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lunedì 18 febbraio 2013
Sondaggi e andamento dell’economia in Formiche 18 febbraio
Sondaggi e andamento dell’economia
18 - 02 - 2013
Giuseppe Pennisi
Sul Corriere della Sera del 17 febbraio, Angelo Panebianco solleva, correttamente, la “mancanza di rispetto” per gli elettori alla base della norma che vieta la pubblicazione di sondaggi le ultime due settimane prima delle elezioni e ne analizza le implicazioni politologiche. Credo che siano almeno di pari importanza quelle economiche, o meglio quelle che riguardano il funzionamento dell’economia e, dunque, il suo andamento.
In Italia soltanto poche università insegnano la teoria economica dell’informazione; quando la Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione (SSPA) tenne un master in materia, nonostante il successo (300 domande per 25 posti), dopo la prima edizione, un direttore di tendenza poco liberal lo soppresse anche se vi aveva insegnato, gratis ed in amicizia, il Premio Nobel Lawrence Klein.
Le asimmetrie informative sono il problema più grave del funzionamento dell’economia italiana. Trent’anni fa lo documentò a tutto tondo Robert Putman dell’Università di Harvard il quale ha studiato il funzionamento dell’economia italiana per un quarto di secolo. Da tali asimmetrie – pochi detengono il potere di “essere informati” e lo utilizzano per il loro tornaconto – derivano tutti gli altri: dal malcostume al malaffare, dall’inganno nei confronti degli elettori alla scarsa concorrenza, dalle clientele alla quanto meno inadeguata separazioni dei poteri, dalla poca concorrenza alle asimmetrie posizionali in questo o quel mercato. La crescita è bloccata da vent’anni per problemi la cui madre sono le asimmetrie informazione. Non che la divulgazione dei sondaggi (i cui risultati sono noti in tempo reale a chi li commissiona) sia una panacea. E’ però che il Premio Nobel Douglas North ed il suo brillante allievo Avinash Dixit chiamano un “incentivo a basso potenziale” per giungere, nel tempo, a ridurre le asimmetrie informative ed a migliorare l’andamento dell’economia. Chi vieta la diffusione dei sondaggi, quindi, condanna tutti (pure se medesimo) alla stagnazione ed al declino.
La ricerca di Openpolis
Il mercato però si vendica sempre, come diceva Luigi Einaudi. Ammesso che il divieto abbia l’obiettivo di non influenzare gli indecisi ed i dubbiosi (partendo dal presupposto che possano votare “meglio” senza essere informati, per tutti costoro l’Associazione Open Polis (apartitica ed apolitica) ha creato uno strumento: un auto-sondaggio on line per raffrontare le visioni della società di ciascuno (
la Weltanschauung
:per utilizzare l’intraducibile) con i programmi dei partiti (quali intesi dai partiti medesimi). Per scegliere chi votare alle prossime elezioni, non sempre si può fare affidamento su informazioni corrette ed esaurienti. Open Polis ha selezionato i 25 temi più importanti ed ha interrogato le liste elettorali. La quasi totalità ha risposto direttamente, per le altre Open Polis ha ricavato la loro posizione analizzando i programmi elettorali e le dichiarazioni pubbliche.
Ne è risultato lo strumento
voisietequi.it
che propone ai cittadini-elettori di rispondere ad un questionario che restituisce come risultato il partito più vicino alle proprie posizioni. Inoltre, al termine del test viene elaborata una mappa visuale che colloca l’utente nel grafico delle distanze esistenti fra le diverse liste. Il progetto non si esaurirà con l’elezione del nuovo Parlamento, ma proseguirà per tutta la durata della legislatura. Infatti, con il contributo di quanti risponderanno al questionario, Open Polis ha l’obbiettivo di monitorare l’operato di deputati, senatori e governo per verificare che gli impegni assunti in campagna elettorale vengano rispettati.
Per effettuare l’auto sondaggio, basta andare al link:
www.voisietequi.it
Per chi volesse vedere come Open Polis ha monitorato la legislatura appena terminata, si vada al link:
https://s3-eu-west-1.
amazonaws.com/
camereaperte2013.openpolis.it/
dossier_camereaperte2013.pdf
Questi strumenti non hanno l’efficacia che potrebbero avere se fossero accompagnati dalla liberalizzazione dei sondaggi. Sono però un passo importante per ridurre divari informativi e posizionali e rendere l’Italia più moderna e più giusta
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