lunedì 22 settembre 2008

MA IL FUTURO DI ROMA NON PUO’ DIPENDERE DAL DESTINO DELLA COMPAGNIA Il Tempo 22 settembre

Il 16 giugno, Il Tempo è stato il primo, ed il solo, quotidiano a mostrare scetticismo nei confronti della Commissione “Attali”- non per le doti scaramantiche che i francesi attribuiscono all’ingegnere minerario trasformatosi in filosofo, economista, regista cinematografico e tante altre cose ma sulla base di un parallelo con la Municipal Assistance Corporation (Mac) creata a New York, da Felix Rohatyn, con la finanza e l’imprenditoria locale ed il supporto del Governo federale Usa, per rimettere in sesto la Grande Mela. La Mac ha prodotto proposte e risultati concreti. La Commissione “Attali” ha redatto un documento così aereo e così sottile che appena il 10% delle sue raccomandazioni verranno attuate.
Oggi, dopo la vicenda Alitalia, credo che Roma abbia urgente bisogno della Commissione Marzano di cui pare si stiano delineando composizione e obiettivi specifici. Su Il Tempo del 19 settembre si sono tracciate le prime stime dell’impatto su Roma e dintorni di una crisi voluta dall’attuale opposizione che ha fomentato una strana alleanza tra la Cgil ed una delle categorie meglio retribuite dei lavoratori dipendenti europei (i piloti AZ). Difficile dire quanto questa intesa potrà durare.: numerosi dirigenti della Cgil la hanno definita “innaturale” e la poltrona di Epifani scricchiola-. La frittata, però, è fatta; basta scorrere la stampa internazionale per toccare con mano il danno alla capitale (nonché a chiunque abbia indossato la divisa Alitalia). Nuove stime parlano di 10.000 posti di lavoro che si perderanno nell’indotto oltre al tracollo dei redditi delle famiglie ex- Alitalia (a ragione dei bassi livelli delle indennità di disoccupazione e di mobilità). Con contrazione dei consumi nell’area.
A questo punto, la Commissione Marzano dovrebbe produrre non idee fumose e sofismi ma programmi concreti (meglio se dotati di analisi finanziarie ed economiche preliminari) per la trasformazione di Roma. A mio parere, Roma non ha futuro se proposta, come sostengono alcuni, alla stregua di una Disneyland archeologica e religiosa: anche prima degli ultimi sviluppi Alitalia (che incidono pesantemente sul turismo), si sarebbe trattato di una capitale a bassa tecnologia, condannata dalla “legge di Baumol” (l’economista Usa che la ha teorizzata) a perdere inesorabilmente competitività, a ridursi ai margini, non al centro, della Nazione di cui è capitale.
Le Università romane (Marzano le conosce bene per la sua lunga attività accademica), l’industria romana (Marzano è stato Ministro delle attività produttive ed in precedenza alla guida di un’importante finanziaria) hanno la capacità e gli strumenti per porre ricerca, innovazione e tecnologia come elementi portanti del futuro della città. Manca, per ora, un tassello importante: l’aeronautica. In un contesto di sviluppo orientato a ricerca, innovazione e tecnologia è più facile riprenderne i pezzi , ed attirare investitori (anche stranieri) che non abbiano paura di volare, piuttosto che in una visione ancorata su turismo e commercio.

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