GIUSEPPE PENNISI
FIRENZE
È l’anno di Orfeo e Euridice .
Domenica scorsa, nell’ambito del Maggio Musicale Fiorentino, al Teatro La Pergola , ne è andato in scena un nuovo allestimento curato da Denis Krief.Versioni di concerto dell’opera (nella stesura in italiano presentata a Vienna nel 1762) sono state ascoltate a Milano e a Ravenna nelle settimane scorse. Un allestimento scenico (sempre della versione 'di Vienna') sarà al Cantiere d’Arte di Montepulciano in luglio, mentre l’edizione francese del 1774 (con la quale Gluck adattò il lavoro al gusto parigino) si ascolterà a Palermo. L’occasione è il trecentesimo anniversario della nascita del compositore. Orfeo e Euridice è una delle rare opere del Settecento rimaste nei cartelloni nei secoli successivi. L’opera ha come tema l’amore coniugale inteso come fiducia assoluta. Wagner disse di esserne tributario quando compose Lohengrin .
Nella messa in scena di Krief (80 minuti intensi senza intervallo) l’ambientazione è contemporanea, la scena pochi pannelli e proiezioni (ad esempio, l’inferno: una discoteca di periferia al termine di un’angosciante autostrada). Orfeo (l’eccellente contralto Anna Bonitatibus) ed Euridice (Hélène Guilmette, che ricordiamo alla Scala nei Dialogues des Carmelites di Poulenc diretto da Muti) sono una giovane coppia di oggi. Il Cielo li sottopone ad una prova dura dove non dimostrano fiducia assoluta l’uno nell’altro. Comprendono l’errore e la misericordia li riporta l’uno accanto all’altra. La direzione è affidata all’esperta bacchetta barocchista di Federico Maria Sardelli. Ottimo il coro; bravi i sei ballerini che su musica del 1762 innescano danza contemporanea. Spettacolo di grande semplicità ed eleganza.
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I protagonisti di «Orfeo e Euridice»
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