La Brexit e la fine
dell’Europa
AddThis Sharing Buttons
Share to WhatsAppShare to TwitterShare to FacebookShare to Google+Share to
LinkedInShare to E-mail
La
recensione di Giuseppe Pennisi
Questa
settimana consiglio la lettura di un libro di Roberto Caporale (con
un’introduzione di Paolo Savona): Exeunt. La Brexit e la fine
dell’Europa. L’autore è stato ed è un manager di imprese sia a
partecipazione statale sia privata. La sua attività gli consente di vedere i
problemi dell’Europa con occhi più pratici e più pragmatici di quelli abituali
nelle aule universitarie.
Il titolo
del volume può trarre in inganno. Alla Brexit in quanto tale sono dedicati tre
dei cinque capitoli del volume e se ne sviscerano i complessi aspetti giuridici
ed economici (senza però entrare in scenari basati su simulazioni econometriche
sugli effetti quantificabili dell’uscita della Gran Bretagna dall’Unione
europea).
È quello che
nel lessico accademico anglosassone potrebbe essere chiamato un event study con
accento sulle policies e sugli aspetti istituzionali. Il punto centrale non è
la fine dell’Europa ma come si può partire per costruire una nuova Europa più
snella, più efficace, più dinamica e più equa. Nella quale, soprattutto,
ciascuno sia e si senta più libero.
Per molti aspetti
quest’opera ricorda Europe simple Europe strong di Frank Vibert,
della London School of Economics (nonché allora presidente dell’European Policy
Forum). Un testo, pubblicato una quindicina di anni or sono, fondamentale nella
letteratura europea ma che non ha trovato un editore disposto a tradurlo in
italiano. Il che la dice lunga su un’Italia essenzialmente statalista e
corporativa.
Nel capitolo
del saggio di Roberto Caporale sulla politica dell’armonizzazione in sede Ue si
afferma che questa ha prodotto “un’incredibile massa di norme europee cui
debbono soggiacere produttori e consumatori continentali. […] Esiste da tempo
quello che potremmo definire un nuovo genere letterario che descrive la tragica
comicità di molti esempi di normativa europea e ne misura chilometricamente
l’intrusività”.
La seconda
parte del saggio traccia le prospettive che l’Ue avrebbe dovuto apprendere
dalla Brexit: “Un modello d’Europa desacralizzato ma non per ma non per questo
meno unito in cui la sovrapposizione di aree di azione collettiva realizza un
impianto adattivo con istituzioni forti nel loro ruolo primario di assicurare
il rispetto dei principi e delle norme che realizzano uno spazio di mercato
libero e aperto”.
Roberto
Caporale
Exeunt. La
Brexit e la Fine dell’Europa
Rubettino,
pgg. 170, € 13
Nessun commento:
Posta un commento