OPERA/ I "giovani" di Mahler sbarcano a Salisburgo
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sabato 24 agosto 2013
La Gustav Mahler Jugendorchester
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NEWS Musica
Passare una delle sei settimane del
Festival d’estate a Salisburgo vuol dire sette giorni di sofferenza e gioia.
Sofferenza per sapere cosa scegliere (il Festival offre circa 240 alzate di
sipario in sei settimane mentre, a titolo di raffronto, le fondazioni liriche
italiane non sfiorano mediamente le 150 l’anno ciascuna). La gioia per l’alta
qualità di ascolto e (per le opere) di visione una volta che si è scelto. Altri
festival (tra cui MiTo che si svolge in settembre a Milano e Torino) hanno
cercato di imitare l’ormai nonagenario Salisburgo. Forse unicamente il festival
Enusco che si svolge ogni due anni a Bucarest (e nel resto della Romania) rappresenta
uno sfidante serio per ampia rappresentanza internazionale e alta qualità delle
proposte.
Per i lettori de IlSussidiario.net,
il vostro chroniqueur ha scelto di soffermarsi su esecuzioni che possano
interessare i giovani e avere un seguito in Italia. Oggi riferisco di due
eventi di sinfonica e cameristica: i concerti dell’orchestra giovanile Mahler e
del quartetto Hagen, due complessi, uno sinfonico ed uno cameristico,che
frequentano spesso il nostro Paese. La settimana prossima del nuovo allestimento
di Don Carlo che dovrebbe approdare alla Scala. L’orchestra giovanile
Mahler, diretta da Philippe Jordan (direttore musicale de l’Opéra di Parigi) si
è cimentata in un’esecuzione in forma di concerto di Rienzi , opera
scritta e composta da Richard Wagner quando a 28 anni era una testa calda
rivoluzionaria influenzata da Bakunin. Dell’opera parlammo quando venne
rappresentata a Roma nel maggio scorso. Non ho avuto modo di ascoltare
l’esecuzione a Salisburgo in cui grandi nomi del canto wagneriano (Christopher
Ventris, Emily Magee, Sophia Koch) sono stati affiancati da vincitori del Young
Singers Project (un concorso internazionale di voci nuove). L’esecuzione –
secondo colleghi presenti i quei giorni a Salisburgo – sprizzava di baldanza
giovanile.
Ho invece assaporato il concerto del
22 agosto (sempre diretto da Jordan): all’esuberante “ouverture” del Rienzi hanno
fatto seguito il concerto per piano ed orchestra il la maggiore di Ravel (con
Jean-Yves Thibaudet al pianoforte), e la quinta sinfonia di Šostakovi . Doppio
fuori programma: ouverture de “I Maestri Cantori di Norimberga” di
Wagner e Jordan e Thibaudet insieme al piano per una suite da “Mia Madre l’Oca”
di Ravel.
Qual è il filo di questo programma,
all’apparenza privo di un vero centro? In effetti, i vari momenti parlano di
quattro aspetti della giovinezza – come si addice ad un orchestra pur creata
nel 1986 da Claudio Abbado (il quale ne è ancora il direttore musicale)- ma che
si rinnova ogni tramite audizioni in 25 città tra ragazzi e ragazze di tutti
gli Stati dell’Unione Europea. Della baldanza di Rienzi si è
detto. Il concerto di Ravel, pur opera matura del compositore, è intriso di
jazz. La quinta sinfonia del trentenne Šostakovi , pur composta per rientrare
nei ranghi dell’ortodossia, è uno sberleffo ironico a Stalin ed alla sua
Corte, I Maestri Cantori di Norimberga sono un inno alla
giovinezza (da parte di chi la ha perduta) e la suite di Ravel è un vero e
proprio scherzo.
Ben diverso il Quartetto Hagen – uno
dei maggiori complessi cameristici su piazza. Dopo aver presentato gli scorsi
anni, l’integrale delle sonate per pianoforte di Beethoven, in questa edizione
2013 offre l’integrale dei quartetti per archi. Il 20 agosto nella “sala d’oro”
del Mozartum ho ascoltato l’ottavo ed il quindicesimo. Composti da un musicista
maturo sono un ringraziamento (a chi lo ha curato durante una grave malattia)
ed un inno alla trascendenza. Tanto il primo quanto il secondo sono
delicatissimi. Di una raffinatezza che pochi si aspettano da uno dei maggiori
compositori del romanticismo.
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