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giovedì 12 giugno 2014
Norma, il capolavoro di Bellini a Palermo in Formiche 12 giugno
Norma, il capolavoro di Bellini a Palermo
12 - 06 - 2014
Giuseppe Pennisi
E’ in arrivo al Teatro Massimo di Palermo
Norma,
capolavoro teatrale di
Vincenzo Bellini
: debutto fissato per il 17 giugno alle ore 20:30 (repliche sino al 25 giugno).
Allestimento in prima italiana che arriva dall’Opera di Stoccarda, dove ha suscitato notevole scalpore quando debuttò nel 2002. Piacque, però, a pubblico e a critica tanto che la più importante rivista tedesca di settore “Opernwelt” l’ha eletto come “Spettacolo dell’anno” nel 2002 ed è stato ripreso più volte a Stoccarda (l’ultima nel 2012) e visto che in molti altri teatri.
La messa in scena di Moshe Leiser, Patrice Caurier, con Cecilia Bartoli protagonista, che ha trionfato a Salisburgo ed ottenuto l’Oscar Internazionale dell’Opera nel 2013, è, in gran misura, un remake della regia di Jossi Wieler e Sergio Morabito, rispettivamente Sovrintendente e direttore artistico dell’Opera di Stoccarda. Morabito è nato a Francoforte ma di chiara origine italiana .
L’AMBIENTAZIONE
La vicenda di Norma è ambientata durante gli anni della Resistenza, in una chiesa abbandonata dove si ritrova un gruppo di partigiani dei quali Norma e Oroveso sono i capi. Lo spunto storico non inficia la struttura drammaturgica originale, anzi le dona un tratto particolarmente intenso e coerente: un paese occupato, la Francia come la Gallia invasa dai romani, una protagonista femminile che cerca di riaffermare le ragioni della pace contro il militarismo maschile ma fallisce.
LE SCENE E I COSTUMI
Le scene e i costumi sono di Anna Viebrock; le luci di Mario Fleck. Sul podio dell’Orchestra del Massimo Will Humburg; il Coro del Massimo è diretto da Piero Monti.
I PROTAGONISTI
Nel ruolo della protagonista debutta il soprano ungherese Csilla Boross – per la prima volta a Palermo, mentre il tenore Aquiles Machado – già noto e apprezzato dal pubblico del Massimo – sarà Pollione. Marco Spotti sarà invece Oroveso e Annalisa Stroppa Adalgisa. Nelle recite del 18 e 21 giugno gli interpreti saranno rispettivamente Katia Pellegrino, Ruben Pellizzari, Dario Russo ed Eufemia Tufano. Completano il cast nel ruolo di Clotilde, Patrizia Pellegrino e Carmen Ghegghi, e in quello di Flavio, Francesco Perrino.
Insieme ad Anna Viebrock, fra i più influenti scenografi delle scene di prosa e liriche europee, Wieler e Morabito hanno ideato un ambiente il cui “realismo magico” fonde i diversi livelli narrativi e drammaturgici dell’opera.
IL CONFLITTO
L’ambientazione in una navata squallida, vista da una parte dell’abside e della contigua sagrestia, rimanda agli anni Quaranta del secolo scorso e rispecchia – come anche i costumi – tempi di guerra in un paese occupato. Questa scena dà luogo alla “guerra” fra le due “fazioni” che dividono la comunità gallica, impersonate dalla lunare dea madre e dal dio della guerra Irminsul. I registi interpretano la maternità di Norma non come infrazione alla sua fede religiosa ma al contrario come manifestazione della sua potenza matriarcale e del suo messaggio di pace e procreazione. La “castità” della “Diva” si riferisce alla castità del matrimonio (e non alla castità virginale imposta storicamente molto più tardi dalla Chiesa) così come il rito del vischio è un’invocazione alla fecondità. I registi lasciano crescere la pianta parassita dall’idolo della guerra, la mummia di Irminsul, che serve da altare, mentre l’abito cerimoniale di Norma, la “papessa gallica” (Michele Scherillo) cita la casula del prete cattolico.
LA RILETTURA DELL’OPERA
L’opera racconta la successiva degradazione della sacerdotessa, costretta a proferire il dettato di guerra ma senza arrendersi: tramite la salvezza dei due figli, Norma continua a sovvertire e a sfidare l’ordine patriarcale fin dopo la propria morte. L’analisi di questo conflitto è al centro della rilettura dell’opera e ha portato i registi a rispecchiarlo negli atteggiamenti opposti del coro delle donne e del coro degli uomini che si contendono il dominio dello spazio sacrale. Al centro della messa in scena sta – come in ogni spettacolo firmato da Wieler e Morabito – un puntiglioso lavoro con i cantanti, destinato a far agire i loro caratteri con la massima sincerità e credibilità.
L’ultima edizione palermitana di Norma risale al 2007 ma alcuni spettatori ricorderanno ancora le due recite del 1951 con Maria Callas programmate in occasione del 150° anniversario della nascita di Bellini. Questa edizione vale un viaggio.
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