sabato 5 gennaio 2008

E' LA POLITICA CHE PORTA LE MATERIE PRIME ALLE STELLE

Le determinanti dell’aumento del prezzo del petrolio (e delle altre materie prime) non sono tecniche e per molti aspetti non sono neanche economiche. Sono politiche. Così come sono politiche le cause della povertà e delle carestie: lo dimostrò poco più di un quarto di secolo fa, il Premio Nobel Amartya Sen in un libro in cui spiegava le ragioni della mancanza di cibo che periodicamente assaliva il Bengala. Sotto il profilo tecnico ed economico, i prezzi del petrolio (e delle altre materie prime) potrebbero essere molto più contenuti dei livelli raggiunti in questi giorni. Nonostante la rapida crescita della produzione manifatturiera e dei consumi di Cina, India ed altri Paesi dell’Asia (nonché dell’America Latina). E nonostante politiche energetiche in alcuni Paesi ad alto reddito (Italia, in primo luogo) che non hanno dato la priorità alla diversificazione e dipendono, pure solo per sopravvivere, dall’oro nero e da altri prodotti di base.
Veniamo in primo luogo ad alcuni dati. Le quotazioni del greggio hanno quasi toccato e superato il record, in termini reali, toccato nell’Aprile 1982 (102 dollari Usa al barile a prezzi e tassi di cambio di oggi), dopo la seconda crisi petrolifera e la rivoluzione in Iran. L’indice aggregato delle quotazioni delle materie prime computato dal settimanale “The Economist” è più del doppio di quanto segnato nel 2000. Negli ultimi 12 mesi, i prezzi dell’oro sono cresciuti del 30%, quelli del petrolio del 60% circa.
Senza dubbio, mentre gli shock petroliferi degli Anni 70 ed 80 sono stati causati da improvvise riduzioni dell’offerta, oggi l’incremento delle quotazioni è stato progressivo e spinto in buona misura dalla domanda: la sola Cina ha raddoppiato i suoi consumi di petrolio rispetto al novembre 2001 (quando a New York il greggio costava meno di 17 dollari al barile, a prezzi e tassi di cambio correnti). Il deprezzamento del valore internazionale del dollaro Usa ha anche contribuito al fenomeno perché per operatori al di fuori degli Usa diventava conveniente comprare petrolio in euro ed utilizzarlo come una paratia contro l’inflazione.
Per significative che siano queste determinanti, esse sono meno importanti di quelle puramente politiche . Sia nei Paesi produttori sia in quelli consumatori. Nei primi le quotazioni relativamente basse negli Anni 90 ed all’inizio di questo secolo hanno inciso negativamente sulla miopia e dei Governi e degli operatori. Sono diminuiti gli investimenti, specialmente quelli in nuove tecnologie di ricerca di giacimenti e di estrazione; sono state chiuse aziende dell’indotto (quali quelli produttrici di piattaforme e di perforatrici); si è frenata la formazione di ingegneri petroliferi; si sono bloccati anche i programmi di aumento della raffinazioni. Oggi si vorrebbe ampliare l’offerta ma venti anni di politiche errate non lo rendono fattibile in tempi relativamente brevi.
Ancora peggio le politiche dei Paesi consumatori: si è ipotizzato che i prezzi relativamente bassi e l’offerta abbastanza abbondante durassero per sempre e ci si baloccati con energie alternative da burletta (eolico, solare) invece di diversificare verso il nucleare e , nel contempo, contenere la crescita dei consumi.
Ad aggravare il quadro è ancora una volta la politica: l’output aumenterebbe rapidamente se le multinazionali con la necessaria capacità tecnica (Exxon, Mobil, Shell ed anche la nostra Eni) avessero accesso al potenziale della Russia, del Venezuela, dell’Iran, dell’Ecuador, del Kazkhastan e via discorrendo. Gli impedimenti non sono tecnici od economici ma puramente politici.
In attesa di uno soluzione politica (che non è all’orizzonte) non c’è alternativa che l’individuazione nel medio termine di fonti alternative di energia. Insegnando, nel frattempo, a tutti la virtù della frugalità.



Galati G., Wooldridge Ph "The Euro as a Reserve Currency: A Challenge to the Pre-Eminence of the US Dollar?" BIS Working Paper No. 218

International Energy Agency “World Energy Outlook 2006” OECD, 2006

Mileva E. Oil Market Structure, Network Effects and the Choice of Currency
for Oil Invoicing" ECB Occasional Paper No. 77

Sen A. Poverty and Famines: An Essay on Entitlement and Deprivation, Oxford Claredon Press 1982

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