mercoledì 3 settembre 2008

ALITALIA. EUROPA E SINDACATI HANNO TUTTO DA GUADAGNARE Il Tempo 3 settembre

Il primo settembre è iniziata una doppia partita per portare a termine la ristrutturazione di Alitalia e di AirOne, la nascita della Compagnia Aerea Italiana, Cai, e la liquidazione del resto.
Su un tavolo, il Governo ha come controparte l’Ue e su un altro i sindacati. Gli obiettivi dei due giochi paralleli sono distinti. Lo dovrebbe essere anche la strategia. Con l’Ue la posta in ballo è la reputazione – di essere ligi alle regole sin dalla firma del Trattato di Roma. Il Commissario Joaquin Almunia è stato chiaro: la soluzione deve essere in linea con le regole Ue e sta all’Italia dimostrare tale compatibilità. Non basta farlo con dossier su “trasgressioni” delle regole in casi in cui la Commissione Europea si è limitata ad abbaiare senza mordere. La strategia negoziale è quella che, in termini di scienza delle decisioni, si il “minimax”, ossia minimizzare la massima perdita possibile in termini di reputazione.
Con i sindacati è in ballo quella che si può chiamare l’incidenza, ossia la capacità di incidere su scelte basilari in termini non solo d’esuberi e d’avviamento alla loro ricollocazione ma soprattutto di contributo a quello “stato sociale di mercato” che l’Esecutivo si pone come obiettivo di medio e lungo termine. La strategia negoziale è quella del “maximin” nel significato massimizzare i vantaggi di lungo periodo per le categorie con meno potenziale di nuova occupazione, tenuto conto dei vincoli (principalmente di finanza pubblica).
Vi ricordate l’economista John Nash su cui è stato incentrato una diecina d’anni fa il film “A beautiful mind”? La doppia partita è un problema di teoria dei giochi a più livelli, o su più tavoli, e della ricerca di un equilibrio dinamico “alla Nash” (ossia tale da facilitare le soluzioni) in termini tanto di reputazione quanto d’incidenza, utilizzando due strategie che paiono contrapposte (“minimax” e “maximin”) ma che sono complementari.
Gli economisti e i matematici sanno come sciogliere le equazioni. Siamo, però, nella realtà effettuale di un doppio negoziato, non ad un esame universitario. L’Esecutivo è, inoltre, rappresentato da Ministri differenti sui due tavoli. Che suggerire? In primo luogo, un coordinamento forte ed una stretta coesione (come i Ministri hanno già mostrato in questa vicenda)in seno all’Esecutivo. In secondo luogo, tanto nella strategia “maximin” sul tavolo Ue (in cui è in ballo la reputazione) quanto nella strategia “minimax” in quello sindacale (dove cui posta è l’incidenza), rendere molto espliciti costi opportunità ed opzioni reali – ossia cosa si perde e nell’immediato ed in termini di opportunità – se si fallisce. Per l’Italia (ed i sindacati) migliaia di posti di lavoro e di potenziale tecnologico. Per l’Ue un contributo importante al riassetto complessivo dell’aviazione civile europea.
A fronte di queste prospettive, il doppio poker non è certo. Ma ha buone possibilità.

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