Il 2009 è iniziato all'insegna dell'innovazione con un allestimento di Romeo and Juliet molto giovane, muscolare e decisamente votato all'eros, nonché high tech. Lo spettacolo è stato allestito presso il Teatro Argentina di Roma dalla Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto (che in questi giorni compie 30 anni) e dalla Filarmonica Romana (vicina al secondo centenario dalla propria nascita). Da Roma, Romeo and Juliet andrà in Friuli Venezia Giulia, a Gorizia, a metà gennaio e, poi, in una lunga tournée in Germania, mentre nei circuiti italiani la compagnia porterà altri spettacoli con contenuti innovativi, quali In Canto dall'Orlando Furioso e Passo Continuo, Saminas, Absolutely free. La Fondazione Nazionale Danza/Aterballetto e la Filarmonica Romana sono da sempre entrambe ai limiti della trasgressione rispetto al mondo culturale che le circondava all'epoca delle rispettive nascite e nei settori specifici in cui operavano. Nel 1978-79, la Fondazione Nazionale Danza si poneva come elemento di rottura poiché portava nel balletto italiano non solo le novità americane e tedesche ma anche un concetto di teatro in musica in cui la danza era coniugata con atletismo e assumeva contenuti anche politici e sociali (come negli spettacoli di Pina Bausch in Germania, Alvin Aley negli Usa o Maurice Béjart in Francia e Belgio). Analogamente, un gruppo di giovani aristocratici romani creava, nel 1821, la Filarmonica, club privato dove si poteva non solo fruire di cameristica e di sinfonica, ma anche rappresentare opere vietate dalla censura della burocrazia del Papa Re. Romeo and Juliet esprime efficacemente questa concezione del teatro in musica.
La vicenda della tragedia di Shakespeare è evocata solo all'inizio, mentre in seguito i due amanti si moltiplicano in dieci coppie che affrontano un susseguirsi di dialoghi e scontri di passione e di eros attraverso il movimento. La danza è quindi coniugata con l'atletica. La musica di Prokoviev (che alla fine degli anni 30 faceva il vezzo alle partiture tardoromantiche) è rimontata tramite un sintetizzatore elettronico. L'idea è del coreografo Mauro Bigonzetti e di Fabrizio Plessi (che cura scene e costumi dal tono avveniristico e tecnologico). Ottimo il cast internazionale, così come internazionale è la produzione, frutto della collaborazione con i Festival di Ludwigshafen (Germania), Kuopio Dance (Finlandia), e Lucent Danstheater (Olanda). Internazionale è infine anche il pubblico a cui si rivolge. Difficile dire quanto guarderà al futuro e quanto al passato la prossima produzione della Filarmonica, con Freud, Freud I love you (libretto di Gianluigi Melega, musica di Luca Mosca) uno “scherzo musicale in un atto” commissionato all'uopo e la cui prima mondiale è in programma il 15 gennaio al Teatro Olimpico della capitale. Si occupa della follia di Oskar Kokoscha (pittore e drammaturgo), innamorato respinto di Alma Mahler, e in cura presso Sigmund Freud. Ci si rivolge ancora una volta al pubblico internazionale, ma c'è il rischio che il gioco ironico sia colto da pochi. (riproduzione riservata)
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