mercoledì 6 febbraio 2013

Bologna, un «Macbeth» in stile giapponese in Avvernire 7 gennaio



Bologna, un «Macbeth» in stile giapponese


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er la seconda volta in dieci anni, il Teatro Comunale di Bologna ambienta Macbeth di Giuseppe Verdi non nelle nebbie scozzesi (come nello spettacolo Svoboda-Brockhaus visto a Jesi e Genova) ma nel Medioevo giapponese: nel 2005 Micha von Hoecke utilizzò il Teatro come schema di riferimento; ora (in una coproduzione con il Municipal di San Paolo, a Bologna sino al 12 febbraio e poi all’estero), Bob Wilson trasporta le sue geometrie astratte e ritmiche nel Teatro Kabuki. Ci sono assonanze con il film Il trono di sangue di Kurosawa (tratto dalla stessa tragedia shakespeariana che appassionò Verdi) ma il dramma è tutto interiore: la rinuncia a un vero rapporto coniugale e ad avere figli per ottenere il potere.

Quindi, anche la battaglia finale nella foresta è sobria e stilizzata. Ancora più interessante della regia di Wilson è l’impostazione musicale voluta dal maestro concertatore Roberto Abbado e dal direttore artistico Nicola Sani: fare ascoltare (eliminando i 'ballabili' che Verdi fu, controvoglia, costretto a scrivere per soddisfare le prassi francesi) la versione che il compositore considerava «definitiva» – ossia quella del 1865 per adattare a Parigi un’opera concepita e messa in scena 12 anni prima per il Teatro alla Pergola di Firenze. Non un’interpolazione tra le tre versioni (1847 per Firenze, 1865 per Parigi, e 1874 per la Scala) come spesso viene offerto, ad esempio da Riccardo Muti.

Verdi aveva ragione a preferirla alle altre per il recitar cantando (poi ripreso in alcuni momenti di Falstaff ) e per le profonde sonorità orchestrali. Ne risulta una partitura incentrata su due anime tormentate che, assetate di potere, ricercano invano, nell’ultimo atto, il perdono.Vengono de­enfatizzati quelli che nella seconda metà dell’800 vennero visti come orpelli risorgimentali (il coro degli scozzesi in esilio Patria oppressa) ed accentuata la solitudine di Macbeth e della sua Lady. Il terzo aspetto significativo è la presenza di Jennifer Larmore nel ruolo della protagonista (nella foto). Il mezzosoprano di Atlanta a 55 anni raggiunge tonalità gravi molto profonde ma sfoggia la coloratura che possiamo ascoltare in un’incisione del 1952 di Maria Callas diretta da Victor De Sabata. Macbeth e Banco sono Dario Solari e Riccardo Zanellato. Roberto De Biasio è Macduff.

Giuseppe Pennisi


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Bob Wilson trasporta l’opera di Verdi nel medioevo del Sol Levante. Convince la cantante americana Jennifer Larmore



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