sabato 28 marzo 2009

I TRE PASSI CHE HANNO CAMBIATO L’ECONOMIA ITALIANA , Il Domenicale 28 marzo

Negli ultimi tre lustri, tre passi, strettamente interconnessi, hanno cambiato l’economia italiana: a) l’adesione al gruppo di testa dell’unione monetaria europea; b) la riforma del sistema previdenziale; c) la liberalizzazione “normata” del mercato del lavoro. La decisione di entrare nell’euro ha avuto conseguenze analoghe a quelle dell’ingresso nella Comunità Europea nel lontano 1957. Pur se per l’ingresso nella moneta unica si sarebbe dovuta seguire una strada differente da quella (contrassegnata da aumenti della pressione tributaria) voluta dal centro-sinistra, ha comportato un vasto programma di privatizzazioni e una profonda revisione del sistema previdenziale mirata a renderlo finanziariamente sostenibile e più equo nei confronti delle nuove generazioni. Il riassetto della previdenza nel 1995 non sarebbe stato fattibile se il Governo in carica nel 1994 non ne avesse preparato la strada ponendo le pensioni al centro dell’agenda politica. La liberazione “normata” del mercato del lavoro (che va sotto il nome di “Legge Biagi”) è una conseguenza diretta del processo volto a portare l’Europa in Italia (ossia le prassi migliori del resto dell’Ue nel nostro Paese) dopo essere entrati nell’unione monetaria. L’adesione all’euro è un passo irreversibile; il riassetto della previdenza e del mercato del lavoro sono, e saranno ancora per molti anni, cantieri aperti da sviluppare con l’obiettivo di rendere l’Italia sempre più moderna e sempre più giusta, vigilando nei confronti di marce indietro come quelle tentate ed in parte realizzate durante il Governo Prodi nel 2006-2007.

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