domenica 7 settembre 2008

FESTIVAL ESTIVI: UN BILANCIO E QUALCHE INTERROGATIVO Il Velino 5 settembre

Inizia in questi giorni Il MiTo, ossia la festa musicale che in settembre porterà a Milano ed a Torino pubblico da tutto il mondo, : da una kermesse organizzata con molto entusiasmo ma anche con una buona dose d’improvvisazione nel 2007, tenta di l’ultimo festival nel senso che chiude l’estate festivaliera e fa da preludio alle “stagioni” (operistiche, concertistiche) dell’autunno-inverno. E’ anche il più complesso ed il più completo dei festival italiani del 2008. Offre ben 230 eventi, la metà dei quali gratuiti e molti i cui biglietti costano, di massima, 10 euro o poco più. Si rivolge al tutto il “popolo della musica” – dalla classica tradizionale a quella contemporanea, dal jazz al country. Quasi in parallelo a Roma, termina, con un concerto gratuito a Piazza del Campidoglio il Festival Euro-Mediterraneo che questa estate si è svolto non solo a Roma (in varie luoghi) ma anche a Taormina ed al Castello di Bronte nei pressi di Catania con un calendario di opere, sinfonica e concertistica.
E’ impossibile fare un consuntivo artistico. Pure la più autorevole rivista del settore – il mensile “Musica”, l’unico che va in edicola senza gadgets, dischi o DvD – ha sollevato il problema di come orientarsi tra tanta offerta e delle risorse per sostenerla. Nel solo comparto della lirica il principale sito web internazionale – www.operabase.com – e il principale periodico italiano (il mensile “L’Opera”) indicano che questa estate 2008 i festival di musica lirica nel nostro Paese hanno sfiorato la cinquantina. Molti, sotto “Festival” sono organizzati da un paio di agenzie che utilizzano in gran misura cantati dei Balcani e dell’Europa dell’Est (hanno cachet molto bassi) per portare da una spiaggia all’altra o da una città all’altra allestimenti semplici di opere del grande repertorio (“Rigoletto”, “Carmen”, “Traviata”). Svolgono pur sempre una funzione, ma poco hanno a vedere con i grandi festival internazionali od anche solo italiani. Se gli enti locali vogliono sussidiarli, è probabilmente meglio fare conoscere la lirica che disperdersi in tante fiere del carciofone.
Occorre definire criteri per allocare le sempre più magre risorse pubbliche tra le manifestazioni vogliono essere di qualità. In primo luogo, si possono favorire i festival d’eccellenza monografici (spesso coniugati a fondazioni di ricerca musicologia) , diretti a rappresentare edizioni critiche; quelli dedicati a Puccini, Pegolesi-Spontini, Rossini e Verdi continuano a dare buona prova, mentre non sono mai decollati quelli dedicati a Donizetti e Bellini. In secondo luogo, un criterio importante è l’autofinanziamento – tramite biglietteria, vendita di spettacoli, sponsor. I festival di Glyndebourne e Aix en Provence raggiungono percentuali di autofinanziamento dell’80-66%. I nostri festival di maggior successo sfiorano il 35%: Occorre introdurre un principio come il matching grant anglosassone: quanto più riesci a ottenere sul mercato tanto più Pantalone è generoso. In terzo criterio, la capacità di favorire il “made in Italty” all’estero. Analisi dell’Ice potrebbero servire a meglio quantizzare questo parametro ed ad utilizzarlo tra i criteri per il supporto dei Festival da parte dell’amministrazione centrale dello Stato.

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