OPERA/ Una
serata con l'Accademia Filarmonica Romana
Pubblicazione: martedì 5 novembre 2013
L'Accademia Filarmonica Romana (Foto di Antonio Boiano)
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NEWS ROMA
L'Accademia Filarmonica Romana è una delle più antiche
istituzioni musicali romane e italiane. Venne fondata nel 1821 sulla scia del
grande fenomeno del "dilettantismo"; i giovani esponenti dei ceti alti
ricevevano di solito una eccellente preparazione musicale, che mettevano poi in
pratica coll'eseguire musica appunto "per diletto" nei propri
salotti. A fondare la Filarmonica fu dunque un gruppo di nobili e di agiati
borghesi guidati dal marchese Raffaele Muti Papazzurri: cantanti e strumentisti
"dilettanti" decisi a riunire le proprie energie per l'esecuzione non
solamente di brani isolati ma di intere opere liriche in forma di concerto. Ben
presto - con il riconoscimento ufficiale dello stato pontificio, nel 1824 - la
Filarmonica modificò l'assetto di accordo amichevole fra privati, per arrivare
ad assumere un ruolo di primo piano nella vita culturale cittadina. Oggi è una
delle istituzione musicali romane interamente private che ha una caratura internazionale.
Questa premessa a carattere storico è necessaria in
quanto l’Accademia, da privato ben oculato, ha utilizzato per diversi anni
fondi provenienti da lasciti ed elargizioni liberali per darsi “una casa”.
L’Accademia è co-proprietaria del Teatro Olimpico, una vasta sala (circa 2000
posti) nel quartiere Flaminio in una bella piazza sul Tevere da dove il
“ponte della musica” collega l’area dove è stato costruito il Parco della
Musica con il Foro Italico. Tutto per bene, direbbe Pirandello. E tutto bello,
anche il quartiere Flaminio è ad altissima densità abitativa (e gran parte dei
garage sono stati convertiti in botteghe). L’esito è che in serate normali è
difficilissimo parcheggiare nei pressi del Teatro Olimpico e, per di più, i
mezzi pubblici sono ad oltre un chilometro di distanza. Il 31 ottobre, data
dell’inaugurazione della stagione, allo Stadio Olimpico (sull’altra sponda del
Tevere) si giocava in serale una partita di calcio (Roma-Chievo) , fondamentale
per gli esiti complessivi di una delle due squadre della città. Giungere al
Teatro e trovare modo di parcheggiare è stata, in quella serata particolare,
una vera sofferenza.
Ripagata, però, da Angela Hewitt, con l’Ensemble da
camera della Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai che aperto con grande
successo stagione n. 193 dell’Accademia Filarmonica Romana. L’inaugurazione è
stata in ricordo di Roman Vlad, maestro cosmopolita, eccezionale promotore e
divulgatore della cultura e della vita musicale italiana, scomparso lo scorso
21 settembre, che della Filarmonica è stato direttore artistico per due mandati
(1955-58, 1966-69), presidente dal 1994 al 2006 e dal 2007 presidente onorario.
Considerata da The Guardian la migliore interprete di Bach dei giorni nostri,
la grande pianista canadese che al Kantor di Lipsia ha dedicato gran parte
della sua straordinaria carriera artistica, presenta un programma interamente
dedicato alle sue musiche, con quattro Concerti di cui è stata, oltre che
pianista, anche direttore del complesso da camera nato nel seno di una delle
orchestre più importanti e rappresentative del nostro Paese.
La serata è iniziata con il Concerto n. 3 in re magg.
per clavicembalo, archi e continuo BWV 1054, ed è proseguirà con il Concerto n.
6 in fa magg. per due flauti, clavicembalo, archi e continuo BWV 1057, il
Concerto brandeburghese n. 5 in re magg. BWV 1050 per flauto, violino,
clavicembalo, archi e continuo e il Concerto n. 1 in re min. BWV 1052 per
clavicembalo, archi e continuo. Il consenso dei circa mille spettatori (molti
considerando le difficoltà di raggiungere il teatro) è stato suggellato da
applausi al termine di ogni Concerto. “Con una programmazione per un
pubblico di tutte le età, fortemente radicata nel territorio e allo stesso
tempo di respiro internazionale, l’Accademia Filarmonica Romana –ha spiegato il
Presidente Paolo Baratta - conferma le preziose collaborazioni con istituzioni
cittadine, nazionali e internazionali” . “La stagione – prosegue il direttore
artistico Cesare Mazzonis – alterna il giocoso e quel che suole definirsi
‘serio’, il tragico e il faceto. Uno sguardo verso l’antico, musica dal ben
consolidato repertorio, musica contemporanea e alcune curiosità, con una
attenzione rivolta al giovane pubblico. Non una scelta unica e definita, se non
quella di una forte varietà che ci auguriamo interessi e diverta”.
Numerosi gli appuntamenti di rilievo. Ad esempio,
giovedì 21 novembre si potranno ascoltare il clarinettista Alessandro Carbonare
e l’ensemble di percussioni Tetraktis che in vent’anni di attività hanno sempre
seguito un percorso senza confini che prende origine dalla musica contemporanea
per incontrare altri linguaggi tra cui la musica antica, il jazz, il pop,
mescolandosi con musicisti provenienti da altre esperienze.
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