OPERA/ "Ernani" libertario apre la stagione lirica romana
Pubblicazione:
sabato 16 novembre 2013
La
rappresentazione di Ernani
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Se non ci saranno sorprese dell’ultima ora (alle prospettive di
un commissariamento a ragione della situazione debitoria della fondazione e
della minaccia di uno sciopero dei dipendenti che perderebbero il salario
integrativo – ben il 37% della busta paga)- la stagione lirica 2013-2014 del
Teatro dell’Opera di Roma inizierà il 27 settembre con Ernani opera
che, se ben ricordo, non si rappresenta a Roma da circa un quarto di secolo. In
un saggio su La Nuova Antologia ho sfatato –spero - la leggenda
di Giuseppe Verdi “risorgimentale”. In effetti delle sue 27 opere, solamente La
Battaglia di Legnano, fu ispirata da eventi del processo di unità
nazionale, in particolare da quelli della Repubblica romana del 1849. Ci sono,
però, opere in cui Verdi fu chiaramente e marcatamente rivoluzionario. E liberale
Tra queste ha un ruolo importante “Ernani”, poco rappresentata per le
difficoltà vocali che comporta e di cui negli ultimi dieci anni ricordo belle
edizioni a Palermo ed a Bologna. Tratta dal dramma di Victor Hugo che segnò in
Francia l’inizio del romanticismo, innescando polemiche tra chi era favorevole
e chi contrario alle forti innovazioni che esso comportava, “Ernani” è
un capolavoro giovanile di Verdi e una vera perla musicale da cui emerge con
grande chiarezza la capacità del compositore di delineare la condizione
psicologica dei personaggi ben definiti musicalmente nel rispettivo carattere.
Verdi fu certamente affascinato dal soggetto che gli permetteva di approfondire
la psicologia dei personaggi. Proprio come il protagonista, il bandito Ernani,
un nobile proscritto e amante corrisposto, spinto da violente passioni, che
congiura contro il re di Spagna, Carlo V, per vendicare la morte del padre e
che finisce con il sacrificio della propria vita a pochi giorni dalle nozze con
l’amata Elvira per tenere fede a un patto d’onore stretto con l’implacabile
vecchio Silva, Grande di Spagna.
Una tragedia di passioni, sangue e potere che echeggia i lavori
shakespeariani cui Victor Hugo faceva chiaro riferimento. Ernani, il
protagonista, è essenzialmente un rivoluzionario che sovverte l’ordine
esistente. L’opera appare di rado sulle scene, anche perché è una vera e
propria prima bozza del “Trovatore” e richiede quindi almeno quattro
“grandi voci” e una bacchetta che sappia dare passione all’orchestra, senza però
coprire i cantanti. La volontà di Verdi di legare in un nuovo nesso parola e
musica, passioni e note è chiara fin dalle prime opere, nelle quali è evidente
l’attenzione per la concatenazione scenica e la cura per evitare che il
succedersi dei numeri musicali chiusi interrompa la continuità dell’azione
drammatica. Altro aspetto rivoluzionario per il teatro musicale dell’epoca.
Nella partitura è evidente l’impegno e la determinazione del compositore per
realizzare una drammaturgia musicale puntualissima, nella quale la vivacità
romantica è enfatizzata nel contrasto sonoro fra voci e relativi caratteri. Ne
risulta un’opera precorritrice dei futuri sviluppi del teatro verdiano, dove il
senso di unità della scena sarà la cifra stilistica negli anni della maturità e
dove i brani appassionati e la struttura drammatica basata sul confronto tra
personalità fortemente delineate ne sono emblematico preludio. Molto importante
il coro di grande afflato liberale e libertario. Una dozzina di fa,quando la
Lega Nord aveva proposto di sostituire Fratelli d’Italia con il
melanconico Va Pensiero, l’attuale Ministro degli Esteri Emma Bonino
ed il vostro ‘chroniqueur’ contro proposero di utilizzare il baldanzoso Si
Ridesti il Leon di Castiglia con cui il giovane Ernani galvanizza le sue
truppe a combattere per la libertà.
Nell’allestimento di allestimento di Palermo e Bologna, dove lo spettacolo
fu rappresentato nella primavera del 1999 e del 2011. con un piccolo artificio
viene alzata la pendenza del palcoscenico, che così acquista così una
prospettiva profondissima. Su un impianto fisso scorrono molte belle scene
dipinte (ben otto, di cui quattro solo nel primo atto). Francesco Zito si è
ispirato alla rappresentazione dell’architettura gotica quale interprete della
grande tradizione iconografica della pittura europea del XIX secolo; nei
fondali predominano i grigi, unitamente all’impianto a lunghe colonne bianche,
il contrasto con il nero e le varie gradazioni del rosso che, con poche
eccezioni, domina i costumi (anch’essi firmati da Francesco Zito); in tal modo
risalta ancor di più il marrone della casacca di Ernani, l’azzurro delle vesti
di Elvira, l’oro del manto papale; l’efficace regia di Beppe de Tomasi è
lineare, didascalica, serve la musica (alterando leggermente, nel finale, il
libretto in quanto riprende quello, con il suicidio anche di Elvira, della
tragedia di Victor Hugo). Molto differente, .l’Ernani di Roma ,
almeno a giudicare dai bozzetti: un cinquecento spagnolo grandioso creato da
Hugo de Ana come cornice per la complessa azione scenica. La direzione musicale
di è affidata a Riccardo Muti. Grandi voci come Tatiana Serjan (che si alterna
con Anna Pirozzi, Francesco Meli, Luca Salsi Ildar Abdrazakov (che si
alterna con Ildebrando D’Arcangelo) nei ruoli principali.
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