Nell’Umbria si svolge sino al 26 settembre la 63sima edizione (12-26 settembre) è sempre stata dedicata alla musica dello spirito. Il calendario specifico è a www.perugiamusicaclassica.it. . La sagra si estende in tutte le principali città della regione (dotata di splendidi teatri, oltre che di belle chiese) con un programma annunciato la scorsa ed incentrato sulla musica che trae la sua ispirazione dalla Divina Commedia di Dante: dal canto devozionale umbro, a Vivaldi,a Beethoven, a Liszt, a Sciarrino (quindi dal Medio Evo alla contemporainetà), a film muti del 1910 o giù di lì appena restaurati dalla Filmoteca Vaticana. Il 12 e 13 ottobre, la sagra è iniziata con i cori devozionali umbri a Spello e con la Missa Solemnis di Beethoven al Teatro Morlacchi di Perugia, eseguita dall’orchestra Haydn di Trento e Bolzano guidata da Gustan Kuhn. Molto suggestivi i canti devozionali anche se il maltempo ha costretto di ridurre all’osso la parte più attesa (processioni delle congregazioni nelle vie di Spello) ed ad eseguire lo spettacolare concerto nella Chiesa di Sant’Andrea.
. La partitura originale, indica , con una frase manoscritta dell’autore, che la Missa deve essere eseguita “con devozione” ed il suo ascolto deve portare “dal cuore ai cuori”. E’ concepita per essere suonata e cantata in Chiesa non in sale da concerto od in teatri. Nel lavoro (come nella Nona), Beethoven fa emergere una grandiosa visione dell’universo in una forma carica di tradizione e di storia in cui si avverte un dissidio tra la dimensione della polifonia antica e quella di una religiosità intima che riesce ad esprimere in un linguaggio nutrito di Lied e di corale. Il fulcro è l’ “uomo che lotta e soffre in un tempo di cambiamento”. Il Papa Benedetto XVI, appassionato di musica, la ha chiamata “una toccante testimonianza sempre nuova di una fede che cerca, che non si lascia sfuggire Dio e che attraverso la preghiera dei secoli lo raggiunge nuovamente”.
Gustav Kuhn ha posto l’accento sul carattere devozionale, imprimendo, al tempo stresso, quel piglio melodrammatico, ove non da grand-opéra, a lui consueto (e frutto della lunga prassi esecutiva di Verdi e Wagner. Ha evitato enfasi eccessive nel “Gloria”.L’”Agnus Dei”, con cui termina il lavoro, è stato davvero struggente: il canto (anche corale) del penitente alla ricerca della Grazia. L’orchestra ha confermato di essere tra le formazioni migliori d’Italia. Di gran livello il coro guidato da Martin Steidler. Molto apprezzato il violinista Mario Mandolini a cui è stato affidato il delicatissimo “asolo”, I solisti non sono stati posti sul boccascena (accanto al maestro concertatore), come di solito avviene in esecuzioni di concerto, ma nella prima fila del coro. Le loro voci sono risultavano, quindi, un po’ schiacciate tra Coro e Orchestra. Ha spiccato, su tutti, il basso cinese Lang Li, noto in Germania e al debutto in Italia. Il tenore Wolfram Witteking aveva poco volume , ma un buon registro e fraseggio. Il soprano Monika Riedler ed il mezzo soprano Hermine Haselblöck hanno mostrato un forte temperamento drammatico che ha accentuato le notazioni quasi sceniche (più che ecclesiastiche) dell’esecuzione (disponibile in un cd della casa discografico Col Legno).
Tra gli spettacoli in programma, specialmente interessante il confronto tra i madrigali di Gesualdo da Venosta e quelli di Sciarrino a cura del Neue Vocalsolisten di Stoccarda.
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