LES RITALS/ L'opera del
migrante (italiano)
Pubblicazione:sabato
4 marzo 2017
Migranti italiani
Tra le
iniziative programmate per i settanta anni dalle firma del Trattato di Roma, ce
ne è una apparentemente piccola ma di grande rilievo musicale, politico e
sociale. La sera del 25 Marzo, nella Sala Sinopoli al Parco della Musica a Roma
verrà eseguita Les Ritals, una cantata scenica in un’introduzione e due
parti di Luciano Bellini, didatta (del Conservatorio dell’Aquila), pianista,
direttore d’orchestra e compositore. Les Ritals è il nomignolo leggermente
spregiativo che veniva attribuito ai migranti italiani che, in base ad un
accordo di alcuni anni prima, si recavano in Belgio nelle miniere di carbone.
Oggi
dimentichiamo che l’Italia che firmò i trattati europei era un Paese povero di
emigrazione netta: 400.000 uomini, donne e bambini lasciarono la Patria proprio
nel 1957 in cerca di un avvenire migliore. Quelli che si recarono nel Belgio
non solo diedero un contributo essenziale all’industria europea del carbone e
dell’acciaio ma vi lasciarono sovente il loro sangue: nella solo tragedia di
Mancinelle, alla metà degli anni settanta, perirono 136 minatori
italiani.
Les Ritals non è l’unica opera musicale
dedicata all’emigrazione italiana; si pensi ad esempio ad Ellis Island di
Giovanni Sollima che ha debuttato nel 2002 al Teatro Massimo di Palermo oppure
a “Italiani all’opera!” un docu-film di Franco Brogi Taviani del 2011,
che ripercorre la storia dell'emigrazione italiana in Argentina - dalle prime
emigrazioni dell'Ottocento fino ai giorni nostri - attraverso il viaggio, oggi,
di un giovane cantante lirico in cerca di fortuna.
Les Ritals ha però una particolarità. E' forse
la prima in ordine temporale. E’ stata composta nel 1999 ed ha avuto diverse
rappresentazioni in Italia (L’Aquila, Roma, Perugia, Firenze, Chieti, Pescara)
e all’estero (Charleroi) per non citare che le principali. In secondo luogo, si
è via via sviluppata ed ampliata da un lavoro cameristico, ad una ‘cantata
drammatica’ per orchestra sinfonica, voci recitanti, un soprano, un tenore, tre
cori; il libretto è stato ampliato – ad esempio, l’ultima versione (che si
vedrà a Roma ) non riguarda unicamente i migranti italiani ma tutti i migranti
e termina con un quadro incentrato sul bimbo Ayal siriano morto arrivando alla
costa turca) e la cui foto ha fatto il giro del mondo.
Infine – ed
è forse questo il suo aspetto più innovativo - il libretto è composto da testi
originali, brani di lettere, pensieri, poesie a tratti recitati a tratti
cantati, scritti dai migranti italiani medesimi degli anni cinquanta e
sessanta; un libretto di atmosfere (speranza di una vita migliore, nostalgia,
delusioni, dolore, rabbia anche allegria, lotta e rassegnazione, momenti di
amicizia e solidarietà).
Interessante
la partitura: una struttura tonale incorpora ed amalgama elementi di musica
popolare e folcloristica, di pop e qualche cenno di rock. Le parti cantate sono
declamati che si sciolgono in ampi ariosi. Bellini ha composti altri lavori
musicali a carattere sociale (ad esempio Shoa, La Memoria, La Speranza
e la Vita– e . come spesso accade, è conosciuto più all’estero che in
Italia.
A Roma Les
Ritals verrà eseguito in forma di cantata come inizialmente concepito,
ma in Belgio ci sono state rappresentazioni quasi semi-sceniche utilizzando
foto dell’epoca come elementi scenici ed immagini.
In occasione
dell’esecuzione romana esce il disco dell’opera. Dirige e concerta Luciano
Bellini l’orchestra sinfonica del Conservatorio Casella dell’Aquila, la corale
aquilana e la Schola Cantorum S.Sisto sono diretti da Rosalba Di Marco ,
Carmine Colangeli e Giulio Gianfelice. I cantati sono Antonella Cesari
(soprano) e Nando Citarella (tenore) e le voci recitanti Maria Cristina Di
Nicola e Armando De Ceccon.
Un lavoro da
non perdere.
© Riproduzione Riservata.
Nessun commento:
Posta un commento