sabato 21 maggio 2016

Ecco il programma completo della Scala in Formiche 22 maggio



Ecco il programma completo della Scala
AddThis Sharing Buttons
Share to WhatsAppShare to TwitterShare to FacebookShare to Google+Share to LinkedInShare to E-mail
Ecco il programma completo della Scala
Il cartellone della Scala per la stagione 2016-2017 è il primo predisposto interamente da Pereira e Chailly. Le agenzie generaliste e i quotidiani ne hanno fornito i dettagli, subito dopo la conferenza stampa. In questa sede presentiamo un commento, limitandoci alla parte operistica, senza toccare il balletto (chi scrive non è esperto di coreutica) e la sinfonica (relativamente di minore importanza rispetto, ad esempio, alle proposte di Roma e Torino).
In primo luogo occorre sottolineare che si tratta di un cartellone equilibrato che rispecchia la poca simpatia del pubblico scaligero per le novità. C’è una prima mondiale “Ti vedo, ti sento, mi perdo” del collaudatissimo Salvatore Sciarrino. Su quindici opere nove sono italiane (oltre alla prima di Sciarrino, quattro sono di Verdi, due di Puccini, una di Donizetti e una di Rossini). Le altre sei sono austro-tedesche. Occorre chiedersi se per un teatro internazionale non sarebbe appropriato ridurre un paio di titoli italiani (che si possono ascoltare in dignitose produzioni in altri teatri della Penisola, anche a poca distanza di Milano) per dare spazio all’opera slava o fare assaggiare al pubblico scaligero alcuni capolavori della “nuova opera americana” (che in Italia si gusta unicamente a Torino e nei teatri dell’Emilia).
Interessante il titolo scelto per la serata inaugurale: “Madama Butterfly“, nell’edizione originale del 1904. Ebbi modo di ascoltarla a Boston e di vederla nel 2004 a Torre del Lago. È una scelta coraggiosa, non perché la partitura sia più difficile di quelle di altre opere pucciniane, ma per il carattere corrosivo del libretto ove Pinkerton appare come un razzista un po’ pedofilo e Cio-Cio-San come una baby doll che sa di essere in vendita. Dipenderà molto dalla regia di Halvis Hermani come questi aspetti verranno trattati. Mi auguro che non tenti di addolcirli, perché riflettono un Puccini favorevole agli Imperi Centrali e che avrebbe avuto la tessera No.2 del PNF di Viareggio e Lucca (come ho documentato in un saggio uscito tempo fa su La Nuova Antologia).
Conosco alcuni allestimenti nuovi per Milano quali il “Don Carlo” e il “Falstaff”, provenienti da Salisburgo. Bellissimo il primo. Tale da destare perplessità il secondo. “Il Ratto”, nella versione Strehler, e “La Bohème” sono ancora freschi e originali. Restando nel repertorio italiano, auspico che “Anna Bolena” sia l’inizio dell’intera trilogia donizettiana delle Regine Tudor. Ottima  idea riportare alla Scala, dove nacque e poi sparì, “La Gazza Ladra”, in un nuovo allestimento di Salvatores. Meno buona quella di riproporre “La Traviata”, con la regia di Liliana Cavani, tanto più che si dispone di quella innovativa di Dmitri Tcherniakov che ha inaugurato, con qualche controversia, la stagione 2013-2014 .
Degli altri allestimenti conosco unicamente quello de “I Maestri di Norimberga”, proveniente da Zurigo. È di altissima classe, anche se ho preferito quello di Salisburgo, a cui  polemiche locali pare abbiamo impedito la trasferta scaligera.

Nessun commento: