Nei brevi (ed ormai sempre più rari) soggiorni parigini, il Ministro dell’Economia e delle Finanze Tommaso Padoa-Schioppa (TPS per la stampa) ama riflettere mentre passeggia, anche nella bruma, tra Place de Ternes ed il Parc Monceaux. Le riflessioni più recenti riguardano il suo disappunto per essere un “privatizzare manqué” (in francese, parafrasando un titolo di Françoise Sagan, l’aggettivo è, al tempo stesso, più elegante e più tagliente dell’italiano “mancato”). Le relazioni al Parlamento sulle privatizzazioni del 2006 e del 2007 erano prive sia di pagine (pochissime) che di contenuti (nulli o quasi). TPS spera che la relazione del 2008, da presentare prima dell’estate, possa descrivere “la madre di tutte le privatizzazioni” (della seconda ondata)- quella di Alitalia. Ma non ci può contare- dati i tempi della trattativa in corso e l’eventualità che non vada a buon fine. Un saggio teorico di Alvin Ang e Masathosi Yamada , appena apparso sulla “Review of Development Economics” gli ricorda le virtù del denazionalizzare (in Francia si dice così). Un lavoro di John Nellis, pubblicato dal Global Development, gli mostra quanto stiano facendo gli altri – pure quella Spagna che si gloria , forse a sproposito, di averci sorpassato – in settori non solo tipici di aziende e servizi di interesse pubblico ma anche fornitori di beni sociali (come la scuola).Un analisi di James Bang dell’Università dell’Illinois, sul trimestrale “Economic Systems”, gli fa presente che per la madre della seconda ondata di privatizzazioni (quella dell’Alitalia) non è stato seguito un percorso efficiente. Tutti scritti, in breve, che fanno bruciare ancora di più le ferite di privatizzatore “manquè”.
Pare tirargli su il morale un saggio di José Gomez Ibanez sulle “alternative alle privatizzazioni” edito come World Bank Policy Research Working Paper No. 4391; nello studio viene condotto un esame retrospettivo dei risultati di una prima fase del processo di riforma delle imprese a partecipazione statale dall’inizio degli Anni 60 alla metà degli Anni 80. Allora l’accento era sul miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia delle aziende non sulla natura della loro proprietà e controllo (se pubblica o privata o mista): questi forzi hanno avuto modesto successo ma se ne possono trarre lezioni utile per le infrastrutture ancora in mano pubblica. TPS pensa immediatamente alle ferrovie ed Anas. Se non sarà un privatizzatore, potrà quanto meno essere un riorganizzatore.
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