DI GIUSEPPE PENNISI A Telecom si attende con ansia il nuovo rating di Moody’s (che potrebbe arrivare il 15 agosto, giorno feriale negli Stati Uniti, a pochi mesi di distanza da quel 22 maggio in cui l’agenzia portò a Baa3, da Baa2, la classificazione dei titoli della principale azienda italiana di telecomunicazioni). Allora, Moody’s indicò che Telecom avrebbe dovuto lo stock di debito al di sotto dei 27 miliardi di euro entro la fine del 2013.Il primo semestre, però, si è chiuso con un risultato di meno 1,4 miliardi rispetto all’1,2 miliardi dei primi sei mesi del 2012.
Fa tremare un’analisi apparsa la mattina del 7 agosto sul giornale on line «Microeconomics- Asymmetric and Private Information». Una pubblicazione quotidiana per iniziati che tutti gli analisti finanziari leggono con attenzione sulla quale è apparso il lavoro «Are Credit Rating Agencies Still Relevant Information Inrtermediaries? » («Le agenzie di rating sono ancora un pertinente intermediario di informazioni?») di Jess Cornaggia (Georgetown University), Kimberly Rodgers Cornaggia (Kogod School of Business dell’American University), e Ryand D. Israelsen (Indiana University).
In base ad un’analisi empirica, corredata da una verifica econometrica, viene confutata l’ipotesi secondo cui il proliferare di agenzie di rating avrebbe scalfito il ruolo della triade (Moody’s Investors Service, Standards & Poor’s, e Fitch Ratings). Al contrario lo ha rafforzato perché le altre – ad esempio, la cinese Dagong, le amricane Dbrs, Morningstar, A.M. Best, Public Service Credit Solutions, in Australia la Baycorn Advantage o la giapponese Credit Rating Agency – seguono tutte le indicazioni delle major . Il lavoro chiude implicitamente la porta alla proposta secondo cui l’Ocse e la Banca dei Regolamenti Internazionali dovrebbero rimpiazzare le agenzie.
Dall’analisi si ricava che Moody’s ha la reputazione di essere la più severa e che Fitch spesso anticipa o segue di qualche giorno le valutazioni della «sorella maggiore». Il 5 agosto, Fitch ha tagliato da BBB a BBB - . Nel lessico Fitch BBB- vuol dire un gradino superiore a «titolo spazzatura». In quello Moody’s si scende a «spazzatura » se si va più in basso di Baa3. In mancanza di una ricapitalizzazione, si rischia un circolo vizioso. A rendere ancora meno tranquilli, nel pomeriggio del 7 agosto, Jing-Zhi Huang (University of Pennsylvania), Marco Rossi (Notre DameUniversity) e Yuan Wang hanno messo on line (per gli abbonati) un’analisi dei sentimenti dei mercati azionari e obbligazionari «prima» e «dopo» la crisi iniziata nel 2007: mentre «prima», se spirava aria buona, i capitali andavano dall’obbligazionario all’azionario (e viceversa), adesso il cattivo andamento dell’obbligazionario tracima nell’azionario. Rendendo più difficili le ricapitolalizzazioni. Non è un mistero che Telecom guarda alla Cassa Depositi e Prestiti – e in particolare al Fondo strategico italiano creato dalla Cdp – come ancòra di salvataggio. Sinora, però, la Cdp ha mostrato interesse unicamente per la rete di accesso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Il taglio dell’agenzia renderebbe complicata la ricapitalizzazione della compagnia. E la Cdp sta alla finestra guardando all’infrastruttura
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