Note contemporanee a Santa
Cecilia
di Giuseppe
Pennisi
Al Parco della Musica a Roma è stato
appena inaugurato il cinquantesimo Festival di Nuova Consonanza, una delle
associazioni che maggiormente ha contribuito e contribuisce tutt'ora allo sviluppo
della musica contemporanea in Italia. Il Festival si estende fino al 15
dicembre e ha un programma di respiro internazionale.
Quando alcuni anni fa la mano pubblica si tirò indietro, gli istituti
culturali stranieri a Roma intervennero per coprire le spese.
Il Festival di Nuova Consonanza è
solo uno dei tanti eventi che mostrano come la città sia diventata una delle
capitali europee della musica contemporanea: se la gioca con Berlino in termini
di ore effettivamente eseguite ogni anno, grazie anche a una serie di festival
come il Romaeuropa e l'Emufest, diventati tra i più importanti a livello
mondiale per la fusione tra live electronics, elettroacustica e visivo
digitale.
Non mancano neppure le attività
delle accademie straniere (di grande rilievo quelle di Francia, Giappone,
Germania, Olanda e Polonia, a cui si è aggiunta da un paio d'anni quella del
Brasile) e di Fondazioni come quella dedicata al compositore Scelsi, nonché del
Conservatorio e delle orchestre delle tre maggiori università pubbliche.
L'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, la più antica e paludata istituzione
musicale italiana, si è dovuta adattare programmando una sezione Contemporanea
e introducendo autori viventi (nonché numerosi compositori del Novecento
Storico) nella stagione sinfonica. Il pubblico tradizionale ha risposto bene ai
due primi concerti imperniati su Britten e Ligeti. (riproduzione riservata)
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