Il “nuovo allestimento” di “Iphigénie en Aulide” di Christoph Willibad Gluck a Roma dal 17 al 29 è l’evento principale offerto dal Teatro dell’Opera della capitale. La direzione musicale è curata da Riccardo Muti (per la seconda volta alla guida dei complessi della capitale), il cast è giovane ed in gran misura proveniente dai Paesi dell’Europa centrale ed orientale: nei ruoli principali, Krassimira Stoyanova è la protagonista, Ekaterina Gubanova sua madre Clitennestra, Alexey Tikhomirov Agamennone, Avi Klemberg Achille, Riccardo Zanellato il Grande Sacerdote Calcante. Il lavoro ha un ruolo molto importante nella storia del teatro in musica: Gluck, proponeva una “tragédie mise en musique” in cui una struttura drammatica e musicale non lasciavano spazio ad inutili abbellimenti (fioriture canore, vocalizzi, balletti unicamente decorativi) per andare all’essenziale scavando nella psicologia dei personaggi. Queste caratteristiche appassionarono il giovane Wagner, che (70 anni dopo la prima parigina) rimaneggiò l’opera nella versione presentata a Roma. La “tragédie mise en musique” è imperniata sul dramma di Agamennone costretto dagli Dei a sacrificare la figlia Ifigenia (fidanzata con Achille) perché i venti siano favorevole a fare salpare la flotta greca alla volta di Troia; la giovane è disposta al sacrificio e ciò induce Diana ad avere pietà di lei ed a portarla con sé in terra lontana. Al dramma interiore dei protagonisti si giustappone un’azione scenica intensa. Nella lettura quasi oratoriale di Kokkos, l’ azione è ridotta al minimo (nel travolgente duetto d’amore al termine del primo atto i due giovani neanche si sfiorano) e non compaiono né il mare né le vele (pur simbolicamente essenziali, come segno e di libertà e di guerra nazionale – l’opera è del 1773).
Sotto il profilo musicale, invece, Muti regali una “tragédie” tersa e tesa in cui orchestra e voci scavano negli anfratti psicologici dei protagonisti. Ottima la resa orchestrale. Magnifico il coro (da annoverarsi tra i protagonisti della “tragédie mise en musique”). Eccellenti quatto dei cinque giovani protagonisti: Krassimira Stoyanova è un giovane soprano lirico purissimo, dal timbro chiarissimo, dalla emissione perfetta e dal controllo saldo nelle arie più impervie. Ekaterina Grubanova un mezzosoprano struggente nel secondo atto. Alexey Tikhomirov un baritono agile e morbido con grandi qualità d’interpretazione drammatica. Riccardo Zanellato offre un Calcante (il Grande Sacerdote) cesellato. La sera della “prima” ha deluso l’unico francese Avi Klemberg: il registro non era abbastanza alto e il volume scarseggiava. Nello stesso ruolo, ha avuto pochi mesi fa un grande successo a Strasburgo, la cui Opéra du Rhin è più piccola ed acusticamente migliore di quella di Roma.
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