Ci sono almeno tre buone ragioni alla base della scelta della Cai-Nuova Alitalia a favore dell’aeroporto di Fiumicino come sua principale base operativa. Le altre due principali basi operative sono, in pratica, Milano e Catania (anche se sotto il profilo amministrativo le basi saranno sei).
In primo luogo, almeno nella fase iniziale l’accento dell’aerolinea sarà sui collegamenti nazionali. L’Italia è una penisola. Roma ne è la capitale non solamente per ragioni storiche ma anche per motivi geo-economici. Situata sulla sponda tirrenica ma al centro della Nazione, è il luogo da cui i collegamenti per quasi tutto il Paese, isole comprese, sono più facili. Sarebbe molto più costoso, oltre che tecnicamente difficile (sotto il profilo strettamente aeronautico) portare altrove la principale base operativa di quella che si profila una compagnia di media portata rivolta principalmente al traffico interno nazionale. Queste caratteristiche sono sottolineate su Lavoce.info dell’8 gennaio da un economista, specializzato nel settore dei trasporti, non certo romano , o “sudista”, e per nulla vicino all’attuale maggioranza o alla Cai-Nuova Alitalia come Andrea Boitani dell’Università Cattolica di Milano. Questa caratteristica resterà immutata anche dopo un eventuale ingresso della nuova compagnia in un’alleanza internazionale, di cui diventerebbe (anche se l’alleato fosse Luthansa, ipotesi quanto mai improbabile) il braccio operativo verso le rotte del Medio e dell’Estremo Oriente (con l’eccezione di quelle polari).
In secondo luogo, a Fiumicino sono stati fatti investimenti non recuperabili da decenni (argomento che vale anche per Malpensa) e sarebbe poco accorto non utilizzarli a pieno. Tanto più che la base operativa principale è in quasi tutti i Paesi del mondo nella capitale. Le eccezioni sono rare: Berlino divisa tra Ovest ed Est sino a meno di 20 anni fa, i molteplici hub di Stati Uniti e Cina a ragione delle dimensioni dei rispettivi Paesi, i due hub del Giappone a motivo dell’addensarsi della popolazione e delle attività economica nell’isola meridionale, nell’area Osaka-Kobe. Avere la base operativa principale nella capitale comporta una riduzione dei costi di transazione.
In terzo luogo, per parafare Boitani, non è in atto un “derby” Malpensa – Fiumicino : il presente di Malpensa è stato pasticciato dal progetto di Milan City Airport a Linate e dal pullulare di altri piccoli scali. In un’ottica affettivamente federalista, le autorità lombarde hanno modo e maniera per mettere ordine e per catturare il traffico dal Nord verso il resto del mondo. Devono soltanto insistere per la liberalizzazione degli slots. Se Malpensa trova buoni livelli d’efficienza e non si frappongo altri ostacoli ai collegamenti autostradali e ferroviari, avrà una clientele ricca e molto differente da quella di Fiumicino.
Perché la Cai-Nuova Alitalia decolli è necessario che terminino gli scioperi selvaggi e le cancellazioni di voli. Hanno già fatto scappare Klm, Lufthansa e la stessa Aeroflot. Potrebbero mettere in fuga AirFrance-Klm e gli azionisti italiani della nuova compagnia . Con danni gravi per tutto il Paese.
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