Una Norma
partigiana
GIUSEPPE PENNISI
PALERMO
Norma è una partigiana cristiana durante l’occupazione tedesca. La vicenda si svolge interamente in una chiesa spoglia, diventata rifugio di una cellula della resistenza. L’ambientazione non inficia la drammaturgia, anzi le dona un tratto intenso e coerente: un Paese occupato, la Francia come la Gallia, una protagonista femminile che cerca di affermare le ragioni della pace, ma fallisce. Efficaci le scene e i costumi di Anna Viebrock e le luci di Mario Fleck. Non tutto il pubblico delle 'prime' palermitane ha apprezzato, l’altra sera, questa ambientazione; c’è stata qualche protesta dopo il primo atto ma non al termine dell’opera. La produzione Jossi Wieler e Sergio Morabito è arrivata a Palermo dopo essere stata vista in vari teatri perché ha ottenuto l’Oscar della critica musicale tedesca ed ispirato la messa in scena di Moshe Leiser e Patrice Caurier, con Cecilia Bartoli , un allestimento che a sua volta ha avuto l’Oscar internazionale della lirica nel 2013.
Norma è la quintessenza del belcanto, al suo culmine nei due duetti tra la protagonista ed Adalgisa. Csilla Boross ha un’estensione vastissima e repertorio molto ampio; ha debuttato, a Palermo, nel ruolo dopo avere cantato per anni Verdi, Wagner e Puccini. Offre una Norma drammatica di agilità con un volume generoso. Accanto a lei, l’Adalgisa di Annalisa Stroppa appare ancora più innocente. Aquiles Machado (Pollione) utilizza il registro di centro più di quanto dovrebbe. Marco Spotti (Oroverso) è un serio professionista. Sul podio dell’Orchestra del Massimo Will Humburg, uso più a Wagner ed a Beethoven che a Bellini dove la buca dovrebbe limitarsi a supportare le voci. Quindi, propone una lettura piena di chiaroscuri orchestrali.
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