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Un'esplosione d'allegria scoppia a Firenze in Milano Finanza 7 maggio
Un'esplosione d'allegria scoppia a Firenze
di Giuseppe Pennisi
Dopo decenni di onorato servizio, il Teatro Comunale di Firenze
chiude in allegria. L'ultimo spettacolo (in scena ora sino all'8 giugno ma si
prevedono riprese al nuovissimo Firenze Opera, operativo in luglio con Il
Barbiere di Siviglia ) è una vera chicca: L' Amour des Trois Oranges di Sergej
Prokofiev nell'edizione originale in francese raramente in scena in Italia.
Tratta da un lavoro di Carlo Gozzi e
composta per l'Opera di Chicago, dove debuttò nel 1921, è una favola futurista
e dadaista su due temi di fondo: il processo di formazione di un giovane
ipocondriaco e una critica spietata alle classi dirigenti che hanno portato
l'Europa alla Grande Guerra, nonché una presa in giro del realismo socialista, del
verismo, del post-wagnerismo e dello stesso melodramma. Prokofiev si
considerava in concorrenza con Chaplin e i Fratelli Max: 11 quadri rapidissimi
con 30 personaggi in grado non solo di cantare e recitare ma anche di danzare e
fare piroette in una successione di gag. Alla prima, il pubblico ha riso di
cuore per oltre due ore. Il regista sudafricano Alessandro Talevi ha colto bene
i due filoni principali della favola. Giovane anche il direttore d'orchestra,
Juraj Valcuha, con l'arduo compito di concertare una partitura per grande
orchestra (dove su un tappeto sinfonico si inseriscono jazz, ritmo afro-cubano
e melodie popolari russe) e tenere un buon equilibrio tra la buca e un
palcoscenico con 26 solisti. Giovane gran parte del cast, in cui alcuni (per esempio
Lois Félix nel ruolo di Truffaldino e Jonathan Boyd in quello del Principe)
effettuano acrobazie mentre cantano. (riproduzione riservata)
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