Il debito della Grecia, le
banche europee, Gulliver e Lilliput
Il corsivo
dell'economista Giuseppe Pennisi
Il 24
maggio, la Grecia otterrà quello che chiede: uno snellimento del debito
pubblico (tramite un ulteriore prolungamento delle scadenze), un alleggerimento
di alcune condizioni del programma di politica economica concordato con le
istituzioni europee e il Fondo monetario internazionale, e il rilascio di una
tranche del programma di aiuti (per ben ulteriori 86 miliardi di euro
aggiuntivi a quelli già concessi negli ultimi anni). E lo otterrà non tanto per
ragioni geopolitiche (il flusso di migranti dal medio oriente di cui si sta
prendendo carico) o per i timori che una Grexit, accoppiata forse a una Brexit,
metterebbe in discussione l’intero disegno dell’Unione Europea (UE) ma per un
elemento su cui pochi osservatori stanno puntando gli occhi: il nesso tra i
problemi del debito greco (che quest’anno minaccia di raggiungere il 183% del
Pil) ed i “pasticciacci brutti” del sistema bancario del resto dell’UE.
Su Formiche.net dell’8 maggio sono stati riassunti i problemi di
un sistema bancario europeo che si sta rimpicciolendo rispetto a quelli di
altri continenti; anzi banche sino a pochi anni fa considerate tra le migliori
del Vecchio Continente possono diventare facilmente prede di giganti americani
o asiatici che avrebbero l’obiettivo di risucchiare risparmi europei per
investirli dove rendono di più.
L’unione
bancaria europea sarebbe dovuta essere la risposta: armonizzando regole di base
in materia di vigilanza, di risoluzione di dissesti e di garanzie comuni sui
conto correnti di deposito, si sarebbero facilitate fusioni e concentrazioni
nel Vecchio Continente il cui sistema bancario sarebbe stato posto in
condizione di competere con quello delle altre maggiori aree economiche e finanziarie.
Come è noto, l’unione bancaria europea è nata monca e tale minaccia di restare.
Tanto che sul New York Times del 10 maggio, Paul Taylor dedica un
editoriale alle disunione bancaria europea.
Se l’unione
bancaria europea fosse un solido sgabello a tre gambe (come inizialmente
progettata), l’intero sistema finanziario europeo (non solamente le
istituzioni) avrebbe potuto avere una voce comune nei confronti della Grecia,
modulando aiuti, attuazione del programma di riassetto e quant’altro. Oggi, non
solamente gli Stati dell’UE rischiano di vedersi portare via pezzi pregiati dei
loro sistemi bancari, ma mancano di un’unione bancaria europea con regole
chiare ed uniformi e su altri fronti, o dossier, stanno litigando quasi su
tutto.
Parafrasando
il titolo di un libro di successo di Stanley Hoffman, Gulliver è
avviluppato nei suoi propri lacci. Lilliput lo sa e se ne avvantaggia.
11/05/2016
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