La piccola
Bayreuth sull’Adriatico
05 - 08 - 2013Giuseppe Pennisi
Questa settimana , parte del pubblico oggi ai Festival di Bayreuth,
Glyndebourne e Salisburgo, si trasferisce in una piccola città sulle
rive dell’Adriatico, Pesaro, nell’Ottocento paese di pescatori
che Giacomo Leopardi guardava con alterigia, assurto a notorietà per un
discorso fatto dal romagnolo Benito Mussolini fece per porre la ‘lira a
quota novanta’ (rispetto alla sterlina) e, quindi, sopravvalutandola,
dimenticato sino agli Anni Sessanta quando diventò sede prestigiosa di
fabbriche di cucine (e di attrezzi per la cucina) e di una delle più note
boutique italiane di alta moda, nonché spiaggia per famiglie lontana dal
chiasso e dei bagordi di Rimini.
Cosa li porta a Pesaro? Il Rossini Opera Festival (ROF):
Il ROF è l’unico festival estivo italiano che in 34 anni ha acquisito un
assoluto rilievo internazionale – l’unico in Italia che gareggia con Bayreuth,
Salisburgo, Aix en Provence e Glyndebourne. È anche un festival che rende.
Un’analisi empirica mostra che nelle due settimane periodo della manifestazione
il valore aggiunto del terziario a Pesaro aumenta di circa 12 milioni di euro;
il 70% del pubblico viene da fuori della Regione; il 66% è straniero. La
vendita dei biglietti è cominciata il 29 aprile ma da gennaio le agenzie
francesi e tedesche (che possono acquistare biglietti di gruppo dall’inizio
dell’anno) vendevano con un ‘mark up’ del 200%.
Cosa suggerire? Il festival dura due settimane, dal 10 al 23 agosto; per
chi si occupa di critica musicale, e in particolare di scrivere per quotidiani,
subito dopo le prime rappresentazioni il periodo 19-23 agosto consente di
cogliere non solo le tre opere principali in forma scenica (L’Italiana in Algeri,
Guillaume Tell, l’Occasione Fa il Ladro) ma anche Il Viaggio a Reims, con un
cast di giovanissimi e La Donna del Lago in forma di concerto e un campione
anche di altre manifestazioni. Si può proseguire per la “Sagra Malatestiana” a
Rimini, che in quel periodo sarà in pieno fulgore.
Le tre opere che rappresentano il ‘cuore’ del festival sono interessanti.
Il nuovo allestimento de L’Italiana in Algeri (regia di Davide Livermore, scene
e progetto luci di Nicolas Bovey, costumi di Gianluca Falaschi, concertazione
di José Ramón ) è una nuova produzione con un cast giovane ed a costi
contenuti; chi ha visto le prove la considera molto divertente. E’ probabile
che verrà ripresa in Italia ed all’estero. La ripresa dello storico
allestimento de L’occasione fa il Ladro di Jean-Pierre Ponnelle (uno spettacolo
degli Anni Ottanta che ha girato per i cinque continenti restando sempre
fresco) assicura buon umore: è una delle farse giovanili rossiniane più
spassose.
Guillaume Tell è una vera rarità; viene presentato in versione integrale e in inverno si potrà vedere a Torino il cui Teatro Regio lo coproduce. Sarà certamente anche al Teatro Comunale di Bologna.
Guillaume Tell è una vera rarità; viene presentato in versione integrale e in inverno si potrà vedere a Torino il cui Teatro Regio lo coproduce. Sarà certamente anche al Teatro Comunale di Bologna.
Grande attesa per la concertazione di Michele Mariotti. Dopo il successo
della Donna del lago con cui ha debuttato lo scorso maggio alla Royal Opera
House di Londra, il trentaquattrenne Michele Mariotti affronta il più complesso
titolo rossiniano- quello con il quale il 37nne Gioacchino si ritirò dalle
scene, diventando dopo cinque anni di vertenza giudiziaria ed una sentenza
della Corte di Cassazione francese il più giovane ‘pensionato d’anzianità del
mondo’. La nuova produzione dello spettacolo, con la regia di Graham Vick, le
scene e i costumi di Paul Brown e le coreografie di Ron Howell, è in scena
all’Adriatic Arena a partire da domenica 11 agosto alle ore 18. L’Orchestra e
il Coro sono quelli del Teatro Comunale di Bologna, di cui Mariotti è Direttore
principale.
“Guglielmo Tell è un eroe che a me piace definire
schubertiano – dice
Michele Mariotti – perché l’eroismo di Schubert è meno magniloquente, meno
fisico: un eroismo del quotidiano, quello delle persone normali, che gli eventi
cambiano in eroi. È un padre di famiglia che viene “costretto” a trasformarsi
per difendere i suoi affetti. Dirigo per la prima volta quest’opera e ho scelto
la versione in francese perché è stata scritta in questa lingua, e la
traduzione italiana modifica la musicalità originaria. Eseguirò anche la quasi
totalità dei balletti previsti dall’edizione originale.
Grazie a questo Guillaume Tell torno a lavorare con
Juan Diego Florez – prosegue
Mariotti – che debutta in Europa il ruolo di Arnold e che ho diretto pochi
mesi fa a Londra nella Donna del Lago. Il ruolo è mostruoso e tradizionalmente
viene affidato a voci meno belcantistiche ma più liriche ed eroiche. Il
Festival ha voluto assegnarlo a lui per tener fede a quella che era la volontà
di Rossini, che scrisse un’opera più incentrata sull’eleganza del belcanto; il
ruolo risulta meno di forza, ma mantiene quella cifra di astrazione che il tipo
di voce di un tenore come Florez consente”.
Assieme a Florez sono protagonisti sul palco Nicola Alaimo, impegnato nel ruolo del titolo, Marina Rebeka in quello di Mathilde, Simon Orfila in quello di Walter Furst, Celso Albelo nel ruolo del Pêcheur e Amanda Forsythe nei panni di Jemmy.
Assieme a Florez sono protagonisti sul palco Nicola Alaimo, impegnato nel ruolo del titolo, Marina Rebeka in quello di Mathilde, Simon Orfila in quello di Walter Furst, Celso Albelo nel ruolo del Pêcheur e Amanda Forsythe nei panni di Jemmy.
Vorrei aggiungere che Michele Mariotti è un ottimo jogger ed ha un grande
spirito sportivo. Sono stato il solo critico che lo ha criticato, anche
severamente, quando nel novembre 2007 inaugurò la stagione lirica concertando,
a 27 anni, una delle più difficile partitura di Verdi, Simon Boccanegra . Siamo
diventati amici. Ammette che le lodi sperticate di altri non erano giustificate
e che , sotto alcuni aspetti, non avevo torto. Sa anche Muti ha ‘toppato’ con
Guillaume Tell e che in sala ci sarà almeno una persona che, propria perché lo
stima e lo apprezza, non gli farà sconti.
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