giovedì 31 gennaio 2008

UN GOVERNO ISTITUZIONALE COSTEREBBE TROPPO AL PAESE

Tra i tanti lavori incompiuti (conversione di decreti legge, disegni di legge a vari stadi dei loro percorsi parlamentari) quando si è ufficializzata una crisi di governo sostanzialmente in atto da settimane, l’unico a rischio di accantonamento per sempre è l’alta velocità per la Torino-Lione (e la partecipazione dell’Italia al Corridoio 5, una delle maggiori reti dell’Europa del prossimo futuro). Palazzo Chigi ha annullato, il 25 gennaio, gli incontri del tavolo tecnico-politico sul progetto; a ragione delle scadenze perentorie Ue, ciò vuol dire addio all’alta velocità. Il Ministro delle Infrastrutture Di Pietro sta tentando di fare cambiare la decisione.
Non ci interessano dietrologie di breve periodo secondo cui l’annullamento sarebbe motivato dal tentativo d’ingraziarsi forze piccole, ma combattive, della ex-maggioranza per averle accanto nelle probabili elezioni. E’ più importante il significato dell’annullamento: si profila un’Italia a bassa velocità, in cui, nonostante l’unione monetaria, il differenziale dei tassi sui Btp decennali ed i Bund (in gergo lo “spread”) ha raggiunto il livello massimo degli ultimi sette anni (e la Bce minaccia di aumentare ulteriormente) e lo stock di debito pubblico ed il deficit in rapporto al pil crescono rapidamente a ragione della stagnazione della produzione di beni e servizi (da noi prevista dal settembre scorso ed oggi ammessa pure a Via Venti Settembre).
Potrebbe un Governo istituzionale con il solo mandato di pilotare una nuova legge elettorale dare la sferzata necessaria? Un lavoro di Laurence Kotlikoff , Luis Viceira, e Francisco Gomez (delle Università di Boston e di Harvard e della London School of Economics – atenei distinti e distanti dalle beghe in atto all’interno di quella che fu l’Unione) risponde con un sonoro “no”. Lo studio analizza “il peso della indecisione dei Governi” sotto il profilo sia teorico sia empirico: tale peso frena l’economia (ed aumenta le divergenze dei redditi) di più di quelli di Governi che, come di solito avviene, assumono decisioni sia corrette sia errate. Abbiamo avuto per venti mesi un Governo la cui funzione decisionale è stata bloccata (specialmente in materia di politica economica) dalle divergenze al suo interno. Un Esecutivo con l’unico compito di definire una legge elettorale e farla approvare dal Parlamento vuol dire proseguire sulla strada, in campo economico, di “The Excess Burden of Government Indecision" NBER Working Paper No. W12859 (il titolo del lavoro fresco di stampa di Kotlikoff, Viceira e Gomez) e della conseguente Italia a bassa velocità. Un vero e proprio spettro non solo per l’Italia che lavora e che produce quanto per le categorie a più basso reddito (il cui potere d’acquisto sta subendo una marcata erosione) e le nuove generazioni.
Devono essere assunte decisioni chiave entro l’assestamento di bilancio (giugno). Può prendere soltanto un Governo in grado di farlo e con un forte e chiaro mandato dagli elettori.

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