giovedì 26 maggio 2016

“La traviata” di Coppola diventa dramma borghese in Avvenire 25 maggio



Lirica.
“La traviata” di Coppola diventa dramma borghese
GIUSEPPE PENNISI
ROMA
Con il gala del 22 maggio per la nuova produzione di La traviata, il Teatro dell’Opera di Roma ha sfidato le serate di Sant’Ambrogio alla Scala. Smoking ed abiti da sera di rigore; ovazioni al termine dello spettacolo che ha travolto il pubblico.
La serata è stata preceduta, il 20 maggio, da un’anteprima per i giovani. La vera “prima” per abbonati ha avuto luogo, invece, ieri. Fino a venerdì la biglietteria aveva già venduto biglietti per lo spettacolo per 1,2 milioni di euro. In questa stagione sono in programma 15 repliche ma è probabile che la produzione verrà ripresa l’anno prossimo e portata in tournée in Euro- pa e Giappone. E non è escluso che alcuni grandi teatri americani si facciano avanti.
Quali le ragioni di tanta attesa? È la prima volta che Sofia Coppola si dedica all’opera lirica e che i costumi sono firmati dalla maison di alta moda Valentino Garavani e Giancarlo Giannetti, oltre che da Maria Grazia Curi e da Pierpaolo Piccoli, nonché dalla sartoria del teatro romano. Le scene sono di Nathan Crowley, la concertazione è affidata a un giovane direttore d’orchestra che si specializza in opere verdiane, Jader Bignamini. Si alternano due cast, con cantanti giovani nei ruoli dei due protagonisti.
Da Silvia Coppola molti si attendevano una regia cinematografica con frequenti e rapidi cambiamenti di scena; quando nel 1955 Luchino Visconti affrontò La traviata nel primo atto fece grande uso del palcoscenico girevole per cambiare ambienti nell’appartamento parigino diVioletta (dal monumentale atrio, alla sala del banchetto, alla stanza da letto, all’esterno del palazzo). Sofia Coppola segue letteralmente il libretto ma sposta l’azione a fine Ottocentoinizio Novecento, rendendola un “dramma borghese”. Non è un dettaglio, dalla Traviata in poi, tutte le opere di Verdi, anche quelle più spiccatamente storiche come Don Carlo e Simon Boccanegra, anticipano di decenni il “dramma borghese” improntato su complesse relazioni familiari, specialmente tra padri e figli. Nella Traviata vista da Sofia Coppola il dramma è imperniato sul conflitto intergenerazionale e sociale tra i due giovani innamorati e il mondo che li circonda e su un forte senso di pietas.
Da Sofia Coppola ci sarebbe attesa maggiore attenzione alla recitazione; crescerà, con le repliche.
Efficaci le scene. Ogni quadro è di un colore: il primo in bianco crema con il palcoscenico attraversato da un’enorme scala a chiocciola, il secondo si ispira al luminoso vedutismo francese di Corot, il terzo è una festa quasi lugubre il cui il “rosso Valentino” del vestito di Violetta si staglia col nero dei frac e degli abiti in lungo; nel quarto, in blu scuro, il letto, anch’esso in blu, è l’unico elemento nel palcoscenico. Molto eleganti i costumi e non solo i quattro abiti di Violetta creati da Valentino. Buona la concertazione di Bignamini con qualche leggero sfasamento tra buca e orchestra, aspetto anch’esso rimediabile man mano che lo spettacolo, con le repliche, si affinerà. I due protagonisti (Francesca Dotto e Antonio Poli) sono stati scelti anche per la loro avvenenza che rende credibile la storia. Antonio Poli è un Alfredo maturo (la parte comunque non presenta grandi difficoltà). Francesca Dotto è cresciuta molto affrontando brillantemente il “mi bemolle” al termine del primo atto. Negli acuti tende. a volte, a “spingere troppo”, altro aspetto affinabile. Roberto Frontali è un veterano del ruolo di Giorgio Germont ed Anna Malavasi un’impeccabile Flora. Di livello i caratteristi nei ruoli minori.
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Al Teatro dell’Opera di Roma il debutto dell’opera verdiana che la regista americana ha ambientato ai primi del ’900 incentrando la vicenda sul contrasto tra generazioni e sulla “pietas”. Efficaci le scene, che si integrano perfettamente con i costumi di Valentino e Giannetti
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IN SCENA. Il celebre brindisi della “Traviata”

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