Opera.
L’addio del Maggio con Tre Melarance
L’addio del Maggio con Tre Melarance
GIUSEPPE PENNISI
FIRENZE
Come una coppa di champagne ghiacciata al punto giusto. Il pubblico del Teatro Comunale di Firenze si è divertito la sera del primo giugno alla prima de L’Amour des Trois Oranges (tratta dall’Amore delle Tre Melarance di Carlo Gozzi) di Sergej Prokofi’ev, ultimo titolo rappresentato nel glorioso teatro, dato che dal primo luglio opera e balletto si trasferiranno nella modernissima Opera di Firenze. Risate a più non posso durante la rappresentazione (piena di gag dadaiste) e ben un quarto d’ora d’ovazioni al termine.
Con L’Amour des Trois Oranges, il Maggio Musicale Fiorentino torna alla vocazione originaria: la riscoperta di capolavori raramente rappresentati in Italia. L’opera, concepita nel 1917-18, debuttò a Chicago nell’edizione originale in francese nel 1921 e fu un gran successo in America e in Europa Occidentale; lo stesso Prokofi’ev ne approntò una versione in russo nel 1926. È uno dei titoli di punta della Komische Oper di Berlino (dove da vent’anni viene replicato 20 sere l’anno) e un’edizione prodotta nel 2000 dal Festival di Aix en Provence e dal Teatro Real di Madrid gira ancora in mezza Europa. In Italia si ricorda un’esecuzione del Mariinsky in forma di concerto a Roma nel 1998.
Il regista sudafricano (di origini italiane) Alessandro Talevi coglie bene i due filoni principali di una favola che sembra assurda: da un lato, un percorso di formazione di un giovane ipocondriaco sino al matrimonio e alla creazione di una famiglia; dall’altro, una satira spietata e del melodramma (nonché dell’opera verista) e delle classi dirigenti (ivi compresa quella leninista) di quel periodo. Giovane anche il direttore d’orchestra Juraj Val?uha. Ha il difficile compito di dirigere un’orchestra di dimensioni quasi wagneriane dove su un tappeto sinfonico si inseriscono il jazz, la musica afro-cubana, melodie popolari russe e anche tenere un buon equilibrio con un palcoscenico dove in due ore si succedono (in 11 quadri) avventure strampalate con ben 26 cantanti in grado di recitare, danzare, fare piroette e dare prova di atletismo. Un cast internazionale in gran misura giovane con qualche difficoltà nella dizione in francese.
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«L’Amour des Trois Oranges»
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