Norma, il capolavoro di Bellini a Palermo
E’ in arrivo al Teatro Massimo di Palermo Norma,
capolavoro teatrale di Vincenzo
Bellini: debutto fissato per il 17 giugno alle ore 20:30
(repliche sino al 25 giugno).
Allestimento in prima italiana che arriva dall’Opera di Stoccarda,
dove ha suscitato notevole scalpore quando debuttò nel 2002. Piacque, però, a
pubblico e a critica tanto che la più importante rivista tedesca di settore “Opernwelt”
l’ha eletto come “Spettacolo dell’anno” nel 2002 ed è stato ripreso più volte a
Stoccarda (l’ultima nel 2012) e visto che in molti altri teatri.
La messa in scena di Moshe Leiser, Patrice Caurier, con Cecilia
Bartoli protagonista, che ha trionfato a Salisburgo ed ottenuto l’Oscar
Internazionale dell’Opera nel 2013, è, in gran misura, un remake della regia di
Jossi Wieler e Sergio Morabito, rispettivamente Sovrintendente e direttore
artistico dell’Opera di Stoccarda. Morabito è nato a Francoforte ma di chiara
origine italiana .
L’AMBIENTAZIONE
La vicenda di Norma è ambientata durante gli anni della
Resistenza, in una chiesa abbandonata dove si ritrova un gruppo di partigiani
dei quali Norma e Oroveso sono i capi. Lo spunto storico non inficia la
struttura drammaturgica originale, anzi le dona un tratto particolarmente
intenso e coerente: un paese occupato, la Francia come la Gallia invasa dai
romani, una protagonista femminile che cerca di riaffermare le ragioni della
pace contro il militarismo maschile ma fallisce.
LE SCENE E I COSTUMI
Le scene e i costumi sono di Anna Viebrock; le luci di Mario
Fleck. Sul podio dell’Orchestra del Massimo Will Humburg; il Coro del Massimo è
diretto da Piero Monti.
I PROTAGONISTI
Nel ruolo della protagonista debutta il soprano ungherese Csilla
Boross – per la prima volta a Palermo, mentre il tenore Aquiles Machado – già
noto e apprezzato dal pubblico del Massimo – sarà Pollione. Marco Spotti sarà
invece Oroveso e Annalisa Stroppa Adalgisa. Nelle recite del 18 e 21 giugno gli
interpreti saranno rispettivamente Katia Pellegrino, Ruben Pellizzari, Dario Russo
ed Eufemia Tufano. Completano il cast nel ruolo di Clotilde, Patrizia
Pellegrino e Carmen Ghegghi, e in quello di Flavio, Francesco Perrino.
Insieme ad Anna Viebrock, fra i più influenti scenografi delle
scene di prosa e liriche europee, Wieler e Morabito hanno ideato un ambiente il
cui “realismo magico” fonde i diversi livelli narrativi e drammaturgici
dell’opera.
IL CONFLITTO
L’ambientazione in una navata squallida, vista da una parte
dell’abside e della contigua sagrestia, rimanda agli anni Quaranta del secolo
scorso e rispecchia – come anche i costumi – tempi di guerra in un paese
occupato. Questa scena dà luogo alla “guerra” fra le due “fazioni” che dividono
la comunità gallica, impersonate dalla lunare dea madre e dal dio della guerra
Irminsul. I registi interpretano la maternità di Norma non come infrazione alla
sua fede religiosa ma al contrario come manifestazione della sua potenza
matriarcale e del suo messaggio di pace e procreazione. La “castità” della
“Diva” si riferisce alla castità del matrimonio (e non alla castità virginale
imposta storicamente molto più tardi dalla Chiesa) così come il rito del
vischio è un’invocazione alla fecondità. I registi lasciano crescere la pianta
parassita dall’idolo della guerra, la mummia di Irminsul, che serve da altare,
mentre l’abito cerimoniale di Norma, la “papessa gallica” (Michele Scherillo)
cita la casula del prete cattolico.
LA RILETTURA DELL’OPERA
L’opera racconta la successiva degradazione della sacerdotessa,
costretta a proferire il dettato di guerra ma senza arrendersi: tramite la
salvezza dei due figli, Norma continua a sovvertire e a sfidare l’ordine
patriarcale fin dopo la propria morte. L’analisi di questo conflitto è al
centro della rilettura dell’opera e ha portato i registi a rispecchiarlo negli
atteggiamenti opposti del coro delle donne e del coro degli uomini che si
contendono il dominio dello spazio sacrale. Al centro della messa in scena sta
– come in ogni spettacolo firmato da Wieler e Morabito – un puntiglioso lavoro
con i cantanti, destinato a far agire i loro caratteri con la massima sincerità
e credibilità.
L’ultima edizione palermitana di Norma risale al 2007 ma alcuni
spettatori ricorderanno ancora le due recite del 1951 con Maria Callas
programmate in occasione del 150° anniversario della nascita di Bellini. Questa
edizione vale un viaggio.


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