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Roma -
Il Festival del Tirolo (che si svolge ogni anno ad Erl e dura tutto il mese di
luglio) si contraddistingue per la gamma dell’offerta, la qualità degli
spettacoli, l’organizzazione e i bassi costi. Quest’anno – con un budget di 3,5
milioni di euro (rispetto ai 5-6 dei festival di Spoleto e di Pesaro, il Rof, Rossini
Opera Festival) – propone cinque opere (Lohengrin, Tristano e Isotta, Parsifal,
Tannhäuser, Tosca) tutte molto impegnative, sei concerti sinfonici, sei
cameristici e sei liederistici. Le opere e la sinfonica hanno luogo nella
Passionsspielehaus (1.500 posti), la cameristica nella chiesa parrocchiale
barocca di Erl (190 posti) e la liederistica nel salone di uno dei maggiori
alberghi della zona (130 posti). La qualità è elevata perché il Tirolo deve
competere con i più importanti festival di Monaco (a 80 chilometri a Nord) e di
Salisburgo (a 80 chilometri a est). Si punta su cantanti giovani e su una
grande orchestra stabile (oltre la metà degli strumentisti sono italiani) e
orchestre ospiti di rango. Sotto il profilo organizzativo, due spettacoli lirici
vengono offerti il venerdì e il sabato sera, e un concerto sinfonico la
domenica mattina, mentre la cameristica e la liederistica si svolgono dal
lunedì al giovedì sera. In tal modo, nel fine settimana si ha un bacino
d’utenza che abbraccia Austria, Baviera e parte della Svizzera, mentre in
settimana il pubblico è soprattutto locale o composto dai turisti. La mano
pubblica finanzia meno di un terzo dei costi (la sovvenzione media è 49 euro a
spettatore pagante – un decimo di quanto assorbono alcuni festival e fondazioni
italiane). Il resto viene da biglietteria e sponsor. Gli allestimenti per la
lirica sono minimi, anche a ragione della struttura della Passionsspielehaus -
costruita per rappresentarvi ogni sette anni una Passione di Cristo a cui
partecipa tutto il villaggio: essa richiede l’orchestra a gradoni sul
retropalco e l’azione sul boccascena. Il vostro chroniquer lo ha visitato il
fine settimana del 20-22 luglio. Il menù offriva “Lohengrin” di Wagner, “Tosca”
di Puccini e un concerto dell’orchestra di Trento e Bolzano diretta da Rinaldo
Alessandrini. Di gran livello “Lohengrin”. Scene essenziali, costumi
atemporali, regia in grado di bene interpretare gli aspetti politici, religiosi
e psicologici del dramma. Sotto il profilo musicale, l’orchestra (diretta da
Gustav Kuhn, creatore ed animatore del festival) e il coro (supportato dalle
voci bianche della parrocchia di Erl) danno un’ottima prova. Nel cast
internazionale prevalgono le due protagoniste femminili: Susanne Gebb (la
purissima Elsa) e Mona Somm (la perfida Ortruda seguace della magia nera del
paganesimo teutonico). Ferdinand von Bothmer ha un buon timbro e ha retto bene
il difficilissimo terzo atto. Thomas Gazheli è efficace nella parte di Federico
(marito fellone d’Ortruda). Di rilievo Andrea Silvestrelli nel ruolo del Re. La
stampa di Vienna ha scritto che si tratta del miglior “Lohengrin” visto e
ascoltato da anni. È possibile che la produzione venga in Italia – a Bolzano,
Piacenza e Ferrara.
“Tosca” (sempre diretta da Kuhn) è stata presentata in versione semi-scenica – ossia in costume e con azione drammatica – ma con solamente pochi elementi scenici. Grande successo del giovane tenore portoghese Bruno Ribeiro nel ruolo di Cavaradossi. La protagonista, Rossana Potenza, è stata applaudita ma deve ancora maturare per cogliere tutte le sfumature della parte. Peter Eglitis (Scarpia) è più uso a ruoli wagneriani che pucciniani; la sera del 21 luglio aveva poco volume e veniva coperto dell’orchestra.
Alessandrini e l’orchestra di Trento e Bolzano hanno coniugato il grande repertorio settecentesco (Bach, Haendel, Mozart) con la prima assoluta di una composizione di Giorgio Battistelli, commissionata dal festival (Sciliar) - un bel poema sinfonico sulla magia delle Dolomiti che verrà ripreso in Italia durante la prossima stagione. (ilVelino/AGV)
“Tosca” (sempre diretta da Kuhn) è stata presentata in versione semi-scenica – ossia in costume e con azione drammatica – ma con solamente pochi elementi scenici. Grande successo del giovane tenore portoghese Bruno Ribeiro nel ruolo di Cavaradossi. La protagonista, Rossana Potenza, è stata applaudita ma deve ancora maturare per cogliere tutte le sfumature della parte. Peter Eglitis (Scarpia) è più uso a ruoli wagneriani che pucciniani; la sera del 21 luglio aveva poco volume e veniva coperto dell’orchestra.
Alessandrini e l’orchestra di Trento e Bolzano hanno coniugato il grande repertorio settecentesco (Bach, Haendel, Mozart) con la prima assoluta di una composizione di Giorgio Battistelli, commissionata dal festival (Sciliar) - un bel poema sinfonico sulla magia delle Dolomiti che verrà ripreso in Italia durante la prossima stagione. (ilVelino/AGV)
(Hans Sachs) 23 Luglio 2012
15:52
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