Bassi costi, giovani e alta
qualità: villaggio del Tirolo sfida Salisburgo
DA GIUSEPPE PENNISI
I l festival estivo del Tirolo a Erl viene da lontano. Nel villaggio (1500 abitanti) da oltre quattro secoli, ogni sette anni tutta la popolazione mette in scena la Passione di Cristo. Negli anni ’50 è stata costruita un’interessante struttura fissa, la Passionsspielehaus (la Casa del Festival della Passione). La struttura, che ha avuto vari premi architettonici ed ha 1500 comode poltrone disposte ad anfiteatro, è diventata una dozzina di anni fa sede di un festival molto speciale, creato dal compositore e direttore d’orchestra, Gustav Kuhn con tre obiettivi: bassi costi; molti giovani e alta qualità per competere con Monaco e Salisburgo. Quest’anno – con un budget di 3.5 milioni di euro (rispetto ai 5-6 dei festival di Spoleto e di Pesaro, il Rof, Rossini Opera Festival ) – propone, dal 5 al 29 luglio – cinque opere ( Lohengrin , Tristano e Isotta, Parsifal,
Tannhäuser , Tosca ), sei concerti sinfonici, 6 concerti cameristici e sei liederistici. Le opere e la sinfonica hanno luogo nella Passionsspielehaus, la cameristica della chiesa parrocchiale barocca di Erl (190 posti) e la liederistica nel salone di uno dei maggiori alberghi del posto (130 posti).
Nel 2011, il festival ha venduto circa 16.500 biglietti. I contributi pubblici (Governo federale, Governo del Tirolo, Comuni della vallata) sono stati 919.000 euro. Oltre due terzi del budget è finanziato da sponsor e dalla biglietteria. La sovvenzione media per spettatore è 49 euro rispetto agli oltre 500 di alcune fondazioni liriche italiane. Accanto alla Passionsspielehaus è in fase di avanzata costruzione un nuovo modernissimo teatro per le rappresentazioni invernali: costa 38 milioni di euro di cui 12 ripartiti tra i vari livelli di stato, mecenati e imprese.
Il nuovo allestimento di Lohengrin , l’opera che ha inaugurato il festival, è stato lodato dalla stampa di Vienna come la migliore produzione del capolavoro wagneriano degli ultimi vent’anni. Si replica a Erl sino al 28 luglio ed è probabile che, al pari dell’ Elektra , nata a Erl tre anni fa, giunga a Bolzano, Piacenza, Ferrara e forse Ravenna per le celebrazioni del bicentenario wagneriano del 2013.
Lohengrin si svolge su tre piani paralleli: un affresco storico-politico , una parabola metafisico- religiosa (imperniata sulla salvazione), e un dramma d’amore coniugale (con venature psicoanalitiche). La musica è diatonica nell’affresco storico-politico, cromatica nel contrasto tra il cristianesimo e paganesimo ed ancorata a Spontini nella vicenda amorosa.
La direzione musicale e la regia (ambedue di Gustav Kuhn), le scene ( Jan Lax Halama) e i costumi (Lenka Radecki) portano il lavoro in un quadro atemporale e mettono l’accento su due elementi: il contrasto, nella Germania dell’Alto Medioevo, tra i valori cristiani e i seguaci dei vecchi culti pagani; il graduale diventare adulto del protagonista alla ricerca della verità. È un allestimento tradizionale, ma a costi contenuti e facilmente trasportabile per poter essere utilizzato in altri teatri.
In primo luogo, orchestra (oltre la metà sono giovani italiani) e coro (supportato dalle voci bianche della parrocchia di Erl) danno un’ottima prova. In secondo luogo, un cast internazionale in cui prevalgono le protagoniste femminili: Susanne Gebb (Elsa) e Mona Somm (Ortruda seguace della magia nera del paganesimo teutonico). Ferdinand von Bothmer ha un buon timbro ed ha retto bene il difficile terzo atto. Thomas Gazheli è efficace nella parte di Federico (marito d’Ortruda). Di rilievo Andrea Silvestrelli nel ruolo del re .
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Festival
La rassegna musicale di Erl, diretta da Gustav Kuhn, è stata inaugurata da un «Lohengrin» wagneriano di grande livello
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«Lohengrin» in Tirolo
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