mercoledì 17 settembre 2008

IL MALESSERE E’ INTERNAZIONALE. LA PAROLA D’ORDINE E’ PRUDENZA Il Tempo del 17 settembre

Dopo la nazionalizzazione di Fannie Mae e Freddy Mac ,è la volta del fallimento di Lehman Brothers, da 158 anni banca d’investimento che è un vero e proprio simbolo della finanza americana. Il malessere della finanza internazionale è acuto. Sarà tra un mese uno dei primi argomenti all’ordine del giorno dell’assemblea annuale del Fondo monetario e della Banca mondiale. Negli Usa, la percentuale dei mutui per i quali le rate non sono pagate alle scadenze (classificati alt-A dalle agenzie di rating) , nonostante i loro titolari siano generalmente considerati clienti affidabili, è quadruplicata (raggiungendo il 12% del total) nei 12 mesi terminati in aprile; i ritardi “significativi” nel rimborso di prestiti a clienti “prime” – un volume di 12.000 miliardi di dollari – è nello stesso arco di tempo raddoppiato (ora sfiora il 3% del mercato). Inoltre, ci sono circa 6,3 miliardi di mutui “option adjustable” che consentono a clienti considerati affidabili (e con buone prospettive di carriera) non solo un periodo di grazia relativamente esteso (sino a cinque anni) prima di cominciare a rimborsare ma anche di non rimborsare nei primi anni l’interesse; ciò comporta, in effetti, ratei più forti dopo un certo lasso di anni quando – si presume- le prospettive di carriera hanno dato i frutti sperati ed anche il valore dell’immobile cresciuto. Il rallentamento dell’economia crea disoccupazione e frena carriere soltanto pochi mesi fa considerata promettenti. I valori immobiliari in caduta: negli Usa, negli ultimi 12 mesi, la diminuzione media dell’edilizia residenziale è stato del 15,5% (mentre in Italia si è ancora segnato un aumento, anche se contenuto- il 4,2%. Il castello frana. Il cliente “prime” (giovane, single o sposato di belle speranza) diventa “subprime”; dato che i numeri sono decine di milioni, trascina con sé banche e finanziarie..
Viene naturale la domanda: ma le banche centrali non sono state create proprio per prevenire queste disfunzioni? Non è questa la ragione per cui i loro dipendenti, dirigenti, organi di governo hanno in quasi tutti i Paesi trattamenti normativi ed economici speciali? Una risposta scettica viene da un volume di George Cooper (un banchiere di JP Morgan) “The Origins of Financial Crises: Central Banks, Credit Bubbles anf the Efficient Market Fallacy” (Harriman House, New York 2008). Secondo Cooper, con risposte asimmetriche (salvataggi in tempi bui, espansionismo eccessivo in altri) le banche centrali scoraggiano individui, famiglie ed imprese dal risparmiare e dall’essere prudenti, creano un eccesso di credito (alla base di bolle speculative). Cooper non fornisce una ricetta per uscire del pasticcio. Il solo elemento su cui tutti concordano è che il temporale durerà a lungo. Meglio indossare l’impermeabile ed uscire con l’ombrello: ciò non vuole dire buttare a mare la strumentazione finanziaria degli ultimi 20 anni, ma utilizzarla con cura ed optare per portafogli prudenti. Sino a quando non è passata la nottata.

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