OPERA/ Perché il Festival Onslow non interessa solo i musicologi
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Quatuor Diotima, foto Molina Visuals
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OPERA/ Perché il Festival Onslow non interessa solo i musicologi
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E’ iniziato il fine settimana dell’11-12 aprile al Palazzetto Bru Zane di
Venezia il Festival Onslo, un’iniziativa a vasto raggio diretta a far conoscere
un musicista poco noto anche in Francia sino a quando la musicologa Viviane
Niaux ha riscoperto alcune sue maggiori partiture e, più di recente, ha
curato un importante volume collettaneo di oltre 400 pagine sui suoi lavori.
Il Festival include dieci concerti al Centre de Musique Romantique
Française (iniziativa interamente privata finanziata da una fondazione svizzera
oltre che dalla vendita di spettacoli, libri e dischi) dall’11 aprile al 21
maggio nella città lagunare ed appuntamenti (durante e dopo la manifestazione
veneziana) anche a Amsterdam, Berlino, Stoccolma, Londra e Parigi.
Chi era André George Louis Onslow, di solito chiamato George Onslow
nei manuali di storia della musica? E’ stato uno dei più importanti compositori
francesi di cameristica. Obliato per decenni in Patria, sia perché non viveva e
non operava a Parigi ma nel castello di famiglia a Clermont-Ferrand (era
ricchissimo alla nascita o lo divenne ancora di più cumulando eredità), sia
perché nell’arco della sua vita (1784- 1853) si dedicò quasi esclusivamente
alla musica strumentale mentre , nel settore, dominava l’opera, sia per il nome
tipicamente britannico (tale era suo padre), sia perché guardava più
all’innovazione in Germania (venne soprannominato da alcuni appassionati “il
Beethoven francese”) che a quanto avveniva nella Madre Patria.
Ad un ascoltatore di oggi che ha accesso ad una maggiore conoscenza
della musica romantica tedesca, Onslow pare più prossimo a Schubert ed a
Mendelssohn che a Beethoven sia per la lunghezza dei suoi ‘movimenti’ (nelle
sonate arrivano a volte a 15 minuti per movimento) sia per il carattere
intimistico di molta della sua musica. Il Festival, quindi, non è solo per
musicologi: consente di comprendere meglio quella vasta Francia agricola
provinciale che, pur un po’ scansando Parigi, è in contatto con il resto delle
cultura europea, in una fase in cui in Patria si succedevano Imperi,
Repubbliche e Monarchie e la borghesia dell’industrializzazione trionfante
diventava sempre più opulenta e potente mentre l’aristocrazia parigina si
impoveriva.
Onslow, che ha sempre vissuto di rendita nei castelli aviti ed
aveva la fama di ottimo gestore del proprio patrimonio (a differenza dei
parigini che spesso si affidavano a amministratori malandrini), quasi un po’
snobbando i colleghi (sovente questuanti) che affollavano i salotti della
capitale, è stato un compositore fecondo; oltre ad un’enorme cameristica, ha
composto anche tre opere (rappresentate in Francia e Germania) e quattro
sinfonie. Stimato da critici e musicologi dell’epoca, ebbe un seguito
significativo (più in Gran Bretagna e Germania che in Francia), ma dalla
seconda metà dell’Ottocento il suo nome ed i suoi lavori sono stati coperti da
una coltre di oblio, nonostante ebbe importanti onorificenze in Francia e in
Gran Bretagna.
Le ragioni sono molteplici, non solo il predominio del teatro in
musica (opere, operette), nei gusti del grande pubblico, ma soprattutto la difficoltà
di eseguire lavori anche brevi ma molto complessi, destinanti in gran parte a
salotti privati ma che richiedevano musicisti di grande livello e non sempre
pronti a recarsi nella rurale Auvergne (dove erano i suoi manieri e le sue
proprietà). Altro aspetto, il rifiuto della ‘musica a programma’ che cominciava
a dominare il panorama musicale non solo tedesco ma anche francese.
Onslow fa parte di quella visionaria scuola francese che seppe
scoprire assai presto il valore delle conquiste armoniche della musica tedesca.
Sotto l ’Impero, infuriava il dibattito tra melodisti (Grétry, Gossec) e
cromatisti (Méhul, poi Hérold).Catel, fervente ammiratore di Mozart e
sostenitore di un germanismo moderato,modernizza il pensiero armonico francese
nel suo Traité d’harmonie, divenuto presto famoso.
Parallelamente, il giovanissimo Hyacinthe Jadin – morto prematuramente – e
pianisti innovatori come Hélène de Montgeroult e Jeanuis Adam intensificano la
propria scrittura con invenzioni armoniche sorprendenti. Onslow è partecipe di
questo slancio verso la modernità, e sin dai suoi primi lavori se si presenta
come paladino di un coinvolgente romanticismo.
Data la vastità delle composizioni di Onslow, il direttore
scientifico del Centre de Musique Romantique Française, Alexandre Dratwicki, ha
dovuto operare scelte molto selettive sin dai primi due concerti. Il primo
concerto è basato su una combinazione per molti aspetti insolita: il dialogo
tra violoncello e pianoforte. Nel concerto, affidato a due specialisti di rango
come Emmanuelle Bertrand e Pascal Amoyel, la prima sonata per violoncello e
piano di Onslow viene messa a confronto con sonate di Camille Saint-Saëns , di
Charles Valentin- Alkan e di Fréderic Chopin. Un confronto stimolante da cui
emerge non solo la ‘parentela’ tra i quattro musicisti ma il carattere
intimista e melanconico del lavoro di Onslow: davvero struggente il secondo
movimento (andante) della sonata.
Il secondo concerto è stato dedicato ai quartetti per archi di
Onslow ed affidato al Quartetto Diotima, noto ai nostri lettori perché circa un
anno fa , al festival Contretemps di Villa Medici e
dell’Accademia Filarmonica Roma, in due serate ha messo a confronte i quattro
ultimi quartetti di Beethoven con i quattro quartetti di Boulez. E’ stata
l’occasione per approfondire la concezione al tempo stesso ampia e profonda di
Onslow.
Si annuncia un’iniziativa discografica.
L’opera di Onslow in cifre
• 36 quartetti d’archi
• 34 quintetti d’archi
• 10 trii con pianoforte
• 6 sonate per
violino
• 4 sinfonie
• 3
opere liriche: L’Alcade de la Vega, Le Colporteur ou
l’Enfant du bûcheron,Guise ou les États de Blois
© Riproduzione Riservata.
PERCHE’ IL
FESTIVAL ONSLOW NON INTERESSA SOLO I MUSICOLOGI
Giuseppe Pennisi
E’ iniziato il
fine settimana dell’11-12 aprile al Palazzetto Bru Zane di Venezia il ‘Festival
Onslow’, un’iniziativa a vasto raggio diretta a far conoscere un musicista poco noto anche in Francia sino a quando la
musicologa Viviane Niaux ha riscoperto
alcune sue maggiori partiture e, più di recente, ha curato un importante volume
collettaneo di oltre 400 pagine sui suoi lavori.
Il Festival
include dieci concerti al Centre de Musique Romantique Française (iniziativa
interamente privata finanziata da una fondazione svizzera oltre che dalla
vendita di spettacoli, libri e dischi) dall’11 aprile al 21 maggio nella città
lagunare ed appuntamenti (durante e dopo la manifestazione veneziana) anche a
Amsterdam, Berlino, Stoccolma, Londra e Parigi.
Chi era André
George Louis Onslow, di solito chiamato George Onslow nei manuali di storia
della musica? E’ stato uno dei più importanti compositori francesi di
cameristica. Obliato per decenni in Patria, sia perché non viveva e non operava
a Parigi ma nel castello di famiglia a Clermont-Ferrand (era ricchissimo alla
nascita o lo divenne ancora di più cumulando eredità) , sia perché nell’arco
della sua vita (1784- 1853) si dedicò quasi esclusivamente alla musica
strumentale mentre , nel settore, dominava l’opera, sia per il nome tipicamente
britannico (tale era suo padre), sia perché guardava più all’innovazione in
Germania (venne soprannominato da alcuni appassionati “il Beethoven francese”)
che a quanto avveniva nella Madre Patria. Ad un ascoltatore di oggi che ha
accesso ad una maggiore conoscenza della musica romantica tedesca, Onslow pare
più prossimo a Schubert ed a Mendelssohn che a Beethoven sia per la lunghezza
dei suoi ‘movimenti’ (nelle sonate arrivano a volte a 15 minuti per movimento)
sia per il carattere intimistico di molta della sua musica. Il Festival,
quindi, non è solo per musicologi: consente di comprendere meglio quella vasta
Francia agricola provinciale che, pur un po’ scansando Parigi, è in contatto
con il resto delle cultura europea, in una fase in cui in Patria si succedevano
Imperi, Repubbliche e Monarchie e la borghesia dell’industrializzazione
trionfante diventava sempre più opulenta e potente mentre l’aristocrazia
parigina si impoveriva.
Onslow, che ha
sempre vissuto di rendita nei castelli aviti ed aveva la fama di ottimo gestore
del proprio patrimonio (a differenza dei parigini che spesso si affidavano a
amministratori malandrini), quasi un po’ snobbando i colleghi (sovente questuanti)
che affollavano i salotti della capitale, è stato un compositore fecondo; oltre
ad un’enorme cameristica, ha composto anche tre opere (rappresentate in Francia
e Germania) e quattro sinfonie. Stimato da critici e musicologi dell’epoca,
ebbe un seguito significativo (più in Gran Bretagna e Germania che in
Francia),ma dalla seconda metà dell’Ottocento il suo nome ed i suoi lavori sono
stati coperti da una coltre di oblio, nonostante ebbe importanti onorificenze
in Francia e in Gran Bretagna.
Le ragioni sono
molteplici , non solo il predominio del teatro in musica (opere, operette), nei
gusti del grande pubblico, ma soprattutto la difficoltà di eseguire lavori
anche brevi ma molto complessi, destinanti in gran parte a salotti privati ma
che richiedevano musicisti di grande livello e non sempre pronti a recarsi
nella rurale Auvergne (dove erano i suoi manieri e le sue proprietà). Altro
aspetto, il rifiuto della ‘musica a programma’ che cominciava a dominare il
panorama musicale non solo tedesco ma anche francese.
Onslow fa parte
di quella visionaria scuola francese che seppe scoprire assai presto il valore
delle conquiste armoniche della musica tedesca. Sotto l ’Impero, infuriava il
dibattito tra melodisti (Grétry, Gossec) e cromatisti (Méhul, poi
Hérold).Catel, fervente ammiratore di Mozart e sostenitore di un germanismo
moderato,modernizza il pensiero armonico francese nel suo Traité d’harmonie,
divenuto presto famoso. Parallelamente, il giovanissimo Hyacinthe Jadin – morto
prematuramente – e pianisti innovatori come Hélène de Montgeroult e Jeanuis
Adam intensificano la propria scrittura con invenzioni armoniche sorprendenti.
Onslow è partecipe di questo slancio verso la modernità, e sin dai suoi primi
lavori se si presenta come paladino di un coinvolgente romanticismo.
Data la vastità
delle composizioni di Onslow, il direttore scientifico del Centre de Musique
Romantique Française, Alexandre Dratwicki, ha dovuto operare scelte molto
selettive sin dai primi due concerti. Il primo concerto è basato su una
combinazione per molti aspetti insolita: il dialogo tra violoncello e
pianoforte. Nel concerto, affidato a due specialisti di rango come Emmanuelle
Bertrand e Pascal Amoyel, la prima sonata per violoncello e piano di Onslow
viene messa a confronto con sonate di Camille Saint-Saëns , di Charles
Valentin- Alkan e di Fréderic Chopin. Un confronto stimolante da cui emerge non
solo la ‘parentela’ tra i quattro musicisti
ma il carattere intimista e melanconico del lavoro di Onslow: davvero
struggente il secondo movimento (andante)
della sonata.
Il secondo
concerto è stato dedicato ai quartetti per archi di Onslow ed affidato al
Quartetto Diotima, noto ai nostri lettori perché circa un anno fa , al festival
Contretemps di Villa Medici e
dell’Accademia Filarmonica Roma, in due serate ha messo a confronte i quattro
ultimi quartetti di Beethoven con i quattro quartetti di Boulez. E’ stata
l’occasione per approfondire la concezione al tempo stesso ampia e profonda di
Onslow.
Si annuncia
un’iniziativa discografica.
L’opera di Onslow in cifre
• 36 quartetti d’archi
• 34 quintetti d’archi
• 10 trii con pianoforte
• 6 sonate per violino
• 4 sinfonie
• 3 opere liriche: L’Alcade de la
Vega, Le Colporteur
ou l’Enfant du bûcheron,Guise ou les États de Blois
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