giovedì 19 giugno 2014

Una Norma partigiana in Avvenire 20 giugno

Una Norma partigiana


GIUSEPPE PENNISI

PALERMO
N
orma è una partigiana cristiana durante l’oc­cupazione tedesca. La vicenda si svolge intera­mente in una chiesa spoglia, di­ventata rifugio di una cellula del­la resistenza. L’ambientazione non inficia la drammaturgia, an­zi le dona un tratto intenso e coe­rente: un Paese occupato, la Francia come la Gallia, una pro­tagonista femminile che cerca di affermare le ragioni della pace, ma fallisce. Efficaci le scene e i costumi di Anna Viebrock e le luci di Mario Fleck. Non tutto il pubblico delle 'prime' paler­mitane ha apprezzato, l’altra se­ra, questa ambientazione; c’è stata qualche protesta dopo il primo atto ma non al termine dell’opera. La produzione Jossi Wieler e Sergio Morabito è arri­vata a Palermo dopo essere sta­ta vista in vari teatri perché ha ottenuto l’Oscar della critica musicale tedesca ed ispirato la messa in scena di Moshe Leiser e Patrice Caurier, con Cecilia Bartoli , un allestimento che a sua volta ha avuto l’Oscar inter­nazionale della lirica nel 2013.

Norma è
la quintessenza del bel­canto, al suo culmine nei due duetti tra la protagonista ed A­dalgisa. Csilla Boross ha un’e­stensione vastissima e reperto­rio molto ampio; ha debuttato, a Palermo, nel ruolo dopo avere cantato per anni Verdi, Wagner e Puccini. Offre una Norma dram­matica di agilità con un volume generoso. Accanto a lei, l’Adal­gisa di Annalisa Stroppa appare ancora più innocente. Aquiles Machado (Pollione) utilizza il re­gistro di centro più di quanto do­vrebbe. Marco Spotti (Oroverso) è un serio professionista. Sul po­dio dell’Orchestra del Massimo Will Humburg, uso più a Wagner ed a Beethoven che a Bellini do­ve la buca dovrebbe limitarsi a supportare le voci. Quindi, pro­pone una lettura piena di chia­roscuri orchestrali.

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