MA L’EUROGRUPPO
LASCIA ALCUNE INCOGNITE
LA DOMANDE
1 Lo scudo antispread serve alla stabilità e alla crescita?
2 Quale legame tra anti-spread e aiuti alle banche spagnole?
3 Chi compone il partito antispread e perché?
4 Perché Parigi ha cambiato squadra?
5 In fin dei conti: chi ha vinto e chi ha perso?
LA DOMANDE
1 Lo scudo antispread serve alla stabilità e alla crescita?
2 Quale legame tra anti-spread e aiuti alle banche spagnole?
3 Chi compone il partito antispread e perché?
4 Perché Parigi ha cambiato squadra?
5 In fin dei conti: chi ha vinto e chi ha perso?
le risposte
1Non proprio. Non bisogna confondere causa (recessione e alto debito) con effetto (il rischio, vero o percepito) di non essere rimborsati alle scadenze dei titoli. Il Rapporto appena pubblicato dal Centro Europa Ricerche ha dimostrato ad esempio che non c’è ingegneria finanziaria che tenga. L’unica ricetta è la crescita della produzione e dell’occupazione. Un esempio 'epidermico': Irlanda e Polonia spuntano tassi più bassi dei Btp perché crescono al 2% ed al 3.5% l’anno, mentre l’Italia è in piena recessione dopo aver subito una contrazione del Pil di dodici punti percentuali dall’inizio della crisi (e non si vede ancora una luce alla fine del tunnel). Questo fa paura agli investitori.
2Viaggiano insieme perché, pur se diversi, sono basati essenzialmente sulla stessa ingegneria finanziaria. Mentre l’'antispread' serve a temporeggiare, più che a risolvere, la ricapitalizzazione di grandi banche spagnole minaccia l’intera eurozona. E questo perché, a ragione di vari intrecci tra istituti, se saltano grandi banche iberiche lasciano sul campo, gravemente feriti, istituti di Gran Bretagna, Francia e Germania (in questo ordine) e di altri Paesi. Con serie implicazioni non solo per l’Europa ma per l’intera economia mondiale. Per questo motivo, la notte del 9-10 luglio, è stata avviata una prima «rata» di aiuti e anche i maggiori esponenti del «partito contrario alle misure anti-spread» non hanno avuto esitazione a dare la loro approvazione agli aiuti per le banche spagnole.
3Austria, Belgio, Estonia, Finlandia, Germania, Lussemburgo, Malta, Olanda, Slovacchia e Slovenia (in ordine alfabetico). Temono anzitutto che l’onere cada sui loro contribuenti – paradossalmente, un po’ come chiedere agli italiani di pagare un’addizionale sull’Imu e sul canone Rai (imposte tra le meno amate) per dare una mano agli spagnoli. Sino a qualche settimana fa, anche la Francia faceva parte di questo partito.
4La situazione economica è più importante dei risultati elettorali: la Francia ha un disavanzo delle pubbliche amministrazioni pari al 5% del Pil, un debito pubblico un rapida crescita, un saldo dei conti delle partite correnti al 2% del reddito nazionale, un tasso di disoccupazione superiore al 10% della forza lavoro. Inoltre, il Governo eletto sulla promessa di aumentare spese pubbliche ed abbassare età della pensione ed il resto d’Europa è stanco e stufo di pagare i costi della politica agricola comune di cui Parigi è la principale beneficiaria. L’Italia non dovrebbe essere lieta di avere un alleato in questi condizioni.
5Il partito 'anti-antispread' ha ottenuto le misure per le banche spagnole (che interessano tutti) e un rinvio della proposta Hollande-Monti- Rajoy e altri. I tecnici francesi, italiani, spagnoli e del resto della cordata continuano a lavorare duro sull’ingegneria finanziaria. Meriterebbe dedicare un impegno almeno pari ai provvedimenti per la crescita.
Giuseppe Pennisi
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