InScena
Valchiria arriva in una cupa periferia
di Giuseppe
Pennisi
Con Valchiria, prima giornata del
wagneriano Anello del Nibelungo, si precisa la drammaturgia dell'intero ciclo
in scena a Palermo, per la regia di Graham Vick, scene e costumi di Richard
Hudson. Nell'opera in scena al Teatro Massimo fino al 3 marzo ci si trova nel
mondo delle passioni umane (amore, sesso, potere) intrecciate con i presagi
della fine delle vecchie divinità.
Il coro è rappresentato da 40 mimi che si sostituiscono anche a elementi
scenici. La tragedia è ambientata in una squallida, cupa e violenta periferia
contemporanea, con uno unico sprazzo solare (di speranza) alla fine. Chiudendo
i lati del palcoscenico, Vick e Hudson evitano anche la dispersione del suono.
In linea con questa lettura, il giovane Pietari Inkinen concerta dando grande
enfasi agli abbandoni lirici. Tra le voci spicca il gruppo femminile, guidato
da Lise Lindstrom , Ausrine Stundyte e Anna Maria Chiuri. John Treleaven non ha
più la presenza e la vocalità del ruolo. Frans Hawlata, stanco Re degli De, ha
ben gestito il lungo monologo finale. (riproduzione riservata)
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