidente quasi nessuno li eseguiva e
non si sospettava che fosse uno dei più importanti cicli quartettistici del XX
secolo. Dopo averli eseguiti in tutto il mondo li porta ora anche alla IUC, nei
due concerti “Intorno a Šostakovic ” (28 gennaio e 25 febbraio). Assolutamente
fuori da ogni schema i Mnozil Brass, il più eccentrico e imprevedibile gruppo
di ottoni del mondo, che affronta con lo stesso spirito Mozart e il rap, Bach e
i Queen, combinando in una miscela irresistibile virtuosismo e comicità. Questi
musicisti austriaci sono già famosi in tutto il mondo ma non hanno mai suonato
a Roma e quindi l’8 aprile sarà la loro prima volta davanti al pubblico romano.
Ma andiamo al concerto del 5
novembre. Un dialogo tra epoche lontane apparentemente impossibile, ma Gesualdo
è stato un precursore geniale, che ha suggestionato tanti artisti
contemporanei. Anche in questo caso gli interpreti sono quanto di meglio offra il
panorama musicale: i Neue Vocalsolisten Stuttgart, un gruppo di ricercatori
animati dall’ideale di esplorare la musica a trecentosessanta gradi, sempre
sotto il segno di un’assoluta perfezione esecutiva. I madrigali di Gesualdo – è
noto - hanno una forte carica sensuale che riflette la complessa vita del
protagonista (omicida della prima moglie colta in adulterio, complicato con la
seconda): parlano di amore e anche quando si rivolge “al Signore”. Sono molto
terreni. Sciarrino porta le tematiche di Gesualdo (che visse e operò tra la
fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento) all’inizio del Ventunesimo
Secolo; la carica erotica è smorzata ma vi è un forte abbraccio alla natura, ai
suoi suoni e alle sue atmosfere. Il lavoro della giapponese Noriko Baba, pur
tratto da un racconto nipponico, ha sonorità che ricordano alcuni lavori per
solo voce di Giacinto Scelsi. Il madrigale di Francesco Filidei trasuda di
amore di coppia. Alla perizia tecnica dei Neue Vocalsolisten Stuttgart ha
corrisposto qualche difficoltà di dizione. In breve, una serata in cui si è
appreso molto.
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