giovedì 15 agosto 2013

Tell trionfa a Pesaro in Milano Finanza 15 agosto



Teatro L'opera diretta da Michele Mariotti entusiasma al Rossini Opera Festival
Tell trionfa a Pesaro
Convincente anche la regia di Vick e i protagonisti, a partire dal coro
di Giuseppe Pennisi

Dieci minuti di standing ovation dopo oltre cinque ore di spettacolo nelle scomode poltrone dell'Adriatic Arena di Pesaro (concepita per il basket ed adattata a teatro). Questo riassume il grande successo della nuova edizione di Guillaume Tell al Rossini Opera Festival (ROF) sino al 20 agosto e in programma nelle stagioni del Teatro Regio di Torino e del Teatro Comunale di Bologna.
Viene presentata un'edizione il più vicino possibile a quella integrale in quattro atti che Rossini modificò sino a pochi minuti dalla prima e che, lui vivente, ha avuto circa 700 repliche a Parigi mentre nel resto d'Europa circolavano riduzioni in tre atti fortemente tagliate.
Il regista Graham Vick e il direttore musicale Michele Mariotti hanno lavorato di stretta intesa con l'intero cast (Nicola Alaimo, Juan-Diego Flórez, Simon Orfila, Celso Albelo, Marina Rebeka, Amanda Forsythe e Veronica Simeoni) nell'allestire un Guillaume Tell davvero differente dalla tradizione. Le montagne e i laghi svizzeri sono soltanto accennati: da un lato, ciò de-enfatizza il ruolo che la natura ha in questa partitura rossiniana, dall'altro ciò permette di fare meglio risaltare il dramma personale e sociale al centro dell'ultima opera di Rossini. Di grande rilievo il coro, a cui nell'allestimento è richiesto anche di danzare cantando (nel primo atto).
L'azione è spostata all'inizio del Novecento, periodo di lotte tra contadini e pescatori da un lato, e aristocratici e borghesia industriale nascente dall'altro. Non mancano cenni ai primi movimenti socialisti del periodo che precedette il conflitto 1914-18. Ciò poco corrisponde alle intenzioni di Rossini, notoriamente reazionario, ma rende attuale il dramma. Tell non è un eroe tutto d'un pezzo, ma un contadino pieno di dubbi e fortemente legato alla propria famiglia e terra: è costretto a scendere in campo, alla guida dei suoi simili, contro i soprusi nei confronti dei suoi stessi cari.
Un ambiente unico, con pannelli in cui i vari luoghi dell'azione sono mostrati con l'uso di scene dipinte e proiezioni, rende lo spettacolo facilmente adattabile a palcoscenici differenti. I balletti sono strettamente integrati al dramma, specialmente nel terzo atto. In questa concezione anti-eroica, la concertazione di Mariotti evidenzia il velo di melanconia intriso anche nei momenti più lieti (quali il grandioso finale) di questo lavoro, con cui a 37 anni Gioacchino Rossini si congedò dalle scene ottenendo, dopo cinque anni di battaglie legali, la lauta pensione con cui visse sino all'età di 76 anni. La melanconia di quello che il compositore, in grave depressione, sapeva essere il suo addio alle scene.
La versione del ROF è più introspettiva e più emozionante di quella, in chiave epica, che Antonio Pappano ha presentato a Roma (nel 2007 e nel 2010) e a Londra (2010) in forma di concerto e registrato per la Emi. Il lavoro verrà riprodotto in dvd e mostrato sui principali canali specializzati italiani e stranieri. (riproduzione riservata)

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