lunedì 5 gennaio 2009

UN ROMEO E GIULIETTA TECNOLOGICO APRE IL 2009 , Il Velino 5 gennaio

Il nuovo anno del teatro in musica è stato aperto dalla prima rappresentazione romana di “Romeo and Juliet”, un balletto di Mauro Bigonzetti e Fabrizio Plessi, ispirato alla tragedia di Shakespeare e basato sulla musica di Prokofieff. Lo spettacolo – invitato dall’Accademia Filarmonica Romana (una delle più antiche associazioni musicali della Penisola) – si replica al Teatro Argentina. Novità per il pubblico romano ma non per quello dell’Italia centrale e di altri Paesi – è coprodotto con i Festival di Ludwidshaven in Germania, di Kuopia Dance in Finlandia e di Lucent in Italia ed è stato già mostrato integrale in televisione in Germania ed in Francia; dopo le repliche nella capitale andrà in Venezia Giulia e da lì in una tournée di un mese e mezzo nella Repubblica Federale.
E’ uno dei fiori all’occhiello della Fondazione Nazionale per la Danza- Compagnia Aterballetto che compie in queste settimane trent’anni ed è votato all’innovazione, in un panorama ancora molto statitico Inizialmente la necessità di recuperare gap culturali con fondamentali autori del Novecento storico porta nel repertorio di Aterballetto titoli emblematici come Parade di Leonid Massine; Apollo, Agon, Allegro Brillante ( e altri )di George Balanchine; lo struggente e raro Jardin aux Lilas di Antony Tudor; Le Jeune Homme et la Mort di Roland Petit, mentre il direttore di Aterballetto, il danzatore e coreografo milanese Amedeo Amodio ( insediatosi nel 1979) allestisce alcuni lavori-portrait come il neoclassico Ricercare a Nove Movimenti o Coccodrilli in abito da sera. Fin dall’inizio Aterballetto riesce a instaurare felicissime collaborazioni con autori contemporanei che incidono profondamente nello stile e nell’approccio artistico dei ballerini. Glen Tetley, erede della grande tradizione modern storica americana, affida loro due titoli cardine della sua produzione ( Sphinx e Mythical Hunters) e crea The dreamwalk of the Shaman. Alvin Ailey li plasma al suo linguaggio articolato e free style con Night Creature, The River e la creazione Escapades. Nel 1984, nasce il sodalizio con William Forsythe che rimonta per Aterballetto il suo hit Love Songs, ma soprattutto crea nel 1985 Artifact 2- poi diventato Steptext, punto di partenza della sua importante rivoluzione postclassica.Sarà poi la volta di Hans Van Manen e Lucinda Childs. Ben Stevenson e Kenneth Mac Millan. Nel corso degli anni ’80 il progetto Aterballetto si consolida e diventa la più brillante realtà della danza italiana, forte della collaborazione con grandi artisti italiani, da Mario Ceroli a Emanuele Luzzati, Seguendo una tendenza progettuale che coinvolge molte esperienze coreografiche europee degli anni ’90, nel 1997 Aterballetto assume un nuovo compito: quello di determinare l’esistenza di una formazione d’autore italiana di stampo e levatura mondiale. Mauro Bigonzetti, che assume in quell’anno la direzione artistica della compagnia, plasma una formazione di danzatori che egli plasma nel suo stile forte e eclettico, nervoso e atletico. Il repertorio si trasforma, di fatto incentrandosi sulle produzioni dello stesso Bigonzetti e di quegli autori ‘di riferimento’, cui l’artista si sente legato da un senso di colleganza, di visione e di filosofia artistica, come Jiri Kylian o William Forsythe.
Veniamo ora allo spettacolo. Di Shakespeare resta il concetto di base – in cinque movimenti : passione, scontro, destino, amore e morte. Si può individuare la trama nelle prime scene (ad esempio, la festa a casa Capuleti) ma successivamente l’intero spettacolo si basa sull’intrecciarsi dei corpi di Romeo e Giulietta, inizialmente soli ma successivamente le coppie da diventano dieci per tornare ad essere due nel drammatico finale. La partitura di Prokofieff , ovviamente, non è integrale , ma un montaggio di vari momenti del balletto presentata tramite sintetizzatore elettronico . Il genio capriccioso del musicista russo è tale da traforare il sintetizzatore ed esplodere in tutta la sua bellezza.
Spettacolo innovativo e per certe aspetti trasgressivo (a fronte dei canoni correnti). In ciò si lega con la tradizione dell’Accademia Filarmonica che, ricordiamolo, venne creata a Roma da giovani aristocratici insofferenti della censura pontificia proprio per portare innovazione e mettere in scena non solo cameristica e sinfonica ma anche opere e balletti vietati dalla burocrazia.

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