Il
teatro in musica conquista la capitale
GIUSEPPE
PENNISI
iniziato
il 27 maggio a Roma il “Fast Forward Festival” con
Schwarz
auf Weiss (Nero su Bianco) di Heiner
Goebbels, alla guida dell’Ensemble Modern di Francoforte. Il Teatro Argentina
era pieno di giovani di tutte le età, ulteriore segno che Roma (dove in termini
di ore si suona più musica contemporanea che a Berlino) si pone chiaramente tra
le principali capitali della musica di autori viventi.
Il
Fff non solo aggiunge al panorama romano già esistente di musica sperimentale,
il teatro in musica (come fanno Parigi, Vienna, Berlino e Barcellona) ma ha due
peculiarità: l’idea e la leadership sono del Teatro dell’Opera che in
collaborazione con otto altre istituzioni e sedi ( Teatro Ar-È gentina,
Auditorium Parco della Musica, Teatro India, Teatro Nazionale, Teatro di Villa
Torlonia, Villa Medici) e alcuni istituti di cultura stranieri porta in undici
giorni serrati dieci spettacoli quasi tutti in prima italiana; fornisce, grazie
a una selezione accurata (da parte del direttore artistico Giorgio Battistelli)
una carrellata del teatro in musica europeo e nordamericano degli ultimi
cinquant’anni.
Per
questa ragione, nel pubblico della serata inaugurale, si annidavano critici
musicali delle principali testate specializzate britanniche, tedesche e
francesi. In breve, è un evento internazionale che si fonda sul tappeto di
sperimentazione musicale di numerose realtà private, dei festival di musica di
oggi organizzati da “Musica per Roma” e da quelli internazionali di
elettroacustica e musica elettronica che si tengono ogni anno nella stupenda
sala neoclassica del conservatorio di Santa Cecilia.
Andiamo
a Schwarz auf Weiss (Nero su Bianco) di Heiner Goebbels, e diretto
dall’autore alla guida dell’Ensemble Modern da lui creato a Francoforte. È un
lavoro del 1996. Non ha una trama nel senso tradizionale del termine, ma una
forte drammaturgia: è un commiato al poeta tedesco e drammaturgo Heiner Müller
(19291996), la cui voce registrata legge brani di Edgard Allan Poe, di Thomas
S. Elliot e di Maurice Blanchot, mentre i diciotto solisti (prevalgono gli
ottoni, i fiati e le percussioni, ma c’è anche la dolcezza del kodo giapponese)
non solo suonano i loro strumenti, ma recitano e danzano (con gli strumenti e
tra di loro ) e si uniscono a formare gruppi in rapide scene costruite
solamente con le luci (di Jean Kalman). In breve una riflessione, di ottanta
minuti, sul trapasso dall’avventura terrena all’aldilà, di grande forza
espressiva e denso di passione (nonché di un pizzico di umorismo).
Una
buona introduzione, salutata da sincere ovazioni dal pubblico, segno che il
festival ha conquistato Roma. Nei prossimi giorni mostra La Passion selon
Sade di Bussotti (del 1966), Vie de Famille di Drouet, Empty
moves 1 - 2 - 3 di Preljocaj , Blank Out di Michel van der Aa,
Miroirs/Ravel di Prode Inevitable, Music 5 di Roux, Il Suono ed
il Gesto dell’Ars Ludi Ensemble, One Man Show di Drouet e
l’attesissima Proserpina di Rihm.
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È
iniziato venerdì scorso a Roma il Fast Forward Festival: nove diverse sedi si
aprono per undici giorni a una vivace carrellata di sperimentazioni artistiche
europee e nordamericane. L’inaugurazione con “Schwarz auf Weiss” di Heiner
Goebbels
IN
SCENA
“Schwarz
auf Weiss” al Teatro Argentina di Roma
(Yasuko
Kageyama Opera Roma)
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