martedì 10 maggio 2016

Il debito della Grecia, le banche europee, Gulliver e Lilliput in Formiche 11 maggio



Il debito della Grecia, le banche europee, Gulliver e Lilliput
Il debito della Grecia, le banche europee, Gulliver e Lilliput
Il corsivo dell'economista Giuseppe Pennisi
Il 24 maggio, la Grecia otterrà quello che chiede: uno snellimento del debito pubblico (tramite un ulteriore prolungamento delle scadenze), un alleggerimento di alcune condizioni del programma di politica economica concordato con le istituzioni europee e il Fondo monetario internazionale, e il rilascio di una tranche del programma di aiuti (per ben ulteriori 86 miliardi di euro aggiuntivi a quelli già concessi negli ultimi anni). E lo otterrà non tanto per ragioni geopolitiche (il flusso di migranti dal medio oriente di cui si sta prendendo carico) o per i timori che una Grexit, accoppiata forse a una Brexit, metterebbe in discussione l’intero disegno dell’Unione Europea (UE) ma per un elemento su cui pochi osservatori stanno puntando gli occhi: il nesso tra i problemi del debito greco (che quest’anno minaccia di raggiungere il 183% del Pil) ed i “pasticciacci brutti” del sistema bancario del resto dell’UE.
Su Formiche.net dell’8 maggio sono stati riassunti i problemi di un sistema bancario europeo che si sta rimpicciolendo rispetto a quelli di altri continenti; anzi banche sino a pochi anni fa considerate tra le migliori del Vecchio Continente possono diventare facilmente prede di giganti americani o asiatici che avrebbero l’obiettivo di risucchiare risparmi europei per investirli dove rendono di più.
L’unione bancaria europea sarebbe dovuta essere la risposta: armonizzando regole di base in materia di vigilanza, di risoluzione di dissesti e di garanzie comuni sui conto correnti di deposito, si sarebbero facilitate fusioni e concentrazioni nel Vecchio Continente il cui sistema bancario sarebbe stato posto in condizione di competere con quello delle altre maggiori aree economiche e finanziarie. Come è noto, l’unione bancaria europea è nata monca e tale minaccia di restare. Tanto che sul New York Times del 10 maggio, Paul Taylor dedica un editoriale alle disunione bancaria europea.
Se l’unione bancaria europea fosse un solido sgabello a tre gambe (come inizialmente progettata), l’intero sistema finanziario europeo (non solamente le istituzioni) avrebbe potuto avere una voce comune nei confronti della Grecia, modulando aiuti, attuazione del programma di riassetto e quant’altro. Oggi, non solamente gli Stati dell’UE rischiano di vedersi portare via pezzi pregiati dei loro sistemi bancari, ma mancano di un’unione bancaria europea con regole chiare ed uniformi e su altri fronti, o dossier, stanno litigando quasi su tutto.
Parafrasando il titolo di un libro di successo di Stanley Hoffman, Gulliver è avviluppato nei suoi propri lacci. Lilliput lo sa e se ne avvantaggia.
11/05/2016

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