MAGGIO MUSICALE FIORENTINO/ Albert Herring di
Britten spettacolare, ma il pubblico dove è?
Pubblicazione: martedì 24 maggio 2016
Albert Herring (Sam
Furness), Nancy (Rachel Kelly), Sid (Philip Smith), foto di Michele Borzoni,
Terraproject Contrasto 15
NEWS Musica
Con la Sagra
Musicale Umbra, nata quasi contemporaneamente, il Maggio Musicale Fiorentino è
stato per sessanta anni uno dei festival italiani più importanti e di maggior
prestigio internazionale. Una legge del lontano 1936 ne fissava gli obiettivi:
riscoprire grandi lavori di teatro in musica ‘obliati’ con allestimenti firmati
da grandi registi e scenografi, accostarli a lavori contemporanei e fare uscire
dal dimenticatoio anche sinfonica che era stata accantonata.
Ricordo teatri
strapieni, file chilometriche per acquistare biglietti, pullman di ‘amici della
musica’ non solo da tutta la Toscana ma anche dalle Marche, dall’Umbria,
dall’Emilia-Romagna. Da almeno dieci anni il festival è in crisi. Innanzitutto,
una crisi finanziaria. Ma anche una crisi di idee e ora di pubblico. Mentre si
tentava di costruire il ‘Parco delle Musica’ più moderno d’Europa (ove non del
mondo), il pubblico internazionale, prima, e quello fiorentino, poi, voltavano
le spalle al Maggio.
Alcune
settimane fa, ho raccontato su questa testata le delusione provata alla seconda
rappresentazione di Iolanta di Ciaikovskij a teatro mezzo vuoto. C’erano
alcuni ragioni: Iolanta è un atto unico concepita per uno spettacolo in
due parti; l’allestimento lasciava un po’ a desiderare; le voci importate
dall’Europa orientale (forse per ragioni di economia) non erano entusiasmanti.
Il 21 maggio al
Teatro La Pergola, una delizia di meno di mille posti e con acustica perfetta
alla prima di Albert Herring di Benjamin Britten, metà delle file della
platea ed almeno un terzo dei palchi erano vuoti nonostante lo spettacolo fosse
non di alto ma di altissimo livello tanto che penso di proporlo per il ‘Premio
Abbiati, l’Oscar italiano della lirica conferito ogni anno dall’Associazione
Nazionale dei Critici Musicali. Rari purtroppo i critici delle maggiori testate
nazionali ed internazionali; quindi, pochi se ne ricorderanno quando verranno
fatte le selezioni per il Premio.
Ho riferito
altrove sul lavoro. Qui basta ricordare che Albert Herring è l’unica
opera comica del suo catalogo nel catalogo di Britten. E’ concepito per
un piccolo organico, elementi scenici essenziali che possono essere facilmente
trasportate da un teatro all’altro, meglio se di piccole dimensioni , per
poter circuitare e mantenere in vita l’opera lirica anche nei tempi duri
del dopoguerra E’ un lavoro spassossimo che la regia di Alessandro
Talevi, le accattivanti scene e costumi di Madeleine Boyd, e soprattutto, la
brillante esecuzione musicale hanno mostrato in tutto il suo fulgore.
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