venerdì 12 settembre 2008

“LA SALUSTIA” TORNA IN SCENA Milano Finanza 12 settembre

Il Festival Pergolesi-Spontini (Jesi, 5-14 settembre) riserva una sorpresa: “La Salustia”composta a 21 anni da Pergolesi il quale, alla vigilia del debutto, dovette riscrivere quasi completamente la parte vocale a ragione della morte di uno dei protagonisti. Il “dramma in musica in tre atti” viene presentato nella versione originale (con qualche taglio) che 276 anni fa non poté andare in scena. Ciò ha comportato una coproduzione internazionale con l’Opéra National de Montpellier e RadioFrance (che la mostrerà in televisione). Il lavoro andrà a Parigi (Opéra Comique) ed in un circuito francese per approdare di nuovo in Italia la prossima stagione. In una Roma, al tempo stesso, primitiva e lasciva, si scontrano Salustia (giovane sposa dell’imperatore) che ama senza misura (il marito Alessandro, il padre Marziano, l’umanità tutta) e Giulia (madre dell’imperatore, assettata di potere) – in breve, il bene contrapposto al male. L’altra coppia, Albina ed il bisessuale Claudio (il solo tenore in una scrittura per soprani, mezzo e castrati) diventano pedine di un ingranaggio, dove c’è una buona dose di eros (tipica della Napoli settecentesca). Dopo un complotto alle terme (alle docce ci si disputa il potere) ed una scena di lotta tra Marziano, dato per punizione alle fiere, ed un leone, c’è il “lieto fine” (con inno alla pace) di prammatica nell’”opera seria”. Ben 57 numeri musicali , per una durata complessiva dello spettacolo di oltre 4 ore, intervalli compresi.
Qualche taglio in più (e fare iniziare lo spettacolo alle 20) , avrebbe evitato alcune file di poltrone vuote al terzo atto, causate anche dall’ondata di caldo. Chi desidera ridere e divertirsi può scegliere l’altra primizia del festival “Li puntigli delle donne” una farsetta a sette voci (di corna, vere o presunte, quattrini e brillanti) composta da Gaspare Spontini quando aveva 19 anni.
Soffermiamoci su “La Salustia” , evento che ha attirato la stampa specializzata estera a Jesi.Sotto il profilo musicale, l’opera sorprende perché anticipa (ad esempio con il quartetto del secondo atto) l’”Idomeneo” di Mozart, composto 50 anni più tardi. Eccellente la direzione musicale di Antonio Florio alla guida della Cappella della Pietà dei Turchini. Di livello i sei protagonisti vocali, soprattutto le due deuteragoniste (Maria Ercolano, Salustia, e Raffaella Milanesi, Giulia).
La maestria è anche della regia (Jean-Paul Scarpitta, autore pure delle scene): trasforma un’”opera seria” (molto statica) in un lavoro denso di tensione ed in cui aspetti delicati (quali la bisessualità di Claudio e gli amplessi alle terme) vengono trattati con eleganza e momenti da colossal (il finale ad un anfiteatro simile al Colosseo) resi efficaci con pochi mezzi (sia per le ristrettezze del budget sia per le esigenze di una tournée che si profila molto lunga).
Il Settecento ed il Barocco hanno da qualche anno un notevole successo presso il pubblico giovane in Europa centrale, Gran Bretagna e Francia – si pensi alle file, a Zurigo, per ascoltare “Il trionfo del tempo sul disinganno” di Händel. Il virtuosismo vocale (analogo a quello di cantanti, anche non di musica classica, apprezzati dai giovani) ne è una componente importante. La riscoperta di lavori come “La Salustia” possono inserirsi in questo contesto. Richiedono un compromesso tra filologia e durata di spettacoli a cui si usi adesso.

Nessun commento: